La medievalizzazione dell’Italia

Scuola, mobilità, turismo, diritti. Le recenti scelte del Governo fanno davvero impallidire. Ma perché l'Italia anziché andare avanti sembra retrocedere ad un momento tanto oscuro da non avere eguali neanche nei secoli più difficili della nostra storia?

Mentre scrivo decorrono giorni cruciali per i ragazzi di tredici anni che frequentano le terze medie di tutt’Italia. I cittadini di domani, sempre di meno – perché il Paese non mette nelle condizioni le famiglie di fare figli – e sempre più smarriti dopo aver attraversato la Pandemia ed essere stati gettati nella spirale ipnotizzante del doomscrolling dei social. 
E proprio in questi giorni trapelano sulla stampa, anche grazie a imbarazzanti interviste del protagonista, gli elementi che costituiranno la futura riforma della scuola ad opera del ministro Giuseppe Valditara. Su Artribune, in un ampio articolo di Livia Montagnoli, abbiamo commentato le discutibili anticipazioni di una proposta che guarda al passato, che fa leva su un patriottismo folkloristico e goffo e che addirittura punta a far leva sull’insegnamento della religione come opportunità didattica per formare la nuova classe dirigente. Manco fossimo in Iran.
Sull’insegnamento della storia dell’arte e dell’educazione civica (pilastri senza i quali non si costruiscono nuovi cittadini ma solo nuovo analfabetismo funzionale di cui siamo già primatisti) poi manco a parlarne. 
E allora forse è perfino il caso di parlare di medievalizzazione. Sì, lo so che il professor Alessandro Barbero insiste nel dire che additare il Medioevo come un periodo buio non è che un’ingiusta semplificazione. Bene, ma consentitemi la scorciatoia terminologica per riflettere sui risultati che il Governo sta via via ottenendo in maniera surrettizia con l’obiettivo di plasmare un Paese sempre più suddito, sempre più imbambolato, privato della modernità della quale invece beneficiano gli altri Paesi occidentali che lo circondano.

Italia, oltre la scuola le scelte infelici del Governo

Non c’è infatti solo la scuola. Ci sono decine di filiere sociali ed economiche che stanno facendo le spese di uno stile di amministrazione populista che non disdegna di danneggiare l’economia e la qualità della vita pur di affermare e mettere in pratica posizioni superate, vecchie, truci. Autolesionisticamente ideologiche.
Qualche esempio? Le norme che impediscono lo sviluppo del settore della canapa, con intere filiere agricole sane, dove tanti avevano investito, che stanno saltando (ne conseguirà anche un ulteriore abbandono delle aree interne con conseguenze facilmente prevedibili); le incresciose scelte sulla carne coltivata che ci vede come unico Paese che vieta perfino la ricerca su questo fronte, col risultato di spingere ancor più fuori dall’Italia scienziati e ricercatori che si cimenteranno in questo importante ambito. Sul nuovo Codice della Strada e i danni profondissimi che genera e sull’umiliazione che impone alla mobilità sostenibile abbiamo detto già molte volte su queste pagine e sul nostro sito, qui possiamo aggiungere la follia dell’obbligo del casco agli utilizzatori dei monopattini che sta mettendo in crisi (invece di incentivarle) le multinazionali della sharing mobility elettrica. E intanto per le scelte – medievali perché squallidamente corporative – del solito Salvini l’Italia resta l’unico posto in Europa dove non prendono piede le piattaforme di mobilità su quattro ruote (Bolt, Cabify, Uber, Lift…): turisti allibiti nel non trovare questi servizi da noi, italiani invece – come stregati – neppure si rendono conto del danno e del disagio che devono patire pur di favorire qualche clientelismo elettorale. 

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Gladiatori Airbnb al Colosseo

Fare impresa in Italia? Sempre più difficile

Tornando al mondo della cultura c’è poi l’ambito del cinema e dei contributi alle produzioni indipendenti di qualità anche lì altre economie sane che vengono mandate a gambe all’aria perché nell’affrontare i problemi non si riesce a fare altro che gettare il bambino con l’acqua sporca. Stessa musica per il turismo, dove Airbnb (anche lì economie che vengono rase al suolo) viene ostacolato con bizantine modalità di registrazione degli ospiti, non per salvaguardare la residenzialità cittadina nei luoghi con maggiore pressione turistica, ma solo per favorire la lobby degli albergatori. Ogni provvedimento complica le cose, fa passare la voglia di fare impresa, incoraggia i giovani migliori a fare quello che stanno facendo in massa: andare via.

L’Italia in un momento oscuro da cui uscire al più presto

Si tratta di scelte che rendono il Paese meno ricco in termini economici e meno ricco in termini culturali. Mentre quelle dovrebbe essere, in maniera molto semplice e lineare, le due stelle polari da seguire: incrementare il benessere economico collettivo e incrementare il livello culturale. Invece tutto il contrario. E per carità di patria non abbiamo parlato di diritti civili…
Magari parlare di “medievalizzazione” è improprio come sottolinea Barbero. E allora cambiamo nome. Inventiamo un nuovo termine per descrivere un momento oscuro che ci rischia di inghiottire se non lo osserviamo con lucidità e non lo combattiamo in maniera costruttiva proprio mentre i populismi appaiono come impossibili da combattere.

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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