La mostra spettacolare di Alfredo Pirri a Palazzo Boncompagni a Bologna: tra ritratto e autoritratto

Il progetto performativo e partecipativo di Alfredo Pirri a Bologna, tra arte, architettura, letteratura e archivio, in un ritratto in divenire del luogo e dell’artista

Ritratto di Palazzo di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957) a Palazzo Boncompagni è un esempio di come l’arte può reinterpretare e rivitalizzare il patrimonio storico e culturale, per mantenerlo vivo. Il dialogo tra il linguaggio unico dell’artista, al confine tra pittura e scultura, architettura e installazione, e la stratificazione storica, porta alla luce nuove prospettive, esaltando il valore universale dell’arte come ponte tra epoche diverse, in un’esperienza immersiva di cui Palazzo Boncompagni è protagonista al pari delle opere di Pirri.

Il progetto di Pirri a Bologna

Nel centro storico di Bologna, vicino a piazza Maggiore e alle Due Torri, si trova Palazzo Boncompagni, elegante esempio del rinascimento bolognese, costruito a metà del XVI Secolo per Papa Gregorio XIII, noto per aver introdotto il calendario gregoriano. La Fondazione Palazzo Boncompagni è stata istituita nel 2022 per gestire le attività di valorizzazione e restauro del Palazzo, che si sta affermando come sede di eventi espositivi e culturali, anche grazie all’impegno della famigliaPizzighini Benelli. “Con il titolo Ritratto di palazzo” , commenta Lorenzo Balbi, alla guida di ArtCity (il programma di mostre, eventi e iniziative promosso dal Comune in occasione di Arte Fiera Bologna) e curatore del progetto insieme a Silvia Evangelisti, “si collega idealmente al romanzo Ritratto di signora di Henry James, che ha ispirato l’artista nella scelta del titolo della mostra e della performance Ritratto di Palazzo con signora. La signora è Paola Pizzighini Benelli, proprietaria e animatrice di Palazzo Boncompagni. Figura carismatica e profondamente legata alla storia e alla vitalità di questo luogo, Paola non è solo la padrona di casa, ma anche l’anima che lo anima”.

Ritratto di Alfredo Pirri nella Sala del Papa con opera Passi, Marcela Fereira
Ritratto di Alfredo Pirri nella Sala del Papa con opera Passi, Marcela Fereira

La mostra a Palazzo Boncompagni

Alfredo Pirri. Ritratto di Palazzo” è una rassegna di opere antologiche e site specific, che riflettono i temi centrali della pratica artistica di Pirri: tempo, luce, spazio e forma, in armonia con gli ambienti del cinquecentesco Palazzo bolognese. Le opere si specchiano nel Palazzo, come questo si specchia nelle opere e noi con loro.

La struttura della mostra segue una logica narrativa, in cui gli ambienti sono atti di un racconto e ogni stanza è parte attiva della composizione. Una sfida al visitatore a trovare il proprio posto, in una trama in cui nulla è definitivo. Il percorso si apre con l’installazione Passi, cuore concettuale della mostra e opera realizzata più volte dall’artista, in modo sempre differente, una delle quali ad Arte Fiera 2005, nell’ipogeo di Villa Guastavillani, residenza del Cardinale Filippo Guastavillani, la cui madre era sorella di Papa Gregorio XIII, che lo nominò cardinale nel 1574. L’installazione si sviluppa nel Salone Papale, noto per i suoi splendidi affreschi, con un pavimento di specchi frantumati che trasporta il visitatore in un’eccezionale esperienza, paragonabile forse alcamminare a mezz’aria. È stato realizzato con una performance di cui è stata protagonista anche Paola Pizzighini Benelli.

Il progetto tra performance e installazione di Alfredo Pirri

Il pavimento scompare e il visitatore si ritrova in bilico tra certezza e disorientamento”, spiega Lorenzo Balbi. “Le sfere colorate fluttuano, ribaltando il senso della gravità e dell’equilibrio. L’opera non solo sfida le leggi fisiche, ma interroga anche il rapporto del visitatore con lo spazio e il proprio corpo”. L’installazione invade lo spazio, lo ferma e lo moltiplica, come il tempo, evocando Papa Gregorio, che ‘creò’ il tempo moderno. “Credo che un’opera riuscita sia quella che ci appare naturale” , afferma Alfredo Pirri, “cioè connessa alle cose che conosciamo e destinata a farci percepire qualcosa che non conosciamo ancora. Di conseguenza ogni opera rappresenta un luogo e a volte lo fonda. Nel nostro caso qui a Bologna, nel meraviglioso Palazzo Boncompagni, c’è una dimensione molto affine a questo mio pensiero, tant’è che l’opera Passi sembra esserci sempre stata. E anche la mostra mi pare veramente ben riuscita ed armonica, crea dei nodi che man mano che si cammina nello spazio l’osservatore deve affrontare e sciogliere”.

Tempo, luce e spazio nell’arte di Pirri

Il percorso continua nelle tre stanze in sequenza (rossa, gialla e verde) che affiancano il salone, le quali ospitano acquerelli e grandi dipinti. La prima espone gli schizzi preparatori di Passi, un modo per l’artista di condividere con i visitatori le fasi di ideazione e realizzazione dell’opera. Cure, maquette/scultura in rame brunito, accoglie i visitatori della mostra, sul modello dell’installazione esposta alla Biennale di Venezia del 1988. Il percorso prosegue nella Loggia, dove si trovano le “strutture architettoniche”. Sul pavimento a veneziana le opere di Pirri creano un percorso di colori e rifrazioni, scandendo il luogo con presenze scultoree differenti, tra loro in armonia. La luce naturale diventa complice dell’opera, variandone la percezione in base al momento della giornata. La leggera architettura della scultura modello Compagni e Angeli e la geometria de Le jardin féerique, ‘giardino delle fate’ di lastre sovrapposte con una moltitudine di piume, si uniscono alla scultura costruita per la rassegna Arie per Palazzo Boncompagni, al confine tra visibile e invisibile, creando una sorta di hortus conclusus. Il percorso approda poi al Progetto per un interno rosso, una “scatola magica”; se da lontano appare come una struttura geometrica, svela il proprio segreto quando ci si avvicina e vi si guarda dentro: una piazza rossa popolata di persone rosse, in scala con la piazza, immaginario progetto di un ampio spazio aperto.



Sin dagli Anni ‘80 i lavori di Pirri sono oggetti di riflessione sul tempo, sulla luce, sullo spazio, su come ciascun elemento interferisca con l’altro, sulla mutazione che la luce opera sullo spazio, su come questo interagisca col tempo, nella sua dimensione più concreta: il trascorrere della vita” , commenta Silvia Evangelisti.La ricerca dell’artista architetto Pirri, è portatrice di un esprit de geométrie del tutto particolare: la razionalità della mente viene contaminata dall’emotività del colore; l’occupazione fisica dello spazio è alleggerita dalla levità dell’aria che pare far galleggiare le piume; la certezza delle forme è messa in dubbio dalla diafana luminescenza dei materiali. E tutto a creare quella speciale condizione che definiamo armonia: armonia delle parti col tutto, di ogni singola opera con le altre, e di tutte con le architetture e le decorazioni dello storico edificio che le ospita”.

L’archivio e il legame tra memoria e futuro

Elemento fondante del progetto l’installazione RWD-FWD, opera in progress esposta nelle tre stanze del piano terra, denominate Boncompagnina, appena restituite all’uso espositivo. Anticamente occupati da archivi, questi spazi tornano ad ospitarne uno molto particolare, quello personale dell’artista, che rappresenta il dialogo tra memoria e futuro. È un archivio a cui Pirri lavora da anni, una testimonianza della sua attività artistica, con oltre 1500 documenti. Una scelta che può apparire anacronistica, in un momento storico dominato dall’informatica, ma non si tratta solo di archivio, quanto di un “autoritratto in divenire”, che anche nella sua forma riflette il modo di essere di Alfredo Pirri e la sua continua ricerca sul metodo e sul tempo.


Parte integrante del progetto, infine, l’installazione-video Ritratto di Palazzo con signora, che documenta la performance dell’artista assieme alla proprietaria del Palazzo, Paola Pizzighini Benelli, protagonista in un gesto potente e simbolico: la rottura del pavimento di specchi nel Salone Del Papa. “Ho avuto l’onore di partecipare attivamente, insieme al Maestro, alla suggestiva performance di rottura degli specchi che rivestono il pavimento della Sala del Papa”, dichiara la Pizzighini Benelli, “ed è stato particolarmente emozionante, come trovarsi in un paesaggio lunare, sospesi tra sogno e realtà. La moda – il cui termine moderno è stato coniato proprio da Papa Gregorio fondando l’Università dei Sartori – ha avuto un ruolo significativo anche nella performance, con diversi cambi d’abito pensati per rappresentare il passaggio del tempo e delle stagioni. Sono felice di ospitare la speciale mostra di Alfredo Pirri a Palazzo Boncompagni che celebra il profondo legame tra arte, architettura e storia, con opere create su misura per il Palazzo che richiamano l’architettura razionalista, tanto cara alla nostra famiglia”.

“La rassegna di Palazzo Boncompagni rappresenta un dialogo intenso tra architettura, memoria e percezione ed è un esempio di come l’arte possa reinterpretare e rivitalizzare il patrimonio storico, trasformando un luogo in un’esperienza sensoriale e intellettuale”, commenta Lorenzo Balbi.

Giulia Bianco

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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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