Tornano le mostre all’Auditorium di Roma. All’insegna della femminilità tra grandi opere colorate
Nel Foyer Sinopoli le possenti figure femminili di Paola Gandolfi si impongono allo sguardo dei visitatori costringendoli gentilmente a fare i conti con la femminilità, troppo spesso ignorata e relegata ai margini
Opere di grandi dimensioni, dai colori sgargianti, pop. Dipinti popolati da figure femminili invadenti che si appropriano dello spazio assumendo pose a tratti enigmatiche, dal tocco surrealista. Donne che in alcuni casi guardano con aria di sfida il visitatore; in altri lo ignorano beatamente vivendo a prescindere da lui. Una grammatica visiva disobbediente, ribelle e indipendente, libera da qualsiasi dogma, regola o scuola, questa la grammatica visiva di Paola Gandolfi (Roma, 1949) che, da oltre quarant’anni pone il femminile al centro della sua ricerca.
Paola Gandolfi e il femminile come “Contrattempo “
Un universo che non segue il tempo canonico e ieratico delle convenzioni borghesi ma che semmai, come suggerisce il titolo della mostra nel Foyer Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone fino al 2 marzo 2025, vanno Contrattempo. L’esposizione, che si compone di 14 grandi tele, molte inedite, a cura di Claudio Libero Pisano, si inserisce nel più ampio progetto espositivo della Fondazione Musica per Roma The Female Gaze che, dal 2017, dà spazio ad artiste donne di diverse generazioni, come Elisabetta Montessori e Donatella Spaziani.
Donne non violente ma decise e consapevoli
Le donne di Paola Gandolfi sono innocue, almeno apparentemente; non hanno un atteggiamento violento o drammatico. Eppure in modo sottile, quasi impercettibile a livello consapevole, trasmettono il disagio derivante dalla consapevolezza di appartenere a un genere subalterno per costituzione, quello femminile, diventando l’espressione di un femminismo che la filosofa francese Geneviève Fraisse definì per l’appunto, un contrattempo. Termine che se inmusica indica un contrasto ritmico che interviene mentre le altre voci procedono all’unisono, per Fraisse, ricorda come il femminismo sia sempre stato considerato come un contrattempo della storia, qualcosa al di fuori di essa. E che non a caso diventa il titolo della mostra.
La ribellione silenziosa di Paola Gandolfi
Ecco, il femminile e il femminismo per Paola Gandolfi non possono rimane relegati ai margini della storia o della società ma, forti anche dei traumi vissuti, si impongono nello spazio con nonchalance e disinvoltura. L’artista attraverso le sue opere delicatamente ribelli si riappropria delle giuste dimensioni, senza diventare mai aggressiva o spudorata. Grazie alla sua profonda conoscenza della psicoanalisi e delle differenze di genere, le bastano pochi gesti semplici o un gioco di sguardi per esprimere in modo viscerale e potente la sua riflessione sul femminile e sul bagaglio di contraddizioni che ancora porta dentro. Le sue donne giunoniche e vittoriose mostrano una natura irriducibile e rivendicano il centro della scena.
Ludovica Palmieri
Libri consigliati:
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati