La prima grande “caleidoscopisca” mostra dell’artista Olafur Eliasson è a Los Angeles 

Portano la firma dell'artista islandese – danese le illusioni e i dispositivi ottici che animano gli ampi spazi del Geffen Contemporary del MOCA in California, invitando il pubblico a indagare lo spazio oltre i limiti consentiti 

Per quasi trent’anni, Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) ha approfondito le relazioni sociali e il cambiamento climatico attraverso opere d’arte “giocose” capaci di far riflettere il pubblico. Le stesse che, tra luci, colori e geometrie, compone Open, la prima grande retrospettiva dedicata all’artista islandese – danese, a cura di José Luis Blondet, ospitata al Geffen Contemporary del MOCA a Los Angeles evisibile fino al 6 luglio 2025. 

Estendere il mondo reale con la mostra di Olafur Eliasson a Los Angeles

La mia mostra al Geffen Contemporary del MOCA è un’estensione del mondo reale”, spiega l’artista Olafur Eliasson. “Le opere d’arte attirano e dirigono lo sguardo verso l’esterno. Aprono il museo,  trasformandolo in una gigantesca lente attraverso la quale si vede l’ambiente circostante. Molti dei lavori assomigliano a dispositivi ottici, includendo costruzioni che gli spettatori possono riconoscere come caleidoscopi e grandi specchi che confondono e alterano lo spazio”. 

La mostra Open al MOCA di Los Angeles 

In Open ogni installazione apre a nuovi scenari, incoraggiando il pubblico a viverli in base alle proprie esperienze e sensibilità. La mostra si apre con Open, opera che riflette la ricerca di Eliasson sui fenomeni del colore prendendo forma in un arcobaleno luminoso che si estende da un angolo all’altro della sala. A questo si aggiunge Observatory for seeing the atmosphere’s futures, una struttura caleidoscopica a quattro lati che attraverso il soffitto del Geffen offre una visione del cielo sopra il museo. L’apertura superiore delinea una zona dell’atmosfera che si riflette nelle pareti degli specchi e, a causa dei loro angoli, il cielo sembra curvarsi in tutte le direzioni per formare una sfera in cui i colori cambiano a seconda del tempo, dell’ora e del giorno, entrando in dialogo con le installazioni Kaleidoscope for beginning at the end e Viewing machine for imagining oceanic futures. Una luce gialla, invece, è protagonista in Device for seeing potential solar futures, una luminosità che Eliasson aveva già utilizzato per un corpus di opere realizzato agli Anni Novanta, a cui se ne susseguono molte altre ancora di recente produzione e altre iconiche. 

La mostra Open di Olafur Eliasson a Los Angeles: tra storia e innovazione 

In questo ambizioso progetto, Eliasson attinge al patrimonio di artisti intimamente legati a Los Angeles e alla ricca storia di sperimentazione e innovazione del MOCA“, ha spiegato José Luis Blondet, curatore della mostra Open.Dagli interventi specifici di Michael Asher, all’esplorazione dello spazio e del tempo di Maria Nordman, agli esperimenti percettivi di Robert Irwin con la luce e lo spazio e al lavoro pionieristico di James Turrell nell’uso della luce come mezzo“. 

Valentina Muzi 

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

Scopri di più