A Firenze si farà l’ampliamento del Museo dell’Opera del Duomo
Alla vigilia del decennale dell’apertura, per il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze arriva il via libera della giunta comunale al progetto di ampliamento. L’istituzione si estende negli spazi del confinante Palazzo Compagni anche con un innesto di architettura contemporanea
Adotta parole inequivocabili Luca Bagnoli, Presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, per spiegare le ragioni alla base dell’ampliamento del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, nella cui nuova sede – inaugurata nell’ottobre 2015 – i visitatori annuali sono passati da 120mila e più di 600mila. Siamo di fronte a un’operazione che “ha due finalità: una culturale e l’altra di responsabilità sociale sul patrimonio edilizio della città. Abbiamo acquistato un palazzo storico che era destinato, come tanti altri, al mercato immobiliare per affitti o vendita e lo restituiamo così a Firenze”.
A Firenze il Museo dell’Opera del Duomo raddoppia gli spazi
L’anno del cambio al vertice di Palazzo Vecchio e delle mobilitazioni cittadine contro l’overtourism si conclude dunque con il via libera della giunta comunale al (sostanziale) raddoppio della sede museale all’ombra della cupola brunelleschiana (con annessa deroga alle norme urbanistiche e azzeramento degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria e del costo di costruzione). Un progetto, al quale è stato riconosciuto l’interesse pubblico, che “salva” Palazzo Compagni da un destino turistico probabilmente scontato e, nel contempo, consolida il ruolo dell’istituzione museale nel panorama locale. Dal cantiere, che almeno per il prossimo biennio interesserà lo storico complesso immobiliare sito in via Bufalini 7/9, riconosciuto nel 1901 “edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale”, è infatti atteso “un importante ampliamento della proposta culturale con la possibilità di allestire mostre temporanee, di ospitare convegni senza dimenticare l’attenzione ai servizi per i visitatori e l’apertura alla città” precisa Caterina Bini, assessora comunale all’urbanistica.
Un progetto museale di valenza urbanistica nel cuore di Firenze
Ma come cambierà dal punto di vista architettonico il museo fondato nel 1891 che conserva una formidabile collezione scultorea, con 750 opere tra statue e rilievi in marmo, bronzo e argento eseguiti anche da Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia e Andrea del Verrocchio? Lo abbiamo chiesto agli architetti Marco Magni e Piero Gucciardini, al cui studio (Guicciardini & Magni Architetti, di base proprio a Firenze) e al compianto Adolfo Natalini si deve l’attuale sede: estesa su 6000 metri, è caratterizzata dalla felice intuizione di restituire l’antica facciata del Duomo di Firenze in scala 1:1 con il modello in resina e polvere di marmo dell’ampia Sala del Paradiso. Il progetto in questione è “definitivo, approvato dal Comune e dalla Soprintendenza e ha l’effetto di consentire un notevole incremento dell’espansione del Museo dell’Opera del Duomo, che passa a 11.000 metri quadrati di superficie. Si tratta di un’occasione di fondamentale importanza per il Museo, ma anche per la città. Possiamo infatti parlare di valenza urbanistica, se con questo intervento vengono destinati ad una funzione eminentemente culturale i 5.000 metri quadrati che prima erano destinati ad accoglienza turistica” spiegano i due progettisti che, tra gli interventi recenti, hanno all’attivo anche gli allestimenti museografici del National Museum of Art, Architecture and Design di Oslo e della parigina Bibliothèque-Galeries-Musée.
Il restauro di Palazzo Compagni e un nuovo volume nel centro storico di Firenze
Nuovi spazi equivalgono anche a nuove funzioni. Come specificano Guicciardini e Magni, attualmente impegnati nel Museo Nazionale d’Abruzzo in apertura nel 2025, “i nuovi ambienti espositivi, ma anche gli spazi per l’esposizione temporanea, la sala convegni, la caffetteria e il percorso panoramico con il giardino si aggiungono agli spazi del museo esistente come luoghi di cultura e di accoglienza per i visitatori del museo e della comunità, sviluppando un’idea di museo aperto e accessibile, davvero inclusivo per tutti. Un’idea alla quale lavoriamo incessantemente attraverso i progetti di questi ultimi anni per prestigiosi musei italiani e europei”. Per quanto attiene ai lavori prossimamente al via, su Palazzo Compagni saranno condotte operazioni di restauro e adeguamento impiantistico (già autorizzate dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio, a fine 2023). Un ulteriore aspetto rilevante riguarda la demolizione di un manufatto edilizio presente nel giardino del complesso, eretto negli Anni Venti del Novecento e non sottoposto a vincolo. Al suo posto sarà eretto un nuovo volume, della medesima impronta in pianta; in altezza “la gronda rimarrà allo stesso punto, ci sarà solo il colmo leggermente più in alto. Stiamo rispettando la volumetria complessiva” precisano gli architetti. Nell’innesto sarà realizzata una caffetteria, dotata di una terrazza in copertura che verrà collegata a quella di Palazzo Compagni. Il risultato atteso? Un percorso unitario en plein air che assicurerà un’inedita – e non c’è dubbio straordinaria – vista della Cupola del Brunelleschi.
Valentina Silvestrini
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati