L’artista Luc Ming Yan dialoga con le collezioni naturalistiche del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia
La mostra si inserisce nella nuova visione dell’istituzione reggiana, che punta a favorire un dialogo interdisciplinare tra le arti e le scienze, e a spingere gli artisti contemporanei a reinterpretare il suo patrimonio
Nasce da un incontro tra il giovane artista francese Luc Ming Yan (1994, Digione, Francia) con le collezioni naturalistiche della Collezione Spallanzani la nuova mostra ospitata al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia. In particolare, l’ispirazione è venuta dalle raccolte di zoologia e di anatomia, che hanno avuto un’immediata risonanza nell’artista. Il risultato sono ben 48 opere, tutti oli su tela in stili diversi accomunati da una stessa ricerca cromatica e compositiva, esposte in occasione della mostra personale La tartaruga e il palombaro. Visioni tra natura e pittura.
Luc Ming Yan in dialogo con la Collezione Spallanzani
In programma dal 19 dicembre 2024 al 2 marzo 2025 e a cura di Alessandro Gazzotti con un testo di Davide Ferri, la mostra si inserisce nella visione della rinnovata istituzione reggiana, che punta a favorire un dialogo interdisciplinare tra archeologia, arte, fotografia e scienze al fine di rendere le sue collezioni strumenti per inedite narrazioni, in cui anche gli artisti contemporanei, al pari degli studiosi, ne esplorano e reinterpretano il patrimonio. In questo contesto è avvenuto l’incontro tra Luc Ming Yan e le collezioni naturalistiche della Collezione Spallanzani: ad averlo colpito sono ritrovamenti di estrema importanza, come il fossile di balena “Valentina”.
L’arte di Luc Ming Yan nelle parole di Davide Ferri
“La partitura si sviluppa, di sala in sala, attraverso l’accostamento di due versanti del lavoro di Luc Ming Yan. Da una parte lavori che mostrano un magma, un nucleo denso di pennellate convulse, movimentate e contrastate, dall’altra lavori marcatamente figurativi, dove appaiono animali (come ratti, volatili, scimmie, gatti), teschi, figure metamorfiche, aliene, vagamene mostruose, che sembrano provenire da un immaginario contaminato da suggestioni manga o pop. Non solo: elementi pre-figurali, brandelli di forme (come zampe, corna, o artigli affilati) possono apparire anche all’interno dei dipinti astratti, dando l’impressione di scaturire da quel magma fecondo e generativo, posizionandosi ai bordi o appena fuori da questo. Come se in quei lavori fosse in corso un combattimento con l’immagine, e proprio l’energia concitata che occupa la superficie fosse il luogo in cui hanno origine tutte le forme e le figure dei suoi dipinti”, si legge da un estratto del testo di Davide Ferri che accompagna l’esposizione.
Chi è Luc Ming Yan
Nativo di Digione (1994) e attivo tra Parigi e Shanghai, l’artista è stato vincitore del Premio Ernest Manganel e ha esposto in importanti contesti internazionali, tra cui Le Consortium di Digione e il MAO di Torino, mentre due sue opere recenti, Midnight e Time Walk, entrambe del 2023, sono entrate nella collezione permanente di Le Consortium.
Caterina Angelucci
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