Darren Almond – Songbirds and Willows
La nuova mostra di Darren Almond presso la galleria Alfonso Artiaco, “Songbirds and Willows”, ci invita a riflettere sullo scorrere del tempo, sulla fragilità della memoria e sul nostro legame con la natura, offrendo una meditazione sui ritmi ciclici e mutevoli della vita.
Comunicato stampa
La nuova mostra di Darren Almond presso la galleria Alfonso Artiaco, “Songbirds and Willows”, ci invita a riflettere sullo scorrere del tempo, sulla fragilità della memoria e sul nostro legame con la natura, offrendo una meditazione sui ritmi ciclici e mutevoli della vita.
Con una nuova serie di dipinti, l'artista britannico mette in discussione la concezione lineare del tempo della società occidentale contemporanea, invitando gli spettatori a riesaminare i propri ricordi all'interno di un contesto circolare.
Le prime due sale della galleria presentano una nuova serie di opere nate dalle visite di Almond allo studio di Lucian Freud a ovest di Londra. Dopo essere stato invitato a trascorrere del tempo in quello spazio, l'occhio di Almond è stato catturato da ciò che rimaneva della pratica del famoso artista, vale a dire gli stracci di cotone macchiati di vernice che utilizzava durante la realizzazione dei suoi lavori. La scoperta ha portato Almond a una profonda esplorazione della luce e della forma, trasformando gli stracci di Freud in paesaggi monumentali. Queste immagini, stampate e poi sovradipinte su tele di grandi dimensioni, rendono il peso emotivo della presenza e dell'assenza, toccando lo spazio liminale tra la vita e la morte. Con i loro toni smorzati di terra e polvere, con improvvise esplosioni di colore, Almond si riferisce a queste opere come ai suoi “Songbirds” (uccelli canterini), poiché riflettono una tavolozza simile a quella delle specie di uccelli originarie della Gran Bretagna.
La mostra prosegue poi con i “Willow Works”, dove la ciclicità del tempo è sempre presente. Le stagioni si presentano attraverso veli acquosi di pigmento che riempiono le tele, ciascuna caratterizzata dai rami sospesi di un salice. Nascosto all'interno, emerge lo zero, emblema concettuale dell'infinito, della concentrazione e dell'interconnessione di tutte le cose. Punto di fuga della prospettiva o simbolo dell'infinito, lo zero funge da punto di riferimento per la vita.
Letto come contemplazione della mortalità, lo zero è il momento in cui l'esistenza incontra la non esistenza, una continuazione dell'interesse di lunga data di Almond per le questioni filosofiche dell'essere e del nulla.
Nell'ultima sala della serie “Willows”, Almond applica alla tela metalli preziosi come l'oro, il rame e il palladio per sfruttare le qualità dinamiche della luce riflessa. Queste lamine di luce evocano contemporaneamente la luce del sole o della luna che si riflette sulla superficie dell'acqua e l'alternarsi delle stagioni. Ogni pannello raffigura il salice in diverse fasi di crescita e rinascita, dalle foglie in erba della primavera che si stagliano sull'oro soleggiato, ai rami spogli dell'inverno che si insinuano sul freddo palladio.
Le proprietà di questi metalli permettono alla luce di essere attratta, riflessa e alterata in modo da rispecchiare il passaggio del tempo reale, evocando la fluidità e la grazia della natura, mentre i loro motivi geometrici ricordano i tradizionali byōbu (schermi pieghevoli) giapponesi.
Questa sintesi di tradizioni artistiche e materiali giapponesi dimostra come Almond non si sia semplicemente appropriato di queste influenze, ma le utilizzi piuttosto come struttura fisica e concettuale per esplorare ulteriormente il suo interesse per la natura del tempo.
In contemporanea Darren Almond presenterà anche RAGS, un progetto espositivo in collaborazione con la galleria Artiaco presso gli spazi della Cappella Sansevero a Napoli dal
22 gennaio al 17 marzo 2025, ingresso consentito con prenotazione obbligatoria sul sito web del museo.
Le opere in mostra nella navata della Cappella, fanno parte dello stesso ciclo presente nelle prime sale della galleria nato dalle visite dell’artista allo studio di Lucian Freud.
Una doppia esposizione dunque che disegna un percorso nel cuore del centro antico di Napoli per esplorare e conoscere le ultime opere di Almond al confine tra vari linguaggi artistici.
Darren Almond è nato a Wigan, in Inghilterra, nel 1971.
Lavora con una grande varietà di media che includono la fotografia, la scultura, la pittura e il video. Nel 2005 è stato nominato per il Turner Prize ed ha avuto numerose mostre personali in tutto il mondo: The Renaissance Society, Chicago (1999); De Appel, Amsterdam e la Kunsthalle Zürich, Zurigo (2001), Tate Britain, Londra (2001); Fondazione Nicola Trussardi/Palazzo della Ragione, Milano, Italia (2003); K21, Dusseldorf (2005); Museum Folkwang, Essen (2006); SITE Santa Fe (2007); Parasol Unit, Londra (2008); Villa Merkel, Esslingen and FRAC Haute- Normandie, Sotteville-les-Rouen (2011); Domaine de Chaumont-sur-Loire, Chaumont-sur-Loire (2012); Kunsthaus Graz, Graz (2015), MUDAM, Lussemburgo (2017); Timeline, SCAI The Bathhouse, Tokyo (2023).
Tra le principali mostre collettive si annoverano le partecipazioni a Biennale di Berlino (2001), Biennale di Venezia (2003), Biennale di Busan (2004), la mostra connessa al Turner Prize, Tate Britain, Londra (2005), Biennale di Mosca (2007) e Tate Triennal, Tate Britain, Londra (2009). Tra le altre ricordiamo poi The Nothing That Is, Royal Academy of Arts, Londra; Photographing Monet Gardens: Five Contemporary Views, Musée des Impressionismes, Giverny (2015); Fire under Snow, Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e Sublime, les tremblements du monde, Centre Pompidou, Metz (2016); In My Shoes: Art and the Self since the 1990s, Yorkshire Sculpture Park, Wakefield e The MOON: From Inner Worlds to Outer Space, Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek (2018); Apollo’s Muse: The Moon in the Age of Photography, The Metropolitan Museum, New York (2019); Slow Painting, The Edge and University Gallery, Bath, UK SCAI 30th Anniversary Exhibition, SCAI Park, Tokyo (2020); The Expanded Landscape, Getty Center, Los Angeles (2021) ; Whitechapel Gallery, Londra (2022); Foundation Carmignac, Porquerolles, Francia (2023).