La Galleria d’Arte Contemporanea di Bergamo e il suo programma per il 2025 sparso in tutta la provincia e sulle Alpi
Il progetto biennale del museo d'arte contemporanea, avviato nel 2024, prosegue nei territori delle Orobie e delle Prealpi per tutto il nuovo anno, tra antropologia, design, arte e architettura. E con il coinvolgimento speciale di Maurizio Cattelan
Avere un apprezzamento completo per la profonda interconnessione degli elementi negli ecosistemi, e pensarsi olisticamente come parte dell’ambiente naturale piuttosto che come individui isolati: è questo il cuore di Pensare come una montagna, il programma biennale della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo avviato nel 2024 e previsto per tutto il 2025. Dalle zone prealpine ai paesi delle valli bergamasche, fino alle aree verdi della città di Bergamo e dei Comuni della pianura, la GAMeC rinnova quindi la sua volontà di uscire dai confini museali per incontrare le comunità della bergamasca insieme ad artiste e artisti internazionali. E con loro riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività, e, parallelamente, avviare un dibattito sul ruolo dell’istituzione artistica nel contesto territoriale.
Il 2025 della GAMeC di Bergamo
Tre i cicli di eventi in programma per il 2025 – con inaugurazioni rispettivamente l’8 febbraio, il 7 giugno e il 4 ottobre – che vedranno la partecipazione di artiste e artisti internazionali impegnati nello sviluppo di progetti nati dall’incontro con le diverse comunità locali: sono Atelier dell’Errore, Bianca Bondi, Abraham Cruzvillegas, Asunción Molinos Gordo, Francesco Pedrini, Julius von Bismarck, a cui si aggiungono le produzioni di film a firma di Agnese Galiotto, Giulio Squillacciotti e di Invernomuto e Michela De Mattei. I principi alla base dei loro interventi sono quelli propri di Pensare come una montagna, e quindi localizzati, a lungo termine e in scala. Studi sulla figura del lupo, analisi del paesaggio montano e della mitologia delle aree estrattive, dialoghi intercontinentali, dibattiti sull’antropocene e aperture alle neurodivergenza: le tematiche (che torneranno anche sul magazine omonimo e sulla radio del museo) vanno dalle arti contemporanee al design, dall’architettura all’antropologia e oltre.
In estate sarà quindi presentato un progetto speciale, frutto della collaborazione con la sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano: EX. Questo laboratorio di progettazione, nato dal lavoro di Andrea Cassi e Michele Versaci, si occuperà della ricostruzione dello storico Bivacco Frattini a Valbondione lungo l’Alta Via delle Orobie Bergamasche, in Val Seriana, immaginandolo come una “sede esterna della GAMeC” in alta quota. Si terrà infine un’edizione speciale (la 12esima) del Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize, concorso internazionale per curatori under30 istituito nel 2003: il progetto Fossi io teco; e perderci nel verde della curatrice Greta Martina – che coinvolge gli artisti Attila Faravelli, Enrico Malatesta, O Thiasos TeatroNatura (Sista Bramini, Camilla Dell’Agnola, Nora Tigges), Umberto Pellini, Nicola Ratti, Lorenzo Silvestri, Valentina Viviani – trae ispirazione dagli scritti di Aldo Leopold (che danno il nome alla rassegna) e di Giovanni Pascoli invitando a riscoprire il legame con la natura attraverso la meraviglia, la cura e la responsabilità.
Maurizio Cattelan a Bergamo
Nel nuovo programma di Pensare come una montagna – ribattezzato “Il Biennale delle Orobie” durante l’11ª assemblea generale di IBA alla Biennale di Lione –– spicca il progetto espositivo dell’artistar Maurizio Cattelan, che su invito del direttore artistico Lorenzo Giusti occuperà il Palazzo della Ragione (sede estiva della Galleria dal 2018 nel cuore di Bergamo Alta) per poi estendersi oltre le mura cittadine da giugno a ottobre 2025.
Procedono i lavori per la “nuova” GAMeC di Bergamo
Pensare come una montagna troverà, ci tengono a far sapere dal museo, una “restituzione visiva” nella nuova sede della GAMeC. Ma come procede il cantiere dell’ex Palazzetto dello Sport di Bergamo? Per il cantiere è stata da poco confermata la chiusura a marzo 2026, con inaugurazione museale prevista nell’autunno successivo.
L’opera pubblica dovrebbe costare 18 milioni di euro (suddivisi in quote da 6 milioni tra Comune, Intesa Sanpaolo e fondi Pnrr), anche se l’appaltatrice Manelli ha chiesto di ritoccare i costi, tra rincari dei materiali e prestazioni più complesse del previsto. Ma c’è una buona notizia: con il milione e mezzo di euro in arrivo dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo si dovrebbero sbloccare le risorse per finanziare anche la nuova piazza esterna al museo.
Giulia Giaume
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