È in arrivo la grande mostra di Tracey Emin a Palazzo Strozzi a Firenze
Con oltre sessanta opere, il progetto espositivo intende ripercorrere le tappe più importanti della carriera dell'artista britannica. Un viaggio che attraversa i temi del corpo, dell'amore e del desiderio
Forte del successo riscosso per le mostre di Anselm Kiefer e Helen Frankenthaler, Palazzo Strozzi a Firenzeannuncia la più grande retrospettiva mai realizzata in Italia sull’artista Tracey Emin (Croydon, 1963).
Curato da Arturo Galansino, il progetto espositivo Tracey Emin. Sex and Solitude aprirà le sue porte al pubblico il 16 marzo (e sarà visitabile sino al 20 luglio), riunendo opere storiche, recenti e nuove produzioni realizzate appositamente per l’occasione.
La mostra di Tracey Emin a Palazzo Strozzi a Firenze
Passando dagli Anni Novanta ad oggi, il percorso espositivo riunisce oltre sessanta opere (molte delle quali presentate per la prima volta in Italia). Pitture, disegni, video, fotografie e sculture attraverseranno le tappe fondamentali della carriera dell’artista britannica, accompagnando il pubblico in un viaggio che approfondisce le tematiche del corpo, del desiderio, dell’amore e del sacrificio.
Tracey Emin a Firenze: tra esperienze personali e metafore esistenziali
Onesta e autobiografica: così potremmo definire la ricerca di Tracey Emin. Traendo ispirazione dalle esperienze personali (molte delle quali traumatiche), l’artista dà forma a opere intense e potenti, dove il linguaggio diretto ed esplicito delle sue celebri frasi al neon si unisce alla forte materialità dei suoi dipinti e delle sue sculture, elevando la sfera intima a metafora universale ed esistenziale.
Chi è l’artista Tracey Emin
Nata nel 1963 a Croydon, Londra, Tracey Emin è cresciuta nella città costiera di Margate. Nell’arco della sua carriera ha sviluppato una pratica artistica che spazia in diversi medium, dando forma ai traumi subiti nel corso della sua vita: dagli abusi all’aborto, alle relazioni affettive, fino al cancro e alle sfide legate alla sua salute. Nel 1999 ha attirato l’attenzione su di sé per la candidatura al Turner Prize e per l’esposizione di My Bed alla Tate Gallery di Londra. Realizzata l’anno precedente durante un periodo di forte instabilità emotiva, l’opera mostra il letto sfatto di Emin circondato da oggetti personali e altri resti, come preservativi, biancheria macchiata di sangue, bottiglie di alcol vuote e mozziconi di sigaretta.
Da quel momento la carriera dell’artista ha conosciuto una crescita costante, tanto da essere selezionata per rappresentare il Regno Unito alla 52esima Biennale di Venezia nel 2007 ed essere nominata Professoressa di Disegno alla Royal Academy nel 2011 (una delle prime donne a ricoprire questo ruolo nella storia dell’istituzione).
Infine, ha recentemente inaugurato a Margate i Tracey Karima Emin (TKE) Studios, uno spazio professionale per artisti interamente da lei sovvenzionato e che comprende anche una residenza artistica gratuita in studio.
Valentina Muzi
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