A Torino ritorna il grande festival della fotografia Exposed: le anticipazioni dell’edizione 2025
Beneath the surface, questo il tema della seconda edizione del festival che, con dodici mostre e artisti da tutto il mondo, torna ad animare la primavera torinese per fare il punto sulle ultime tendenze della fotografia
![A Torino ritorna il grande festival della fotografia Exposed: le anticipazioni dell’edizione 2025](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/river-claure-once-upon-a-time-in-the-jungle-c-river-claude3-1-1024x660.jpg)
Sarà l’Accademia Albertina di Belle Arti il cuore pulsante della seconda edizione di Exposed Torino Foto Festival in programma dal 16 aprile al 2 giugno 2025. “Ma si tratterà soprattutto di un evento diffuso che coinvolgerà tutta la città con 7 sedi espositive fra le più prestigiose della città, come le sale juvarriane dell’Archivio di Stato, Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Gallerie d’Italia, GAM Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, OGR e Palazzo Carignano” spiega Eva Brioschi, Project manager della manifestazione torinese.
“Exposed 2025”: un viaggio nella fotografia internazionale completamente gratuito
Altra novità importante dell’edizione 2025 che punta a coinvolgere un pubblico più ampio, in particolare i giovani, è la completa gratuità di praticamente tutte le 12 mostre, tra personali e collettive, che coinvolgeranno 16 fotografi e artisti provenienti da ogni parte del mondo. “L’obiettivo è di proporre una panoramica delle ultime tendenze della fotografia contemporanea. Se nella prima edizione abbiamo scelto di presentare la superficie della realtà, una sorta di grande paesaggio; quest’anno, con il tema Beneath the surface cercheremo di indagare cosa c’è sotto le varie realtà, sotto la superficie delle cose, affidandoci in questa esplorazione soprattutto a fotografi che fanno ricerca” precisa Menno Liauw, direttore artistico di Exposed assieme a Salvatore Vitale. Le immagini non più semplicemente catturate, ma trasformate, ritoccate attraverso nuove tecnologie sempre più sofisticate saranno il leitmotiv del festival organizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino.
Spazio ai giovani fotografi emergenti
Il programma completo di Exposed 2025 verrà comunicato solo nelle prossime settimane. Ma anche se alcuni fotografi sono ancora in giro per il mondo a scattare le foto da esporre, alcune anticipazioni sono già state fatte. “L’Accademia Albertina ospiterà la prima produzione originale del festival con le opere di Valeria Cherchi, una giovane fotografa emergente che nel 2018 il British Journal of Photography aveva indicato fra i sedici talenti emergenti a livello globale” rivela Eva Brioschi. Sempre all’Accademia saranno presenti gli scatti di Silvia Rosi, artista italo-togolese che documenta la vita delle seconde generazioni della diaspora africana in Italia.
Arrivano dal Nebraska, invece, le foto scattate fra il 2005 e il 2019 dal fotografo Gregory Halpern, dell’Agenzia Magnum. Omaha Sketchbook è il racconto di un’America sospesa fra realtà rurali e urbane che sarà ospitato nei suggestivi ambienti dello storico palazzo dove ha sede l’Accademia torinese.
![River Claure, Once upon a time in the jungle 2 © River Claude](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/river-claure-once-upon-a-time-in-the-jungle-2-c-river-claude-768x768.jpg)
![Valeria Cherchi nel suo studio © Federico Ciamei](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/valeria-cherchi-nel-suo-studio-c-federico-ciameijpg-768x576.jpg)
![Silvia Rosi, Disintegrata con foto di famiglia from the series Disintegrata © Silvia Rosi, Supported by Collezione Maramotti](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/silvia-rosi-disintegrata-con-foto-di-famiglia-from-the-series-disintegrata-c-silvia-rosi-supported-by-collezione-maramotti-768x768.jpg)
![River Claure, Once upon a time in the jungle © River Claude](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/river-claure-once-upon-a-time-in-the-jungle-c-river-claude-768x1024.jpeg)
![River Claure, Once upon a time in the jungle © River Claude](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2025/02/river-claure-once-upon-a-time-in-the-jungle-c-river-claude3-768x768.jpg)
Gallerie d’Italia Intesa Sanpaolo protagoniste di “Exposed 2025”
Le Gallerie d’Italia, accessibili ad un prezzo speciale di 5€ (unica eccezione alla gratuità del festival), ospiteranno la mostra The heart of the matter della fotografa afro-americana Carrie Mae Weems. Una retrospettiva in collaborazione con Aperture Foundation che indaga le tensioni razziali, le differenze di classe e di genere negli Stati Uniti. L’artista sarà a Torino in occasione dell’apertura di Exposed e inaugurerà l’installazione Preach realizzata su committenza originale di Gallerie d’Italia in occasione di questa mostra. L’opera è una riflessione sull’approccio a religione e spiritualità degli americani afro-discendenti attraverso lo scorrere delle generazioni. L’esposizione è curata da Sarah Meister, Executive Director dell’Aperture Foundation, in precedenza curatrice del Museum of Moder Art di New York (MoMA). “Per far crescere un festival ci vogliono parecchie edizioni” sottolinea Antoni Carloni, Vice-Direttore Gallerie d’Italia Torino “ma già fin d’ora gli organizzatori hanno capito l’esigenza di fare un festival con un arco temporale più lungo che coinvolge tutte le realtà culturali che operano sul territorio cittadino, facendo diventare parte attiva gli operatori locali”.
“Exposed 2025” premia i giovani talenti
Eva Brioschi fornisce anche qualche cifra: “Il festival costerà circa 700.000 € sostenuti da Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di Commercio di Torino e dai partner istituzionali: Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Intesa Sanpaolo, Gallerie d’Italia Torino, oltre all’appoggio degli sponsor”. Come già nella prima edizione, il festival vuole sostenere i giovani talenti e lancia un Grant di 20.000 €. Nel 2024 il vincitore dell’Exposed Grant for Contemporary Photography è stato il fotografo boliviano River Claure. La sua personale Once upon a time in the jungle sarà esposta alla GAM e costituirà uno dei tasselli del grande festival diffuso. Al centro l’Amazzonia e le sue popolazioni: “l’immaginario del western americano si intreccia con il mito della giungla del XIX secolo rappresentata come una terra desolata e ricca di risorse da sfruttare“.
Dario Bragaglia
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