A Ferrara nasce il primo festival culturale dedicato alla provincia (italiana e pure internazionale)
La nuova rassegna animerà il Parco del Delta del Po e i suoi dintorni con un programma di talk, mostre, tour fluviali, installazioni galleggianti e workshop andando alla scoperta del territorio e delle sue potenzialità
Si chiama Vivere A-Metropolitano il primo festival dedicato alla provincia italiana e internazionale che con un ricco programma coinvolgerà sia professionisti che accademici attivi in diversi ambiti disciplinari (compresi quelli dell’urbanistica e dell’architettura del paesaggio) insieme a curatori, associazioni, istituzioni e cittadini in un’esperienza di esplorazione e dialogo. L’appuntamento è per il 31 marzo 2025 a Ferrara, per poi diramarsi tra Copparo, Argenta e il Parco del Delta del Po sino al 23 aprile.
Il festival Vivere A-Metropolitano a Ferrara
Il programma di Vivere A-Metropolitano sarà animato da talk, mostre, tour fluviali, installazioni galleggianti workshop e lectio magistralis diffuse sul territorio. L’iniziativa intende esplorare il territorio e il paesaggio per ritrovare nella dimensione provinciale una possibile risorsa.
Vivere A-Metropolitano: tra mancanza e volontà di emancipazione
Il termine “a-metropolitano” non si limita a indicare una mancanza o una privazione, ma introduce una volontà di emancipazione e indipendenza. Pur considerando lo spazio urbano come principale risorsa e soluzione del vivere contemporaneo, Vivere A-Metropolitano offre uno spazio per azioni e testimonianze sull’architettura, i paesaggi e le idee della provincia, conferendo un nuovo significato a quei luoghi caratterizzati da bassa densità che non corrispondono e non ambiscono alla dimensione della metropoli.
Provincia: tra urbanità e ruralità
“La provincia non è semplicemente un dato amministrativo, ma la generale appartenenza ad ambiti marginali e diffusi, sospesi tra urbanità e ruralità, in contrapposizione al nucleo denso e dinamico dei grandi centri”, spiegano i membri dell’associazione HPO, composta dagli architetti e ingegneri: Alessandro Argentesi, Luca Cei, Mara Femia, Filippo Ferraro, Gregorio Giannini, Gabriele Giau, Giulio Marchetti, Oreste Montinaro, Dario Rizzi, Giorgio Scanelli e Riccardo Simioni. “Sempre più identificata come ‘tutto il resto’, la provincia di questa rassegna non appartiene all’isolamento di ‘Perché restiamo in provincia’ di Martin Heidegger, e si sottrae al dualismo utopico e impossibile del locale-globale come indicato da Bruno Latour. Il Festival ambisce a una visione del mondo parziale che permette di vedere meglio, ‘situated knowledge’ come la definisce Donna Haraway, in grado di rafforzare legami in modo localizzato. Paradossalmente, se come accade ai contadini nel film ‘Heimat’ di Edgar Reitz, considerarsi “il centro” del proprio mondo rivela uno dei primi segni di provincialismo, il non percepirsi tali in modo consapevole rappresenta invece un’opportunità di crescita e maturazione”.
Valentina Muzi
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