Poesia e musica, due concetti che in Occidente sono da sempre interconnessi, nella stessa misura in cui, nei secoli, sono stati tenacemente separati.
Si danno insieme, l’uno come possibilità dell’altro, in quanto entrambi strettamente legati all’esperienza del linguaggio e delle parole. Questa unione trova voce nel progetto di Maria Borio (Perugia, 1985), che ha tradotto il suo Trasparenza (Interlinea, 2018) in un’opera musicale, lasciando che sia lei stessa a raccontarci il come.
Chi è la poeta Maria Borio
Borio è poeta e saggista; ha pubblicato le raccolte Vite unite (Marcos y Marcos, 2015) e L’altro limite(Pellegrini editore, 2024). Cura la sezione poesia di Nuovi Argomenti e collabora con l’Università degli Studi di Perugia. Trasparenza, nella collana Lyra giovani, diretta da Franco Buffoni, è stato tradotto negli Stati Uniti, con il titolo Transparencies, da Danielle Pieratti per World Poetry Books nel 2022. In questa intervista Borio ci ha parlato di questo suo ultimo progetto e del suo sguardo sul mondo. Buona lettura.
L’intervista a Maria Borio
Come hai cominciato a scrivere poesie, e come hai deciso di condividerle?
La poesia per me è sempre stata un modo per interrogare la realtà in forma intensificata. Un modo per far venir fuori il perché delle cose, anche dove sembra già evidente, oppure sfugge e molti rinunciano a capire; o, ancora, quando sembra incomprensibile. Non ho deciso, in realtà, di condividere le poesie; sono stata portata a farlo da altre persone, come quando qualcuno ti butta in acqua per farti imparare a nuotare.
Dai versi di Trasparenza sembra arrivare un mondo organico e complesso, fatto di quartieri e corsi d’acqua, di negozi e fili d’erba, di cellule e di acciaio. Quanto è reale questo universo e quanto invece trae i propri connotati dallo spazio dell’immaginazione?
La realtà del libro è molto concreta. Una geografia dall’Italia all’Atlantico, vissuta tra connessioni fisiche e digitali, e attraversata da una mente che pensa poeticamente. Il pensiero metaforico non è mai irreale.
C’è un verso della raccolta al quale sei particolarmente affezionata? E se sì, qual è e perché?
“Trasparente se la verifichi, ma tutt’altro che una serena esplorazione”: è di Amelia Rosselli. L’ho usato in esergo a uno dei testi. Lo leggo come un invito a cercare il nocciòlo dei significati, per stare nella complessità. Visto da lontano un vetro sembra perfettamente trasparente: vediamo subito quello che c’è dall’altra parte. Se ci avviciniamo, ecco che troviamo impurità, imperfezioni, tracce di sporco. Conoscere la trasparenza vuol dire saperla attraversare, affrontare, non riceverla passivamente. Qualcosa di simile accade con l’autenticità, parte essenziale della nostra cultura, che per molti decenni è stata un valore ed oggi non lo è più; ma che, tuttavia, può farci interrogare sul senso personale e etico delle nostre vite. Se di autenticità abbiamo ancora bisogno, riconosciamo che è tutt’altro che trasparente.
Maria Borio e le canzoni di Elio Cagnizi
Questa tua raccolta possiamo dirla multidimensionale, per come è stata progettata: nasce infatti come un intersecarsi di lettura e ascolto. Ci spieghi come?
Si tratta di un progetto inter-artistico, grazie al quale Interlinea ha ripubblicato il libro. Trasparenza, con il sottotitolo Poesia e musica, ha un QR-code che rende possibile l’ascolto di alcuni brani tratti dalle canzoni di Elio Cagnizi. Alessandro Carrera, Benedetta Saglietti e Stefano Bechini hanno affrontato con delle note critiche questa prospettiva multidimensionale. Penso che i testi abbiano una caratura ritmica propria, marcata, che ha reso naturale la composizione dei pezzi musicali da accompagnare alle parole. Senza una mia intenzionalità, dunque, la seconda edizione del libro fa sì che il testo – semantico – si guardi a uno specchio – tonale.
Qual è il senso, per te, di ricercare una forma ibrida tra poesia e canzone?
L’aspetto più interessante di questo progetto è che i brani musicali sono stati composti a partire dalla scansione ritmica dei testi di poesia. Di solito le poesie messe in musica vengono deformate rispetto agli originali. Questo accade perché i ritmi della musica hanno un primato rispetto a quelli della parola. Non sono d’accordo con chi sostiene che la canzone sia poesia: una canzone può essere “poetica”, certo, ma in essa la componente musicale domina quella testuale, letteraria. La melodia riduce alla potenza minima il senso del linguaggio verbale, cantiamo la musica con dentro le parole, non le parole con dentro la musica. In Trasparenza, i toni musicali sono stati concepiti a partire da quelli della semantica verbale, la rispettano. Leggere una poesia e ascoltare una canzone composta da quella poesia, fa capire che poesia e canzone hanno un loro proprio unico carattere: questo progetto multidimensionale suggerisce di averne cura.
La poesia di Maria Borio
Del male che dividi per zero
e mai zero diventa:
la volontà si prolunga – sul libro dei nomi in un cimitero di guerra; del male che raccontano e del male che esiste, del male che non si fa invisibile – in zero.
Piantato nel midollo di una donna che vuole essere uomo, di un uomo che vuole essere donna, di identità che sarà quando potremo dividere tutto per zero, zero per zero, le rondini nello zero quando dalla costa migrano all’altro zero incorruttibile.
Maria Oppo
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