Mirosław Bałka – at my beginning is my end
Una scultura, un’esplorazione profonda dei limiti umani: in questo ciclo di lavori, l’artista indaga la fragilità del corpo, sia fisica che psicologica.
Comunicato stampa
Le cose offrono riparo a coloro che stanno accanto ad esse, nella loro ombra,
impregnate di dolore e della propria essenza mortale.
Un’opera d’arte offre riparo all’essenza delle cose e delle persone.
Le accoglie al proprio fianco.
Così un’opera espone il mondo, invitandolo a essere abitato di nuovo.2
Galleria Raffaella Cortese è lieta di dedicare lo spazio di Albisola alla presentazione
dell’opera storica 2x(30x15x8), 193x60x30, ø6x21 (1993) di Mirosław Bałka,
appartenente alla serie dei primi anni ’90 My body cannot do everything I ask for.
Una scultura, un’esplorazione profonda dei limiti umani: in questo ciclo di lavori,
l’artista indaga la fragilità del corpo, sia fisica che psicologica, e la sua intima
connessione con la materia, la memoria e l’identità, intrecciando il rapporto tra
silenzio, vuoto, presenza e assenza.
La scultura evocativa si sviluppa nell’ambiente in tre sezioni distinte, ciascuna
incarnando una presenza fisica e una risonanza simbolica.
Inizia con una soglia, uno spazio liminale che segna un confine—sia tangibile che
concettuale—e ci invita a entrare nella narrazione dell’opera.
Segue una struttura simile a un letto, che accoglie due invisibili raggi di luce,
simbolicamente allineati come fosse una colonna vertebrale, avvolta sotto una
coperta d’acciaio, in bilico tra protezione e occultamento.
Infine, un contenitore, che richiama l’ombra di un fiore o un’urna. Evoca un senso
di finalità, come “l’ultima data alla fine di una frase.” Questo elemento diventa una
metafora della chiusura, dei resti di un viaggio o delle tracce di un’esistenza.
Con un linguaggio scultoreo radicato nel minimalismo e nel simbolismo, Bałka
infonde in ogni elemento strati di significati personali e universali. La sua opera
invita a riflettere sulla vulnerabilità del corpo umano e sull’impercettibile natura delle
esperienze interiori, offrendo uno spazio in cui il silenzio parla e le ombre offrono
rifugio.