A Milano c’è un rigattiere-artista che vende opere d’arte e oggetti di design. La storia di Enea
È l’artista-rigattiere Enea Luciano Bracciali che ha fatto della sua passione un vero e proprio lavoro che dura da più di quarant’anni tra arredi d’epoca, quadri, specchi, paraventi, orologi e tanto altro
Al civico 11 di Via Arcivescovo Romilli a Milano, nel quartiere Corvetto, si nasconde l’archivio, studio e laboratorio di Enea Luciano Bracciali, classe 1940, tra i rigattieri più storici della città in assoluto. Da qualche anno il posto è aperto solo su appuntamento (perché il mercato si è spostato quasi tutto sulle piattaforme online) ed è gestito da Mauro Colombini, socio di Bracciali, con cui lavora da ben trentacinque anni. Incuriositi lo abbiamo incontrato per farci raccontare il mestiere di rigattiere e la storia del posto, una camera delle meraviglie di 400 metri quadrati dove si possono acquistare e affittare opere d’arte e oggetti di design da collezione tra librerie, poltrone, divani, tavoli, quadri, specchi, vetrate, paraventi, insegne, orologi e tanto, tanto altro.
Le parole di Mauro Colombini sull’attività da rigattiere di Enea Luciano Bracciali
Il mestiere del rigattiere tra passato e presente.
“Sono quarant’anni che c’è questo posto e logicamente le cose sono cambiate da allora. Sia per il mercato sia a livello di stili e tendenze. È un lavoro che richiede un continuo aggiornamento, bisogna sempre stare al passo con i tempi. Per esempio, una volta le persone dovevano muoversi fisicamente per trovare l’affare del momento, ora con internet addirittura si compra senza nemmeno vedere dal vivo. Naturalmente, anche noi mettiamo delle cose su Instagram o su Facebook, a volte anche in aste online, però diciamo che lo facciamo non tanto per vendere ma per mostrare quello che abbiamo, invitando a venire in negozio. Una volta facevamo il Mercante in Fiera a Parma o il mercato dei Navigli per rimediare alla posizione dislocata rispetto al centro città, anche se negli ultimi anni la zona del Corvetto è molto cambiata. Tuttavia, tutto ciò è anche un bene: chi viene da noi sa già cosa cerca e a cosa va incontro, mentre se sei in una zona di passaggio ti può capitare chiunque. Per questo, io sono anche sempre stato contrario a farsi pubblicità a tutti i costi. Da noi ogni oggetto è talmente particolare che va raccontato e spiegato, non vendiamo un paio di jeans. Qui ogni cosa ha una storia, un materiale, una lavorazione. A Natale, per esempio, mando più di quattromila auguri ai clienti, di cui la maggior parte non vediamo da tempo. Ma tramite loro, che ormai hanno una certa età e non comprano neanche più, arriviamo ai figli, ai nipoti e agli amici dei nipoti. E giusto così ci facciamo un po’ di pubblicità”.
Una passione che dura da più di quarant’anni.
“Negli anni abbiamo quasi esclusivamente comprato da privati, scegliendo ciò che ci piace e che ci dà un’emozione, e che, nello stesso tempo, pensiamo di poter vendere. Ci siamo sempre rivolti a un pubblico abbastanza “alto” e ricercato, per cui non prendiamo il mobiletto degli Anni Cinquanta che aveva chiunque. Se lei si guarda intorno, si accorge, per esempio, che quel portariviste là non è un portariviste normale. Al momento, per esempio, è molto richiesto l’arredamento e il design Anni Sessanta e Settanta. Abbiamo comunque una sezione dedicata al Liberty, perché c’è sempre qualcuno che lo compra, però, naturalmente, devono essere articoli con una particolarità. I nostri pezzi, infatti, sono tutti autentici e restaurati perfettamente da noi. Mi ricordo tutto, che cos’è, dove l’ho comprato, di chi è. La mia, come quella di Enea, è una passione. Ma tutto sta cambiando ormai e non so quanto tempo andrò avanti ancora. Ho settant’anni e anche se volessi affidare il negozio a qualcuno non sarebbe la stessa cosa. Se regalassi tutto a lei cosa sa di quello e di quello? Come fa a venderle? Mi chiamerebbe in continuazione. Ci sono migliaia di cose, migliaia e migliaia, e continuiamo a comprare”.
La fortuna di Enea Luciano Bracciali
Fare affari al “Marché aux puces”.
“Si spera sempre di fare begli affari. Allora se ne fecero molti, oggi meno, perché le persone hanno più strumenti per conoscere. Basta fare una foto e ti viene fuori tutto: a quanto lo vendono, dove lo vendono. Prima con Enea viaggiavamo molto e non c’era zona (e non dico città, ma proprio zona) della Francia o dell’Inghilterra in cui non abbiamo guardato. Ci andavamo più o meno una volta al mese. Proprio qui, infatti, alla fine dell’Ottocento è nato il mestiere del ‘brocantage’, del rigattiere, che è ben diverso da quello dell’antiquario. In particolare, è in Francia che nasce il mercato delle pulci, il cui nome deriva dal ‘Marché aux puces’ di Saint-Ouen-sur-Seine dove i materassi in vendita avevano le pulci. Qui è tutto un azzardo, un lavoro di emozioni. Enea, per esempio, dal nulla ha creato una vera e propria fortuna. Ha lavorato dai primi Anni Settanta, quando si vendeva tantissimo e a Milano ci passava letteralmente il mondo. Oggi, nonostante i tempi, c’è ancora qualcuno in gamba come il nipote stesso di Enea, Mauro Bracciali, con Carrozzeria 900”.
Enea Luciano Bracciali da rigattiere ad artista.
“Queste lampade che vedi e tutte queste cose ‘strane’ le ha disegnate lui e fatte fare. Questa, per esempio, è una lampada da barca, mentre questi sono mappamondi fatti realizzare ad hoc. Enea realizzava lampade e, soprattutto, giocattoli che assemblava con ‘objet trouvé’. Qui ne vedi più di settecento esemplari, alcuni dei quali sono stati esposti anche alla Triennale di Milano una decina di anni fa. Lui li faceva per i bambini disabili, con l’obiettivo di fare delle mostre e sostenere così alcune associazioni specializzate. La mostra ebbe un successo pazzesco”.
Caterina Angelucci
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