Gli anni. Capitolo 1
Episodi di storia dell’arte a Napoli dagli anni Sessanta a oggi.
Comunicato stampa
Artisti partecipanti:
Carlo Alfano (Napoli 1932 – 1990) / Oli Bonzanigo (Milano, 1989) / Benni Bosetto (Milano, 1987) / Luciano Caruso (Foglianise, 1944 – Firenze, 2002) / Federico Del Vecchio (Napoli, 1977) / Maria Adele Del Vecchio (Caserta, 1976) / Luciano Fabro (Torino, 1936 – Milano, 2007) / Dora García (Valladolid 1965) / Nan Goldin (Washington, 1953) / Helena Hladilova (Kroměříž, 1983) / Mimmo Jodice (Napoli, 1934), ma / Allan Kaprow (Atlantic City, 1927 – Encinitas, 2006) / Luisa Lambri (Como, 1969) / Mark Leckey (Birkenhead, 1964) / Valerio Nicolai (Gorizia, 1988) / Piero Manzoni (Soncino, 1933 – Milano, 1963) / Francesco Matarrese (Molfetta, 1950) / Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) / Hidetoshi Nagasawa (Tonei, 1940 – Ponderano, 2018) / Vettor Pisani (Bari, 1934 – Roma, 2011) / Ugo Rondinone (Brunnen, 1964) / Andrew Norman Wilson (Medfield, 1983)
Si inaugura qui il formato espositivo in progress Gli anni, concepito in capitoli e dedicato all’esplorazione di episodi di storia dell’arte a Napoli dei decenni più recenti. La collezione del Madre dialoga con importanti collezioni pubbliche e private, principalmente della città, per evocare, attraverso opere emblematiche, momenti e produzioni artistiche di rilievo avvenute in questo territorio.
Il titolo Gli anni si riferisce all’omonimo romanzo della scrittrice Annie Ernaux, premio Nobel per la letteratura 2022, nel quale la descrizione di fotografie e le memorie di momenti importanti di una singola vita diventano al contempo affresco autobiografico e cronaca collettiva e storiografica. Il romanzo avverte che immagini e ricordi privati sono destinati a scomparire nel flusso della storia; questa mostra propone di considerare le opere d’arte come un antidoto a questo processo. Nel corso del tempo, passata l’urgenza del rapporto con l’attualità in cui sono state concepite, le opere sono in grado di raccontare tanto la propria ricerca estetica e linguistica, quanto il contesto in cui sono state prodotte ed esposte. A loro volta, le collezioni nelle quali sono conservate possono essere considerate, da questo punto di vista, depositi di storie, avvenimenti e passaggi che fanno parte di un vissuto condiviso. La narrazione costruita, scandita in momenti ed episodi, viene segnalata mediante l’apposizione di poster indicanti gli anni in cui le opere scelte sono state esposte nel territorio campano, offerte alla memoria condivisa che questa mostra celebra. A testimonianza del processo di studio in continuo sviluppo su cui Gli anni è basato, dopo l’apertura, ulteriori e differenti sale espositive/annualità verranno integrate nel percorso di mostra che, come la struttura dei ricordi, non è cronologico.
A partire da gennaio 2025 sono attivati due public program de Gli anni: il primo dedicato a vere e proprie lezioni di storia recente d’Italia, e il secondo a incontri focalizzati sugli artisti in mostra. Le opere esposte diventano così un palinsesto su cui costruire narrazioni storiografiche, storico-artistiche, politiche, antropologiche e sociologiche, in linea con una concezione del museo come luogo di produzione di pensiero trans-disciplinare.
A cura di Eva Fabbris