Luo Yang, la fotografa che racconta la diaspora asiatica 

Abbiamo incontrato una delle fotografe cinesi più interessanti del momento per parlare del suo ultimo progetto: una raccolta di immagini e di storie degli asiatici che hanno scelto di emigrare, spesso con la consapevolezza di non poter mai più tornare nei loro Paesi d’origine

Immagini intime, delicate e alle volte trasgressive: attraverso l’obiettivo Luo Yang entra in modo silenzioso nella vita delle persone che ritrae per raccontare la loro storia. Come Nan Goldin o Wolfgang Tillmans, Yang porta la macchina fotografica sempre con sé per raccontare la storia delle persone che le orbitano attorno. Ma Yang non si mette mai a fuoco, e mai espone i protagonisti dei suoi ritratti in situazioni di impotenza o di fallimento personale. Osserva, mantenendo sempre una distanza molto intima e delicata con le sue modelle. La sua straordinaria abilità è quella di trovare il confine tra la rivelazione e la dignità di una persona. Classe 1984, nata e cresciuta nella regione di Liaoning, nel nord-est della Cina, Luo Yang è diventata nota al pubblico grazie al progetto GIRLS, una serie di fotografie scattate tra il 2008 e il 2017 per raccontare l’universo femminile cinese al di là dei canoni estetici. Nel 2012, Ai Weiwei la definisce una delle “stelle nascenti della fotografia cinese”. Negli anni Yang ha raccontato il volto di una generazione che abbandona l’ossessione per la perfezione imposta dai canoni estetici della società asiatica. 

Courtesy Luo Yang
Courtesy Luo Yang

Il progetto “Diaspora Birds” di Luo Yang 

L’ultimo progetto della fotografa esce però dai confini cinesi: con Diaspora Birds Yang esplora la migrazione e l’identità culturale asiatica in una serie di ritratti e di racconti attraverso le comunità cinesi, vietnamite, thailandesi e filippine delle principali capitali europee.  “Ho lasciato la Cina due anni fa, dopo la pandemia, per vivere in Europa e girare il mondo”, ha raccontato Yang ad Artribune. “Durante i miei viaggi, ho incontrato le sfide della navigazione tra la cultura orientale e quella occidentale. Ho lottato per trovare la mia autostima e identità nella società occidentale. Durante questo viaggio, ho incontrato molti asiatici e sono venuta a conoscenza delle loro storie di migrazione e delle sfide ancora più grandi che hanno dovuto affrontare. Proprio questi incontri mi hanno ispirata a iniziare Diaspora Birds”. 

Il fenomeno della diaspora asiatica 

Le diaspore asiatiche in Europa sono un fenomeno riconducibile principalmente al Novecento, dal colonialismo alla Guerra Fredda passando per la Prima Guerra d’Indocina e la Guerra del Vietnam. Numerose comunità asiatiche si sono stanziate nei confini cittadini e nei dintorni delle principali capitali europee, da Milano a Parigi, da Belino a Londra. Diaspora Birds si concentra sulla dualità vissuta dagli immigrati asiatici, in particolare quelli di seconda e terza generazione, divisi tra le tradizioni dei loro Paesi di origine e le sfide portate dall’integrazione nelle culture occidentali. Yang racconta i conflitti interiori, l’orgoglio culturale e le esperienze individuali di adattamento di persone di diverse origini asiatiche. “Spero che il mio lavoro possa aiutare chi è proveniente da contesti culturali diversi a comprendere la cultura asiatica e le vite e le storie di migrazione. Il mio sforzo principale sta nel documentare e condividere le storie delle persone che incontro, favorendo un maggiore dialogo culturale e comprensione reciproca”, ha aggiunto la fotografa.  

Le storie dei migranti asiatici nei Paesi occidentali 

Yang ci racconta come è arrivata in contatto con i soggetti che ha fotografato in circa due anni, viaggiando tra le principali capitali europee: alcuni sono amici di amici, altri sono entrati in contatto con lei attraverso i social, mentre alcuni invece sono stati il frutto di incontri casuali. “All’inizio, per circa un anno, mi sono concentrata sulla ricerca e sull’incontro con gli asiatici in Europa. Solo dopo mi sono concentrata principalmente sulla fotografia e sui ritratti”. Le storie rivelano questioni universali della diaspora asiatica come il razzismo e la difficoltà a mantenere vivi i legami culturali, ma anche la ricerca di accettazione e autenticità.  Diaspora Birds sottolinea l’importanza di dare voce alla diversità e alla resilienza delle comunità asiatiche in contesti globalizzati, parlando di un “ritorno impossibile” alla patria. Cresciuti in paesi ospitanti, molti di questi individui non si sentono né pienamente asiatici, né pienamente occidentali. “Le sfide iniziali sono state di carattere personale – ci confida Yang – affrontare gli scontri culturali e lottare per realizzare la mia autostima. Tuttavia, grazie a questo progetto, ho trovato molto coraggio e conforto. Le persone che ho incontrato hanno subito instaurato con me un rapporto di fiducia: mi sono avvicinata a loro con sincerità e rispetto, il che contribuisce a creare un ambiente confortevole e rilassato durante le nostre interazioni e gli scatti”.  

Le fotografie di Luo Yang 

Tutte le fotografie di questo progetto sono accompagnate da delle interviste e storie personali, ci racconta Yang: “Molte storie mi hanno profondamente commosso. Per esempio, Justine, un’immigrata vietnamita di terza generazione a Parigi, una donna di straordinaria bellezza, ha condiviso le sue lotte con l’identità secondo gli standard di bellezza occidentali. Ha lottato contro l’insicurezza e ha affrontato dolorosi conflitti interiori, la sua storia mi ha lasciato un forte impatto”. Yang fotografa i suoi soggetti in ambienti a loro familiari, come la Chinatown di Parigi o il Dong Xuan Center di Berlino, cercando di catturare la loro autenticità. E così emergono storie come quella di Thérèse, immigrata cinese e laotiana di seconda generazione, cresciuta tra negozi asiatici gestiti dai suoi genitori a Parigi, con un abbigliamento e look eccentrici in contrasto con il contesto tradizionale in cui è cresciuta. Oppure racconti come quello di Theppie, musicista a Parigi, che racconta la sua storia attraverso i tatuaggi che riflettono sia la sua identità culturale che la sua individualità. 

I prossimi progetti di Luo Yang 

“Nel corso degli anni, passando dalla giovinezza alla mezza età, anche il mio lavoro ha subito una naturale transizione. Ho incluso vecchie generazioni di immigrati e individui di mezza età, riflettendo la mia prospettiva e il mio stato d’animo in evoluzione in questa fase della vita. Questa parte del progetto non è ancora stata pubblicata, ma la condividerò in futuro” – ci anticipa Yang – “Spero che attraverso il mio progetto le persone possano avere una comprensione e un rispetto più profondi per le diverse culture. Per coloro che sono in diaspora, mi propongo di fornire un senso di conforto e di connessione con le loro radici”. 

Camilla Fatticcioni 
 
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