Un’insolita biografia a fumetti di Buster Keaton

Esce a febbraio per Tunué “Buster”, la biografia a fumetti che ripercorre la vita del mitico attore Buster Keaton: dall'infanzia al successo negli Anni Venti, dai demoni dell’alcol alla “rinascita” in età avanzata

La vita di Buster Keaton è stata, in un certo senso, una grande caduta. In primis perché la cifra stilistica principale del suo percorso da attore erano, appunto, tonfi e ruzzoloni. L’intera cinematografia di Keaton è costellata di piroette e salti vertiginosi, gli stessi che agli albori della sua carriera fecero sentenziare al mago Houdini (parte della stessa compagnia teatrale nella quale il giovane esordì) “what a buster!”, ovvero “che bel rompicollo!”. Da allora l’appellativo non ha più lasciato l’artista, forgiandolo nel giro di pochi anni come uno dei volti più iconici del cinema muto.

La straordinaria vita di Buster Keaton

Eppure, dicevamo, la vita dell’attore fu punteggiata anche di “cadute” di tutt’altro genere. Genio assoluto di una comicità originale e straniata, tutta giocata su un sapiente e anticipatorio uso del linguaggio del corpo, questo pioniere della macchina da presa trascorse gli ultimi capitoli della sua esistenza alle prese con un triste declino. Vittima del sonoro, nel 1932 Keaton viene licenziato dalla società di produzione che ne aveva sancito il successo (la Metro-Goldwyn-Mayer), mentre la moglie Natalie Talmadge chiede il divorzio sottraendogli i figli James e Robert (e una parte consistente del patrimonio). 
Di fronte a questo rapido stravolgimento personale e professionale l’attore trova rifugio nell’alcol, viene internato in un ospedale psichiatrico, e per diverso tempo scompare dalle scene, toccando il fondo dopo anni di successi stellari. Da questo periodo di down Buster si risolleverà solo nell’ultimo decennio di vita, uscendo dal vortice dei vizi, avviando un nuovo matrimonio (con la ballerina Eleanor Norris), e tornando a recitare all’interno di un mondo dello spettacolo evidentemente diverso rispetto a quello conosciuto, ma al quale dimostrò di sapersi adattare con spot commerciali, comparsate televisive e lungometraggi sonori che riuscirono a renderlo popolare anche agli occhi di un nuovo pubblico.

Andrea Fontana, Ilaria Palleschi – Buster (Tunué, 2025)
Andrea Fontana, Ilaria Palleschi – Buster (Tunué, 2025)

Il nuovo fumetto su Buster Keaton

A raccontare le acrobazie (esistenziali e professionali) del “rompicollo” del cinema americano – al secolo Joseph Frank Keaton – sarà presto un nuovo fumetto, scritto da Andrea Fontana e Ilaria Palleschi, e pubblicato da Tunué.
Disponibile sugli scaffali a partire dal prossimo 13 febbraio, il graphic novel ripercorre a grandi linee la rocambolesca avventura biografica dell’attore, a partire dalla sua leggendaria e discussa infanzia. Dagli esordi nella compagnia teatrale di famiglia si passa alle primissime gag per il cinema, all’epoca dominato da Charlie Chaplin e Roscoe Arbuckle: il debutto è segnato dal film Fatty macellaio del 1917, cui seguirono altri quattordici cortometraggi tra il 1918 e il 1919. “Erano gli Anni Venti, quelli del secolo scorso, e Keaton, senza saperlo, non stava solo interpretando i suoi primi lungometraggi comici, ma stava inventando il cinema”, si legge nella prefazione al volume, scritta dal regista Maurizio Nichetti. “Le sue sceneggiature, le sue gag, raramente chiuse in una stanza, spesso vissute di slancio in mezzo a cataclismi naturali, su treni in corsa, in mezzo al mare, stavano anticipando tanti film d’azione che sarebbero seguiti dopo di lui”.

Andrea Fontana, Ilaria Palleschi – Buster (Tunué, 2025).
Andrea Fontana, Ilaria Palleschi – Buster (Tunué, 2025).

Decadenza e risalita di Buster Keaton

Ma oltre a soffermarsi sulle mirabolanti acrobazie di fronte alla macchina da presa, le stesse che gli garantirono il successo (al punto da realizzare ben 23 lungometraggi nei soli tre anni dal 1920 al 1923), gli autori del biopic approfondiscono nelle oltre 150 tavole del volume le complicazioni che punteggiarono la vita del protagonista, rendendole il tema principale della lettura. La dimensione privata di Keaton – dall’alcolismo alla riabilitazione, fino al meritato riconoscimento di Hollywood e al riavvicinamento con i figli – è dunque il leitmotiv che guida la trama, ricomponendo una vita sempre in bilico tra felicità estrema e malinconia dilaniante. La vita di Buster Keaton è, in fondo, un inno alla resilienza e alla capacità di risollevarsi da terra anche dopo un brutto tonfo; un tonfo dopo il quale ci si scrolla di dosso la polvere come se nulla fosse accaduto.

Alex Urso

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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