Tre per tre

Informazioni Evento

Luogo
MANUEL ZOIA GALLERY
Via Maroncelli, 7 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Periodo: 6 -27 febbraio 2025
Inaugurazione: ogni giovedì ore 18 - 20
Appuntamenti/inaugurazioni: 6, 13 e 20 febbraio 2025, ore 18-20
Artisti: Dal 6 al 13 febbraio esporranno gli artisti Paolo Ceribelli, Francesco Meloni e Dado Schapira. Dal 13 al 20 febbraio saranno visibili le opere di Anto, Perego & Patera e Urbansolid. Concluderanno dal 20 al 27 febbraio Annamaria Gelmi, Krzysztof Sokolovski e Roberto Pietrosanti.

Vernissage
06/02/2025

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva diffusa nel mese di febbraio, dove ogni giovedì, per tre settimane, cambieranno le opere degli artisti esposti.

Comunicato stampa

Manuel Zoia Gallery è lieta di invitarvi giovedì 6, 13 e 20 febbraio per l’inaugurazione dell’esposizione “TRE PER TRE”, mostra collettiva diffusa nel mese di febbraio, dove ogni giovedì, per tre settimane, cambieranno le opere degli artisti esposti.
Il progetto espositivo propone un percorso composto da tre appuntamenti che mostrano attraverso una piccola selezione di soli tre lavori, uno per sala, la poetica e la ricerca artistica degli artisti esposti che collaborano con la Galleria.

Dal 6 al 13 febbraio esporranno gli artisti Paolo Ceribelli, Francesco Meloni e Dado Schapira. Dal 13 al 20 febbraio saranno visibili le opere di Anto, Perego & Patera e Urbansolid. Concluderanno dal 20 al 27 febbraio Annamaria Gelmi, Krzysztof Sokolovski e Roberto Pietrosanti.

Le opere di Paolo Ceribelli sono plastiche, tridimensionali, e trascendono i limiti del classico apprezzamento frontale per essere testate e valutate da più punti di vista. L'ossessione dell'artista per il perfetto posizionamento dei suoi soldatini in file, cerchi e spirali è sia spaziale che concettuale, essendo il soldatino il soggetto assoluto della visione di Ceribelli: memoria di un gioco infantile senza fine e simbolo inequivocabile della guerra per gli adulti.
Francesco Meloni, artista multidisciplinare, utilizza le metafore architettoniche, il reportage e l'indagine sul campo nel contesto delle aree in costruzione, instaurando strette connessioni con gli operai coinvolti nei progetti. Nell'ultimo periodo è andato destrutturando le fondamenta valutative dei sistemi di produzione in termini di senso nel presente come lettura e specchio delle interazioni sociali. Prende così corpo un “universo architettonico”, un’estetica che plasticamente dà forma a semi-strutture abitative provvisorie, o a parti di queste, caratterizzate dal cemento a vista o dai richiami al tessile e al geometrico e da elementi con cui “l'operaio” convive e dialoga. Si tratta di mondi abitativi complessi che, superando l’aspetto materiale, offrono una prospettiva critica e dialettica degli spazi e del lavoro.
Le opere di Dado Schapira “intrecciano vite e sono vite che si intrecciano”. I fili, elemento ricorrente della sua produzione, diventano metafore del continuo incrocio e scambio che ognuno di noi vive con l’altro: strumenti attraverso i quali l’artista instaura un rapporto con l’osservatore, il quale può tesservi la propria storia personale, generando una stratificazione di interpretazioni.

Anto è un'artista concettuale che esplora la connessione tra energia umana, spiritualità e arte. In particolare le sue performance rappresentano capitoli di un progetto più ampio: posizionare i suoi MENHIRS in varie parti del mondo per tessere una rete di energia positiva che colleghi le opere d'arte e le persone.
È il filo a legare arte e letteratura nel lavoro di Federica Patera e Andrea Sbra Perego, coppia bergamasca che dal 2017 cura RAR, un progetto che unisce l’arte tessile e la letteratura all’interno di una narrazione concettualmente connessa e perpetua. In questo percorso, l’esperienza letteraria di Patera e quella artistica di Perego si uniscono, creando un ponte che consente di coniugare discipline diverse in opere comuni. Con la serie “Verbal Roots” il duo crea opere d'arte dedicate alle radici verbali. Il legame tra parola e atto creativo, in particolare la loro relazione alla base della costruzione della realtà, è uno degli aspetti principali della loro ricerca.
Il duo artistico Urbansolid presenta opere della nuova serie “Icon”. La tematica dell’impoverimento culturale ricorre spesso nelle loro opere ed in particolare con “Icon” il tema viene esplicitato in modo netto, mediante la contrapposizione di due elementi apparentemente inconiugabili: una testa classica caduta sul cavallo di Frisia. Il concetto stesso di armonia, di bellezza viene sovrapposto ad uno degli elementi più emblematici della guerra, della distruzione. Una contrapposizione iconica forte, che crea il paradosso tipico delle opere di Urbansolid.

Annamaria Gelmi, artista multidisciplinare, concettuale, nei suoi lavori dialoga con lo spazio, creando dei percorsi dove le opere interagiscono con l’ambiente circostante. Sia nell’uso dei materiali sia nella combinazione delle forme, le opere pur richiamando al rigore della geometria vanno oltre, dando origine a un gioco fantastico nello spazio.
Artista visivo Krzysztof Sokolovski è un creatore del concetto di arte neosacrale: con dipinti, oggetti luminosi, installazioni e pittura monumentale lavora su un’arte sacra moderna, fondata sulla tradizione visiva e sulle teologie di diverse culture. Per l’artista, il progresso della civiltà non può essere diretto unicamente da saperi scientifici e tecnologici, ma deve essere accompagnato da una controparte metafisica. Così, la codificazione astratta della fede diviene l’unico modo per salvare la spiritualità dell’essere umano contemporaneo.
La ricerca di Roberto Pietrosanti investe vari ambiti disciplinari, mantenendo sempre il mezzo pittorico come filo conduttore delle sue sperimentazioni. I suoi pregressi studi musicali spingono la mano dell’artista alla costante ricerca di rigore composito ed essenzialità delle forme. L’indagine che accompagna Pietrosanti si iscrive nel solco dell’ossessione monocromatica, ora riattivando archetipi della storia dell’arte, ora ragionando sulla decostruzione dei concetti spaziali per volgere lo sguardo al complesso architettonico e innestandovi installazioni site specific.