Il Labirinto della Masone compie 10 anni. Ora è possibile visitarlo con i racconti di un’app inclusiva

Inaugurato a Fontanellato nel 2015, il visionario progetto di Franco Maria Ricci è oggi un centro culturale raggiunto da numerosi visitatori. Il decennale nel segno di una nuova infrastruttura digitale e ospitando la mostra di Luigi Serafini

Anche per il Labirinto della Masone, quest’anno, ricorre un anniversario importante. Sono passati dieci anni da quando l’editore e intellettuale Franco Maria Ricci (1937 – 2020) concretizzava una promessa fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, da sempre affascinato dal simbolo del labirinto, che del collezionista, designer e raffinato bibliofilo parmense era molto amico. 

La storia del Labirinto della Masone

Era il 2015, e Ricci, con la collaborazione degli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, inaugurava a Fontanellato la sua idea di cittadella reale e immaginaria insieme: un’apparizione inaspettata, nel bel mezzo della pianura emiliana, nata intorno a un labirinto di bambù a forma di stella, realizzato con oltre 300mila piante di venti specie diverse. Al centro del dedalo, chi trova la via, scopre la Piramide concepita come una piccola cappella per la meditazione.
In dieci anni, il Labirinto della Masone, che ospita anche la collezione d’arte e di libri di Franco Maria Ricci (fondatore della leggendaria rivista FMR, oggi in fase di rilancio) si è proposto come centro culturale di primo piano in Italia, ospitando mostre e iniziative molteplici (in corso, fino al 9 marzo 2025, la mostra sulle ceramiche di Bertozzi&Casoni), e mettendo a disposizione del pubblico anche una caffetteria e un ristorante – con la cucina di Andrea Nizzi – oltre che due suite per il pernottamento in loco.

10 anni del Labirinto della Masone raccontata in un'app
10 anni del Labirinto della Masone raccontata in un’app

I dieci anni del Labirinto della Masone. La nuova app inclusiva

E per il suo anniversario, il Labirinto si regala una nuova infrastruttura digitale che potrà offrire un’esperienza più creativa e accessibile ai visitatori, con particolare attenzione alle necessità delle persone anziane e di quelle con difficoltà motorie e visive. L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea – NextGenerationEU nell’ambito del PNRR a sostegno dei settori culturali e creativi per favorire l’innovazione e la transizione digitale, è frutto di una collaborazione con Spazio Geco Società Cooperativa, team multidisciplinare composto da architetti, ingegneri, informatici, storici dell’arte, archeologi, esperti di comunicazione e beni culturali, specializzato nella progettazione di allestimenti su misura, immersivi, interattivi, digitali ed artigianali 4.0. Il lavoro si è concretizzato nel rilascio di un’app che integrerà con contenuti inediti e narrazioni la visita del labirinto di bambù e del museo; ma anche il sito web è stato implementato con contenuti speciali fruibili a distanza. L’app permetterà di attivare dei totem installati sul percorso, nel labirinto e all’interno del museo, che oltre alla mappa tattile sbloccheranno ciascuno un contenuto speciale. Disponibile anche in lingua inglese e scaricabile anche prima di arrivare al Labirinto, l’applicazione organizza i contenuti in tre diversi filoni narrativi proposti in forma di mini-podcast: Un editore e il suo labirinto; Arte e bambù; Le sfide del Signor Curatore. Al visitatore scegliere quale selezionare per scoprire il mondo di Franco Maria Ricci da diverse angolazioni. Nell’ottica di perseguire la massima inclusione, inoltre, i contenuti sono disponibili sia in formato testuale che video per non udenti, che sotto forma di file audio per non vedenti e ipovedenti. Ulteriore novità è il tour virtuale che permetterà a persone con ridotta mobilità, o impossibilitate a visitare fisicamente il luogo, di esplorare il labirinto e il museo tramite il sito web, e di partecipare in live streaming ad alcuni eventi.

Collezione Franco Maria Ricci, Sala delle Colonne, Credits Carlo Vannini
Collezione Franco Maria Ricci, Sala delle Colonne, Credits Carlo Vannini

Il 2025 al Labirinto della Masone: la mostra di Luigi Serafini 

Dopo la pausa invernale, il Labirinto della Masone riaprirà le porte a partire dall’8 febbraio. E per l’anno del decennale si profilano mesi ricchi di appuntamenti.  A partire dal 28 febbraio si articolerà il calendario dell’iniziativa Ora d’arte, cinque appuntamenti serali ideati in collaborazione con Stefano Salis, per scoprire storie, personaggi e temi che sfuggono alle narrazioni più scontate. Dal 29 marzo al 13 luglio 2025, dopo la chiusura della mostra in corso, il museo ospiterà la nuova esposizione Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno, a cura della Fondazione Franco Maria Ricci insieme all’artista stesso, che ha ideato per l’occasione un percorso inedito e un allestimento site-specific (nel 1981 fu Franco Maria Ricci a pubblicare, per primo, quel Codex Seraphinianus che tanto successo avrebbe avuto in Italia e nel mondo). La mostra ripercorre la carriera di Luigi Serafini secondo la cronologia da lui coniata, la tripartizione tra epoca pre-Codex, epoca Codex ed epoca post-Codex.
Mentre si conferma per l’estate l’appuntamento con LOST (dal 4 al 6 luglio 2025), festival immersivo ormai rodato che celebra le espressioni contemporanee di musica elettronica e arte con la partecipazione di artisti italiani e internazionali.

Livia Montagnoli

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