Il grande regista Edgar Reitz nel suo nuovo film porta in scena le sue ex allieve

Filmstunde_23 è l’ultimo lavoro di Edgar Reitz (Morbach, 1932), l’autore della trilogia Heimat (1984-2004) e del prequel L’altra Heimat – Cronaca di un sogno (Die Andere Heimat – Chronik einer Sehnsucht, 2013) che ne hanno fatto uno dei maestri del cinema mondiale. EUn incontro fra professore e allieve dopo 55 anni Il film, girato in collaborazione con Jorg Adolph (Herford, 1967), è un documentario che […]

Filmstunde_23 è l’ultimo lavoro di Edgar Reitz (Morbach, 1932), l’autore della trilogia Heimat (1984-2004) e del prequel L’altra Heimat – Cronaca di un sogno (Die Andere Heimat – Chronik einer Sehnsucht, 2013) che ne hanno fatto uno dei maestri del cinema mondiale.

EUn incontro fra professore e allieve dopo 55 anni

Il film, girato in collaborazione con Jorg Adolph (Herford, 1967), è un documentario che ritorna su un esperimento di formazione cinematografica di cui Edgar Reitz fu protagonista nel 1968 con ragazze di 13-14 anni del Luisengymnasium di Monaco di Baviera. L’antefatto è un casuale incontro del famoso regista con Ingrid, una delle sue allieve dell’epoca, che lo avvicina e gli ricorda quei lontani momenti passati insieme. Nasce allora l’idea di riunire, dopo 55 anni, le ragazze del 1968, ormai mature signore, per ri-raccontare quell’esperienza che era stata filmata in bianco e nero per la televisione. In Filmstunde_23 (ora di cinema) le immagini del passato si alternano a quelle della reunion con le ex allieve che commentano le scene delle lezioni di cinema e i filmati da loro realizzati dialogando con il regista. Ne nasce un confronto dove cinema, vite e storia collettiva si fondono e intrecciano in momenti a tratti commoventi perché per molti, a partire dal regista ultranovantenne, è tempo di bilanci.

Cinema nelle scuole: il progetto educativo di Edgar Reitz

L’esperimento didattico del 1968 nasce da un assunto politico: la convinzione che il cinema dovesse trovare uno spazio autonomo nell’insegnamento scolastico. Reitz inizia il film con una citazione di Béla Balázs (Szeged, 1884 – Budapest, 1949): “Se il cinema non viene insegnato a scuola, noi omettiamo di riconoscere la più importante rivoluzione nel campo dell’educazione umana“. L’allora trentacinquenne professore e regista – che nel 1962 era stato tra i firmatari del Manifesto di Oberhausen, ricordato come l’atto di nascita dello Junger Deutscher Film (Giovane cinema tedesco) e nel 1967 aveva visto premiato a Venezia come miglior opera prima il suo lungometraggio, Malhzeiten – non ha un atteggiamento dogmatico nei confronti delle giovani allieve. Stimola il confronto con domande, distribuisce oggetti – una scarpa, un modellino d’auto, una spazzola, una caraffa di vetro, una collana – perché diventino lo spunto per un mini plot, accenna alla sintassi del cinema, ai movimenti di macchina, al montaggio. “Voglio dimostrarvi che il cinema è una forma di scrittura, ognuna di voi può imparare a filmare conoscendo le basi del linguaggio cinematografico” dice Reitz. E un’allieva ricorda: “quella dell’epoca, era una scuola tutta centrata sul raggiungimento dei risultati, sulle performance degli allievi. In quelle lezioni di cinema, per la prima volta mi venne chiesto chi ero, che cosa mi interessava, avendo poi la possibilità di esprimere la mia opinione“.

Il cinema d’autore in versione didattica

Al pomeriggio Reitz porta le allieve al cinema. Vanno a vedere Zazie nel metrò di Louis Malle e M – Il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang. Ma, soprattutto, in mano alle ragazze vengono messe delle cineprese Super8 e con esse escono per le strade della città a filmare la vita nei quartieri, secondo i dettami del cinema d’autore che si stava affermando nelle varie cinematografie nazionali. Le scene girate al Viktualienmarkt, uno dei cuori popolari della città diventano oggi un prezioso documento su personaggi e abitudini del più famoso mercato di Monaco. Reitz cita Chris Marker (Neuilly-sur-Seine, 1921- Parigi, 2012): “Non riesco a immaginare come la gente potesse ricordare prima che il cinema fosse inventato“. Le ragazze, che imparano a lavorare in gruppo, sono chiamate al compito più difficile ma anche più entusiasmante: realizzare un filmato. I temi scelti sono i più diversi: gli allenamenti di un fratello calciatore dilettante, la vita nella fattoria di famiglia, l’attività della polizia e dei vigili che regolano il traffico nelle strade della città, lo shopping. Tutti i filmati sono stati conservati dal regista tedesco per 55 anni e ora vengono mostrati alle allieve-registe che li commentano con emozione. 

“Filmstunde_23”, il nuovo film di Edgar Reitz

Edgar Reitz sottolinea, con una nota amara, che la sua provocazione di quegli anni non ebbe l’appoggio politico necessario a far entrare l’insegnamento del cinema nelle scuole. Ma Filmstunde_23 – presentato in anteprima mondiale lo scorso febbraio a Berlino (dove Reitz è stato premiato con il Berlinale Camera Award) e recentemente al Sotto18 Film Festival di Torino – è una dichiarazione d’amore per il cinema. “Mi chiedevo cosa quelle lontane lezioni di cinema avessero lasciato nelle vite delle ragazze diventate donne e ascoltarle mi ha consentito di riflettere sul rapporto fra arte, realtà e su cosa percepiamo del mondo“. Le parole finali del regista suonano quasi come un testamento: “Il tempo raccontato in un film è uno specchio delle nostre vite nelle sue più diverse sfaccettature. Con il cinema è possibile comprimere una vita nella durata in un film“.
Una nota malinconica sulla vita che scorre, ma anche la gioia del ritrovarsi dopo oltre mezzo secolo e lo sguardo ancora proiettato al futuro. Il quasi novantatreenne Edgar Reitz sta infatti lavorando al suo nuovo progetto cinematografico dedicato al filosofo e matematico Gottfried Wilhelm Leibniz.

Dario Bragaglia

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Dario Bragaglia

Dario Bragaglia

Dario Bragaglia si è laureato con Gianni Rondolino in Storia e critica del cinema con una tesi sul rapporto fra Dashiell Hammett e Raymond Chandler e gli studios hollywoodiani. Dal 2000 al 2020 è stato Responsabile delle acquisizioni documentarie e…

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