Le foto di Ugo Mulas invadono Milano da Palazzo Reale alla Pinacoteca di Brera

La città di Milano omaggia il grande maestro del bianco e nero con una grande rassegna centrale a Palazzo Reale, che si dirama poi in altri luoghi della cultura. Il Poldi Pezzoli e la Pinacoteca di Brera sono tra questi

A Milano, Palazzo Reale presenta una delle più ampie e dettagliate retrospettive dedicate a Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973). Un racconto approfondito dell’opera dell’artista, nelle cui fotografie in bianco e nero sembra di poter tornare indietro nel tempo. Per lui la fotografia non era una semplice documentazione, ma un’operazione conoscitiva e un’interpretazione critica della realtà. La mostra, con trecento immagini, di cui molte mai esposte finora, si articola nelle sale divisa in quattordici aree tematiche. Immagini, scatti vintage, documenti, libri e filmati che ripercorrono la sua produzione, dal teatro alla moda, dai ritratti di artisti internazionali, protagonisti della Pop Art, a quelli di intellettuali e personaggi illustri della cultura e dello spettacolo, come Dino Buzzati, Giorgio de Chirico, Marcel Duchamp e molti altri.

Il titolo della mostra di Ugo Mulas a Palazzo Reale a Milano

Il titolo, L’operazione fotografica, fa riferimento alla serie Verifiche (1968-1972), che apre la rassegna: quattordici opere nate dalla riflessione concettuale dell’autore sulla storia della fotografia e sui suoi elementi costitutivi. Per la prima volta le sono esposte insieme agli studi che le precedono, per facilitarne la comprensione.
In mostra per la prima volta anche molti ritratti di protagonisti del design, dell’architettura e dell’arte del Secondo Novecento. Ugo Mulas ritrasse queste figure a volte su commissione della rivista Vogue, con la quale collaborò ininterrottamente. “Non c’è ritratto più ritratto di quello dove la persona si mette lì, in posa, consapevole della macchina, e non fa altro che posare”.
Lungo il percorso espositivo emerge il profilo di un maestro che ha affrontato soggetti diversi nel corso della sua breve e intensa esperienza; maestro che riteneva che la fotografia non fosse mera documentazione, ma atto creativo, testimonianza e interpretazione critica della realtà.

Ugo Mulas e Milano

Il rapporto con Duchamp

La documentazione di Ugo Mulas costituisce un prezioso contributo per la comprensione della storia culturale e artistica di Milano nel Novecento, del suo fervore economico e sociale. Innumerevoli sono gli scatti di luoghi ed eventi di una città che era in rapida trasformazione. Lo vediamo dai primi scatti, quelli del 1953 nel quartiere di Brera, ed in particolare del Bar Jamaica, luogo di incontro di personalità quali Piero Manzoni e Luciano Bianciardi. Ma anche dalle fotografie delle periferie, della stazione centrale e dei momenti quotidiani.
La città che appare in queste immagini riflette la visione di Ugo Mulas della fotografia, un’autentica “operazione conoscitiva” (Ugo Mulas, La fotografia, 1973). Ogni scatto rappresenta un tassello di una composizione, di una narrazione.
Duchamp per lui implicava una riflessione sull’arte, sul suo tempo e la sua intenzionalità. Lo fotografava infatti mentre camminava, compiva gesti apparentemente banali e guardava una sua opera. Qui è racchiusa la capacità critica di Mulas, nel registrare quello che stava succedendo a New York, dove la testimonianza di fatti a prima vista ordinari diventava inevitabilmente un evento.

Il rapporto con Fontana e Calder

Di Lucio Fontana ero amico, come lo eravamo tutti qui a Milano, uno dei tanti suoi amici. Tranne alcuni servizi per le Biennali ho lavorato per lui sempre senza che me lo chiedesse: quando mi veniva voglia di vedere cosa combinava davo un colpo di telefono, arrivavo con la mia macchina, senza cavalletto, senza fari, cosa che non rendeva complicata la faccenda, e fotografavo. Di tutte le fotografie, soltanto una serie –praticamente fatta nel giro di mezz’ora –ha un senso preciso”.
Qui Mulas è riuscito a catturare il momento dell’azione. Le immagini connettono il visitatore con l’attesa, portando la fotografia ad una dimensione fenomenologica. Non è necessario vedere Fontana, che spesso è catturato in controluce o di schiena. Ritraeva l’artista e la sua opera attraverso l’intenzionalità dei gesti e l’ambiente circostante.
Un lungo sodalizio ha legato Ugo Mulas con Alexander Calder, un’amicizia nata nel 1962 a Spoleto, dove venne chiamato a documentare la mostra Sculture nella cittàAmicizia che ha prodotto uno dei nuclei più consistenti dell’archivio, dalla dimensione intima delle case-studio di Saché e di Roxbury, alle inaugurazioni delle grandi mostre al Guggenheim di New York, fino alla pubblicazione del volume Calder (Viking Press/Silvana Editoriale, 1971) con l’introduzione di Harvard Arnason. 

Il Piccolo Teatro

Fotografo ufficiale del Piccolo Teatro nei primi anni sessanta, Mulas strinse uno stretto rapporto con Paolo Grassi e Giorgio Strehler. Il confronto con loro sul come individuare un punto di vista privilegiato per cogliere la scena teatrale lo portò a ideare un nuovo sistema di ripresa fotografica, a camera fissa. 

Ugo Mulas, L'operazione fotografica, installation view at Palazzo Reale, Milano, 2024. Photo Giorgio Galimberti
Ugo Mulas, L’operazione fotografica, installation view at Palazzo Reale, Milano, 2024. Photo Giorgio Galimberti

L’iniziativa diffusa “Ugo Mulas in città” a Milano

Al profondo legame con Milano è dedicata l’iniziativa diffusa Ugo Mulas in città, con l’obiettivo di raccontare il lavoro di Mulas attraverso l’esposizione delle sue opere nei luoghi più significativi del suo percorso biografico e artistico. Tra questi: la Pinacoteca di Brera, il Museo del Novecento, 
Palazzo Morando, il Museo Poldi Pezzoli e la Fondazione Marconi, che ospitano ciascuno una selezione di fotografie. Da non perdere il Ritratto di Joan Mirò, scattato accanto al celebre Ritratto di giovane donna del Pollaiolo al Poldi Pezzoli nel 1963. Grazie a questo progetto è possibile addentrarsi nella storia, per scoprire cosa che lega indissolubilmente Mulas e Milano.
Al centro della mostra c’è anche Milano, la città dove Mulas ha vissuto per tanta parte della sua vita, dove si è formato e dove è entrato in contatto con le personalità e le correnti artistiche e culturali più significative del secondo Novecento”, ha commentato il Sindaco Giuseppe Sala.

Giulia Bianco

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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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