Il Museo del Tessuto fu formalmente inaugurato a Prato il 20 dicembre del 1975, anche grazie ad una donazione di 612 tessuti antichi da parte dell’imprenditore tessile e collezionista Loriano Bertini. A cinquant’anni dalla sua nascita, viene celebrato con un importante e nuova donazione del medico e collezionista Giovanni Falletti.
L’ultima donazione al Museo del Tessuto di Prato
Quest’ultima generosissima donazione, composta da quasi duemila oggetti che arricchiscono il patrimonio del Museo, prevede 250 stampe giapponesi ottocentesche di artisti come Hokusai, Hiroshige, Kuniyoshi, Utamaro II; tessuti di manifatture europee che vanno dal Quattrocento al Settecento; litografie, acqueforti, xilografie e stampe che spaziano dal Cinquecento all’Ottocento, tra cui Dürer, Van Leyden, Salvator Rosa, Piranesi, Max Klinger, Lorenzo Viani; e più di 1.000 oggetti tra ricami, fasce ornamentali, pannelli, maschere, monili, armi rituali provenienti da Africa, Asia Centrale, Asia Orientale, Sud America.
La mostra in apertura al Museo del Tessuto
I Tesori di Seta. Capolavori tessili dalla donazione Falletti, come cita il titolo della futura mostra in scena dal 20 dicembre al 21 dicembre 2025 presso il Museo del Tessuto di Prato, è quindi la prima esposizione composta con opere provenienti dalla recente donazione. Il corpus selezionato per la mostra atta a celebrare i primi 50 anni del Museo del Tessuto rappresenta il nucleo iniziale da cui Falletti ha avviato il percorso di collezionista che incrocia stili, produzioni, materiali e soggetti, dal Quattrocento alla fine del Settecento. I Tesori di seta sono arrivati a noi grazie ad un’operazione che oggi diremmo di sostenibilità perché si tratta di una straordinaria pratica di riuso che ha permesso la conservazione di capolavori tessili utilizzati per confezionare sfarzose vesti laiche destinate alle aristocrazie del tempo, che venivano poi donate a istituzioni religiose che le riutilizzavano per realizzare paramenti sacri come pianete, dalmatiche e piviali, di cui la mostra presenta alcuni meravigliosi esemplari. Portando avanti proprio a Prato, sede del più grande distretto tessile europeo, la sua fama che vanta una competenza storica e unica nelle produzioni riciclate.
L’allestimento della nuova mostra al Museo del Tessuto
Curata da Daniela Degl’Innocenti, conservatrice del Museo del Tessuto, con la consulenza scientifica di Roberta Orsi Landini, studiosa italiana del tessuto e del costume, la mostra è allestita nella sala dedicata ai tessuti storici e si sviluppa in un percorso cronologico che attraversa quattro secoli, accompagnata da un catalogo edito da Edifir (in uscita nel 2025) con approfondite analisi e schede tecniche a loro cura.
Il ruolo strategico svolto dalla sezione educativa del Museo
Non manca l’elemento formativo, distintivo e strategico all’interno di un museo nato dall’idea del Prof. Giuseppe Ponzecchi di creare una raccolta delle varie tipologie di tessuto antico per l’insegnamento del disegno e della tecnica tessile all’Istituto Tullio Buzzi alla fine degli Anni Quaranta. Per facilitare la comprensione di contenuti storici e tecnici, l’esposizione è dotata di due apparati multimediali che raccontano il processo di lavorazione del tessuto e lo sviluppo dell’arte della seta fino al periodo preindustriale. Inoltre, un apposito tavolo dotato di Microscopi digitali consente di osservare da vicino la struttura interna e la complessità degli intrecci di velluti, damaschi, broccati e lampassi (tessuti in seta operata), tipico strumento del mestiere di esperti ed esperte del settore. Infine, riproduzioni grafiche affiancate ai tessuti, illustrano lo sviluppo dei principali motivi decorativi adottati dalle botteghe tra XV e XVIII secolo. Le riproduzioni di alcune importanti opere pittoriche affiancate a tessuti dello stesso periodo, rendono immediatamente visibili le diverse funzioni di questi preziosi capolavori in seta.
Museo del Tessuto: il dialogo tra il disegno tessile e l’arte
Grazie alla mostra, si viaggia tra importanti decenni come il Quattrocento, in cui i modelli sono quelli pittorici eseguiti dai maggiori artisti del tempo. Oppure nel Cinquecento, quando il ricamo a or nué, tecnica raffinatissima, dispendiosa e di lenta esecuzione, viene progressivamente sostituita dal ricamo in applicazione. O, ancora, nel Seicento, caratterizzato dalla contaminazione artistica dei tessuti orientali, pervenuti in Occidente grazie all’intraprendenza commerciale di Inghilterra, Olanda, Francia e Danimarca. Ma anche il Settecento è un periodo animato dalla pittura e dal disegno tessile, che si connettono saldamente tra loro. Insomma, la mostra presso il Museo del Tessuto non è solo per gli addetti ai lavori e gli appassionati, ma per chi ama la storia e la sua comprensione attraverso il tessuto e la moda in dialogo con l’arte, specchio del proprio tempo e della propria cultura.
Margherita Cuccia
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