Guida a tutte le mostre da vedere a New York nel 2025

Dal lusso del Brooklyn Museum ai classici Vermeer e Friedrich alla Frick Collection e al MET, ecco le mostre da non perdere quest'anno nella Grande Mela. Bonus, un'esperienza culinaria unica nel suo genere

Sarà forse la riapertura di aprile della FrickCollection (chiusa dallo scorso marzo per un restauro da 330 milioni di dollari) l’evento più atteso del nuovo anno a New York. In ogni caso le esposizioni programmate per il 2025 sono un diluvio. Impossibile fornire l’elenco completo, anche perché ognuno dei maggiori musei della città a fianco di quella principale è capace di contenerne contemporaneamente altre, spesso anche queste meritevoli. Tutto questo senza tener conto dei programmi delle potenti gallerie presenti: Gagosian da solo punteggia Manhattan con 6 location.
Qui di seguito diamo conto di quel che accadrà nei prossimi mesi, tenendo conto delle specificità di alcune grandi istituzioni e notando come ovunque le curatele siano straordinarie: merito di una dovizia di mezzi difficilmente riscontrabile altrove, ma pure della capacità di rivolgere lo sguardo al futuro.

“Solid Gold” al Brooklyn Museum

Solid Gold, installation view at Brooklyn Museum
Solid Gold, installation view at Brooklyn Museum

Questa mostra dedicata all’oro schiera cinquecento oggetti che provengono da una selezione dei quattromila in dotazione al museo che avrebbero potuto essere schierati. Poca cosa, comunque, rispetto al milione e mezzo di pezzi della collezione permanente di quello che è divenuto il secondo museo della città: qui sono esposti oggetti funerari egizi, gioielli greci, amuleti indigeni provenienti dall’America Latina, pale d’altare italiane del XIV Secolo, opere cinematografiche di Hollywood, paraventi giapponesi, capi di abbigliamento dei brand del lusso e costumi di scena di Hollywood. Nell’affrontare il percorso è meglio sospendere ogni pregiudizio: quello che per un europeo può essere considerato flashy fa parte di una dialettica high/low qui assai diffusa. Una mostra insieme molto ambiziosa e molto americana.

Solid Gold curata da Matthew Yokobosky
Brooklyn Museum, 200 Eastern Parkway, Brooklyn
Sino al 6 luglio 2025

“Vermeer’s Love Letters” alla Frick Collection

Vermeer alla Frick Collection
Vermeer alla Frick Collection

Per inaugurare le nuove gallerie espositive del primo piano del museo, tre opere di Vermeer saranno presentate alla Frick Collection dal 18 giugno all’8 settembre 2025. Si tratta di un’inedita sequenza di dipinti che associa la Mistress and Maid (appartenete alla collezione Frick) a Love Letter (dal Rijksmuseum di Amsterdam) e a Woman Writing a Letter, with Her Maid (della National Gallery di Dublino). La presentazione in un’unica galleria offre ai visitatori l’opportunità di considerare tanto il trattamento riservato da Vermeer a questo tema quanto il suo modo di rappresentare donne di classi sociali diverse. Sarà Robert Fucci, dell’Università di Amsterdam, a compilare un catalogo incentrato sulle tre opere e sui loro temi nell’arte olandese del XVII Secolo. Per quanto riguarda il museo, tutti gli spazi rinnovati brilleranno: la Cabinet Gallery consentirà l’accesso a opere raramente esposte (a causa della loro sensibilità alla luce) che spaziano da schizzi a disegni altamente rifiniti tra gli altri di Degas, Goya, Ingres, Rubens e Whistler; mentre è prevista in ambienti diversi un’installazione speciale di sculture in ceramica rappresentanti bouquet di fiori dell’ucraino Vladimir Kanevsky.

Vermeer’s Love Letter
Frick Collection, 1 east 70th street
Dal 18 giugno all’8 settembre

“Caspar David Friedrich. The soul of nature” al Metropolitan Museum

Caspar David Friedrich
Caspar David Friedrich, Viandante sul mare di nebbia

Questa grande retrospettiva segue le celebrazioni svoltesi nel 2024 in Europa in occasione del 250° compleanno dell’artista, ed è organizzata in collaborazione con l’Alte Nationalgalerie di Berlino, gli Staatliche Kunstsammlungen di Dresda e la Kunsthalle di Amburgo, che ospitano le più consistenti collezioni di opere di Friedrich al mondo. Come sempre accade per questo museo, la mostra giganteggia: oltre ai lavori provenienti da queste tre istituzioni, saranno presentate opere concesse altri prestatori pubblici e privati in Europa e Nord America, toccando oltre settantacinque tra dipinti a olio, disegni finiti e schizzi di ogni fase della carriera dell’artista, insieme a esempi selezionati dei suoi contemporanei. Nel complesso, la mostra distillerà la visione della natura di Friedrich e collocherà la sua arte all’interno della politica tumultuosa e della cultura vibrante della società tedesca del XIX Secolo, illuminando il ruolo del Romanticismo tedesco nel plasmare le percezioni moderne del mondo naturale. Le opere di Friedrich sono immensamente popolari, pur essendo tutt’altro che un’arte confortante, e nonostante tutta la loro accattivante bellezza, si tratta di opere palpabilmente radicali.

Caspar David Friedrich: The Soul of Nature
The Met Fifth Avenue, Gallery 199
Dall’ 8 febbraio all’11 maggio 2025

“Pirouette. The turning point of design” al MoMa

Pirouette al MoMa New York
Pirouette al MoMa New York

La curatrice di questa esposizione è Paola Antonelli, in forza al MoMA dal 1994 dove ricopre oggi l’incarico di curatrice senior del Dipartimento di architettura e design e direttrice Ricerca e sviluppo del MoMA. Pirouette Turning Points in Design presenta oggetti di uso comunecheoffrono soluzioni non convenzionali a problemi di tutti i giorni dai Post-It ai capi di intimo contenitivo Spanx. Sono oggetti, quanto di più lontano possibile dal concetto di design fighetto che informa spesso esposizioni alla “Salone del Mobile”, perché per Antonelli il design è un elemento antropologico che ha aiutato e aiuta ad affrontare per il meglio la vita personale e sociale di ognuno di noi. Gli oggetti selezionati provengono principalmente dalla gigantesca collezione del museo, mentre solo pochi altri sono noti a un pubblico più ristretto di esperti.

Pirouette. Turning Points in Design. Curata da Paola Antonelli
MoMA, Floor 3, 3 North The Philip Johnson Galleries
Dal 26 gennaio al 18 ottobre 2025   

“Beatriz Milhazes. Rigor and beauty” al Guggenheim

Beatriz Milhazes at Guggenheim New York
Beatriz Milhazes at Guggenheim New York

Nata a Riode Janeiro nel 1960, Milhazens crea dipinti astratti simili a murales attraverso la tecnica dei monotransfer.  Dipinge una figura astratta su un foglio di plastica trasparente, quindi attacca questo foglio alla tela e poi lo stacca, trasferendo così lo strato di pittura: ripetendo questo processo più volte crea un’immagine piatta che fonde insieme momenti temporali diversi; la sequenza rimane comunque visibile a pezzo finito, invitando a una visione ravvicinata e quindi a una connessione intima. L’amore per la pittura, il disegno e il collage, mantengono un aspetto organico nella loro combinazione selvaggia di arabeschi aggraziati, astrazione geometrica e motivi floreali. Nelle sue stampe e nelle installazioni architettoniche che uniscono armonie di colori saturati con l’astrazione geometrica Milhazens fa riferimento sia al modernismo europeo sia a quello brasiliano: Matisse, Mondrian, Roberto Burle Marx e Tarsila do Amaral sono una forte presenza all’interno del suo lavoro. La sua prima grande mostra museale è stata organizzata nel 2001 dalla Ikon Gallery di Birmingham, e il suo lavoro è stato incluso nella Biennale di San Paolo nel 2002 e nel 2004, e nel 2003 ha rappresentato il Brasile alla Biennale di Venezia. Il Guggenheim a marzo promette di esporre tanti pezzi provenienti dalla propria collezione permanente e da importanti prestiti.

Beatriz Milhazes. Rigor and beauty
Guggenheim Museum, 1071 5th Ave
Dal 7 marzo al 7 settembre 

“Shifting Landscapes” al Whitney Museum for American Art

Shifting Landscapes al Whitney Museum di New York
Shifting Landscapes al Whitney Museum di New York

Al sesto piano del museo è arrivata una mostra che con il paesaggismo in senso classico non ha niente a che fare. Mentre il genere del paesaggio è stato a lungo associato a vedute pittoresche, Shifting Landscapes prende in considerazione un’interpretazione più ampia della categoria, esplorando come le mutevoli questioni politiche, ecologiche e sociali motivino gli artisti nel tentativo di rappresentare il mondo che li circonda. Tratto dalla collezione del Whitney, il percorso presenta opere dagli Anni ’60 a oggi ed è organizzata in base a distinte sezioni tematiche. Alcune di queste si fondono attorno ad affinità materiali e concettuali: assemblaggi scultorei formati da oggetti di provenienza locale, approcci ecofemministi alla Land Art e l’eredità della fotografia paesaggistica documentaristica. Altri sono legati a geografie specifiche, come il frenetico paesaggio urbano della moderna New York o la scena cinematografica sperimentale della Los Angeles degli Anni ’70; altri ancora mostrano come gli artisti inventino nuovi mondi in cui umani, animali e terra diventano una cosa sola. Che si tratti di rappresentare gli effetti dell’industrializzazione sull’ambiente, di confrontarsi con l’impatto dei confini geopolitici o di proporre spazi immaginari come un modo per destabilizzare il concetto di “naturale”, le opere qui raccolte mettono in primo piano il modo in cui plasmiamo e siamo plasmati dagli spazi che ci circondano.

Shifting Landscapes
Whitney Museum for American Art, piano 6, 99 Gansevoort Street
Sino a gennaio 2026

Keiji Nakazawa un artista del Sushi a Manhattan

Sushi Sho, New York
Sushi Sho, New York

Una legge ferrea del sushi stabilisce che più il ristorante è imponente, più piccola è l’insegna. Più piccola l’insegna, però, e più grande è la certezza che l’esperienza non sarà economica. Uno dei maestri di sushi più influenti al mondo, Keiji Nakazawa, ha aperto Suchi SHo a Manhattan dallo scorso marzo, con scarsissima pubblicità.  Nakazawa gestisce anche tre banconi di sushi a Tokyo e un altro Sushi Sho a Honolulu, e una trentina di chef da lui formati portano avanti il suo stile nei loro ristoranti a Tokyo, Hong Kong, Seoul e Los Angeles. Cosa accade quando ti siedi? L’avvio è costituito da una successione alternata di antipasti e nigiri al bancone di cipresso a cinque lati. Puoi fermarti lì o continuare ordinando qualche articolo dal menu okonomi, come il fegato di rana pescatrice liscio e cremoso con una scaglia di anguria sottaceto, raccolta quando non era più grande di un mango. Nakazawa è l’ultimo di una serie di maestri di sushi giapponesi che hanno contribuito a trasformare New York nella città del sushi più importante al mondo al di fuori del Giappone.

Aldo Premoli

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Aldo Premoli

Aldo Premoli

Milanese di nascita, dopo un lungo periodo trascorso in Sicilia ora risiede a Cernobbio. Lunghi periodi li trascorre a New York, dove lavorano i suoi figli. Tra il 1989 e il 2000 dirige “L’Uomo Vogue”. Nel 2001 fonda Apstudio e…

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