L’arte tessile protagonista a Parigi in due grandi mostre con due grandi artiste

Alla Fondazione Cartier e al Grand Palais di Parigi, le artiste Olga de Amaral e Chiharu Shiota condividono una riflessione sulla tessitura che, pur con intenzioni e metodi diversi, dà vita ad opere dal forte impatto poetico ed emotivo

Un filo rosso, non metaforico ma reale, lega due delle mostre più interessanti aperte all’inizio del 2025 a Parigi. Due artiste, di generazioni e contesti culturali diversi, che utilizzano l’idea di tessitura per realizzare le proprie opere; entrambe attraversate da una tensione poetica, se pure di matrice ed intenzione diversa.

Olga de Amaral alla Fondazione Cartier di Parigi

La Fondation Cartier presenta la prima retrospettiva europea dedicata alla colombiana Olga de Amaral, classe 1932, che ha spinto l’arte tessile fino a sperimentazioni legate sia alla cultura modernista che alle tradizioni popolari. Ottanta opere testimoniano la ricchezza e l’abilità tecnica di Olga, pioniera della corrente della Fiber Art negli Anni Sessanta, insieme a Magdalena Abakanowicz e Sheila Hicks. Tramite il percorso espositivo concepito dalla curatrice Lina Ghotmeh, che attraversa gli spazi della Fondazione, è possibile ripercorrere le diverse tappe della ricerca di Amaral, a partire da Tisser le paysage, che riunisce una serie di opere di grandi dimensioni, realizzate con il crine di cavallo mescolato alla lana. Lavori monumentali come Gran muro (1976) o Muro en rojos (1982) evocano i muri di mattoni tipici delle abitazioni colombiane, mentre la stratificazione dei tessuti ricorda gli strati geologici o le cartografie del paesaggio. “Ho scoperto il colore, la trama e la struttura del mondo del tessile. In un contesto così ricco di possibilità” spiega l’artista, “ho imparato a manipolarlo in maniera contemporanea”.

Olga de Amaral. Dalla materia del tessuto alla leggerezza del filo

Dal tessuto come materia si passa alla leggerezza del filo, protagonista di Brumas, 23 installazioni composte da migliaia di fili sospesi al soffitto, quasi a ricordare sottili piogge colorate. Gli ambienti al piano inferiore della fondazione sono dedicati alle sperimentazioni dell’artista ispirate alle correnti del Bauhaus o ai principi della Fiber Art, in cui il tessuto diventa scultura. Qui il talento di Amaral tocca punte molto alte, in una successione di opere che va da En gris y rosado (1966) concesso dalla Tate Modern, a Cesta lunar 50B (1991-2017), fino ai lavori in foglia d’oro, tra i quali spicca Strata XV (2009), che anticipa Estelas, un’installazione spettacolare che riunisce 13 lavori, ispirati alle antiche sculture funerarie dei siti archeologici precolombiani.

La mostra di Chiharu Shiota al Grand Palais di Parigi

Se il filo per Amaral è il materiale principale del lavoro, per l’artista giapponese Chiharu Shiota (1972) è l’elemento concettuale e simbolico protagonista dell’opera, il vettore delle tensioni drammatiche che la attraversano. The Soul Tremblesè la più importante mostra monografica mai realizzata in Europa, curata da Mami Kataoka, direttrice del Mori Museum, e aperta al Grand Palais fino al 19 marzo. Un’occasione unica per entrare nel doloroso immaginario dell’artista, che ha rappresentato il Giappone alla Biennale di Venezia nel 2015. A differenza di Amaral, per Shiota il filo rappresenta il ricordo, la memoria, la morte e, più in generale, la presenza nell’assenza, per “collegarsi ai sentimenti umani nel senso più ampio possibile” spiega l’artista.

A Parigi la prima grande monografica dedicata a Chiharu Shiota in Europa

Negli ampi spazi di un’ala del Grand Palais, Kataoka ha immaginato una scrittura curatoriale che alterna grandi installazioni a momenti di documentazione legata alla carriera dell’artista, che ha studiato a Kyoto, Canberra e Amburgo; per poi entrare, prima nello studio di Marina Abramović e, successivamente, in quello di Rebecca Horn a Berlino, dove attualmente Shiota risiede. L’incipit è affidato alla prima di una serie di installazioni monumentali: Where are we going? (2017), con cui trasforma la tromba delle scale in una cascata di fili bianchi che imprigionano una serie di barche sospese a mezz’aria. Le barche ritornano in Uncertain journey (2016), dove sette sagome metalliche di imbarcazioni sono avvolte in una ragnatela di fili rossi, simboli dei legami, fisici e digitali, tra gli esseri umani. Nelle sale successive le diverse fasi della ricerca dell’artista vengono documentate con disegni, fotografie e dipinti, che illustrano il rapporto con il suo corpo, attraverso performance molto forti come Becoming painting (1994). Particolarmente poetica l’installazione Connecting Small Memories (2019), in cui Shiota collega tra loro, con fili rossi, centinaia di mobili per bambole, trovati nei mercatini a Berlino.

Chiharu Shiota: le opere scenografiche

Interessante la sezione dedicata alle scenografie per le opere teatrali, realizzate tra il 2003 e il 2019, mentre il gran finale è affidato a tre installazioni. La prima, In silence (2008) è legata a un ricordo infantile e vede un’intera stanza avvolta in una ragnatela di fili neri che partono da un pianoforte bruciato. La seconda, Inside-Outside (2019) è un muro costruito con decine di finestre recuperate dai cantieri edilizi dell’ex Berlino Est. Dulcis in fundo, attraverso l’opera Accumulation-Searching for Destination (2016), che vede protagoniste decine di valige sospese a mezz’aria, Shiota suggerisce una riflessione sul viaggio, l’esilio e il nomadismo dell’artista, che ha cambiato casa nove volte in tre anni. Le valige e i fili sono dispositivi che suggeriscono l’idea di relazioni instabili tra individui condannati a una perenne condizione di precarietà, caratteristica del mondo attuale che Shiota evoca con puntuale lucidità.

Ludovico Pratesi

Parigi/fino al 16 marzo 2025
Olga de Amaral
The Fondation Cartier pour l’art contemporain
https://www.fondationcartier.com/en



Parigi//fino al 19 marzo 2025
The Soul Trembles. Chiharu Shiota

GrandPalais
https://www.grandpalais.fr


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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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