La Pantera Rosa compie 60 anni: ecco il video del debutto 

È il 18 dicembre 1964 quando esordisce sul grande schermo la Pantera Rosa. Nasce così il mitico personaggio d’animazione, accompagnato dall'iconico giro di sassofono del compositore Henry Mancini

Siamo nel 1964. L’anno che sta per concludersi è stato scandito da avvenimenti culturali e politici degni di nota: gli Stati Uniti hanno approvato una legge federale contro la segregazione razziale, il primo film sui Beatles (A Hard Day’s Night) ha fatto il suo esordio sul grande schermo, Palmiro Togliatti è morto durante una vacanza sul Mar Nero, e a Milano è stata inaugurata la prima linea metropolitana.  

Eppure c’è ancora tempo per un evento memorabile, certamente più frivolo rispetto a quelli citati, ma decisamente riguardevole considerando le conseguenze che avrebbe avuto nell’ambito dell’animazione e della cultura pop mondiale. Il 18 dicembre fa infatti il suo debutto al cinema il primo dei 124 cortometraggi della Pantera Rosa: un film di sette minuti che avrebbe consacrato il celebre felino, inaugurandone il successo su scala planetaria. 

Come nasce la Pantera Rosa 

La nascita del personaggio è in verità casuale. L’anno prima, infatti, la pantera ideata dal disegnatore Friz Freleng era apparsa nei titoli di testa e di coda del film The Pink Phink, come semplice sigla animata richiesta dal regista Blake Edwards per accompagnare la visione della pellicola (con Peter Sellers nei panni dell’ispettore Clouseau).  

Pubblico e critica gradirono in maniera particolare quell’esperimento, affezionandosi subito al felpato felino, e spingendo il suo autore a riproporlo in una serie di cartoon tematici e indipendenti. 

Il primo cortometraggio della Pantera Rosa 

Nei sette minuti del film (prodotto David DePatie, che con lo stesso Friz Freleng fondò in quell’anno uno studio di animazione proprio per dare vita ai corti), l’omino con nasone e baffetti – presenza fissa della serie – prova a dipingere la sua casa di blu, mentre la dispettosa Pantera ne vanifica ogni pennellata coprendola di rosa. Non è difficile intuire chi avrà la meglio tra i due…  

La colonna sonora di Henry Mancini 

Da quel momento in poi il cartone accompagnerà grandi e bambini per tre generazioni, adattandosi alle evoluzioni dell’animazione e ai mutamenti della società, resistendo anche all’invasione delle produzioni giapponesi e al cambio dei gusti dei ragazzi.  

Eppure una cosa rimarrà invariata nel corso dei vari decenni: la colonna sonora del compositore Henry Mancini; un irresistibile giro di sassofono entrato nella storia come inseparabile sottofondo delle storie del personaggio. 

Alex Urso 

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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