Francisco Macfarlane / Francesco Pennacchio – Nontiscordardimé / Forget-me-not
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Da prospettive distinte ma convergenti, Francisco Macfarlane e Francesco Pennacchio esplorano il processo di creazione delle immagini come strumento per confrontarsi con un’assenza e per evocare una rinascita.
Comunicato stampa
In un’epoca in cui, entro mezzogiorno, siamo esposti a più immagini di quante ne vedesse un individuo del XIX secolo in una vita intera, l’immagine conserva ancora un significato?
Può ancora essere veicolo di trasformazione, di rivelazione?
Da prospettive distinte ma convergenti, Francisco Macfarlane e Francesco Pennacchio esplorano il processo di creazione delle immagini come strumento per confrontarsi con un’assenza e per evocare una rinascita. Macfarlane indaga la fragilità della condizione umana in un’era segnata dall’iperconnettività, dove il significato spesso si disperde in un flusso incessante di istanti fugaci. Pennacchio, invece, ricostruisce frammenti di memoria legati alla madre, scomparsa nell’infanzia, cercando di colmare tale vuoto con le risonanze della sua presenza.
Entrambi gli artisti partono da fratture: assenze che toccano l’identità, la memoria e il senso di appartenenza. Per Macfarlane, l’assenza si manifesta come una crisi della capacità dell’uomo di tessere relazioni nell’epoca digitale; per Pennacchio, come una presenza-assenza che esige un lavoro di ricostruzione. Tuttavia, attraverso percorsi creativi distinti, giungono a una visione comune: l’immagine non è solo un documento o un artefatto. È un contenitore che può accogliere il dolore, evocare il ricordo e generare nuova vita.
Al Meccanico le opere dei due artisti entrano in dialogo. Macfarlane esplora comportamenti sociali, utilizzando tecniche fotografiche alternative per affrontare il nostro rapporto con la tecnologia. Da una prospettiva più figurativa, Pennacchio cerca di ricostruire la memoria e di elaborare un lutto infantile attraverso fotografie d’archivio, polaroid e fotografia analogica.
Nelle loro mani, l’immagine diventa un luogo di guarigione, uno spazio in cui l’assenza viene riconosciuta e la rinascita resa possibile. Talvolta, le loro opere trascendono i limiti dello spazio e del tempo, dissolvendo la distanza tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarebbe potuto essere. Invitano lo spettatore a esplorare memoria e presenza come dimensioni fluide e intrecciate, e ci sfidano a riscoprire il potenziale trasformativo dell’immagine in un mondo sovraccarico di rumore visivo.
Info:
La mostra sarà aperta dal 7 febbraio - 9 marzo
giovedì dalle 10 alle 13
venerdì e sabato dalle 16 alle 19.30
Il Meccanico, Via San Vitale 2/b, Verona
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Nontiscordardimé / Forget-me-not
An exhibition by Francisco Macfarlane and Francesco Pennacchio
curated by Francesco Pennacchio
in collaboration with Experimental Photo Festival 2024 - Horizontal Portfolio Review
Opening Friday, February 7, starting at 7:00 PM
In an age where, by midday, we are exposed to more images than a 19th-century individual would have encountered in an entire lifetime, does the image still hold meaning? Can it still be a vehicle for transformation, for revelation?
From distinct yet convergent perspectives, Francisco Macfarlane and Francesco Pennacchio explore the process of image-making as a means to confront absence and evoke rebirth. Macfarlane investigates the fragility of the human condition in an era marked by hyperconnectivity, where meaning is often lost in a ceaseless flow of fleeting moments. Pennacchio, on the other hand, reconstructs fragments of memory linked to his mother, who passed away during his childhood, seeking to fill that void with the echoes of her presence.
Both artists start from fractures: absences that touch upon identity, memory, and the sense of belonging. For Macfarlane, absence manifests as a crisis in humanity's ability to form connections in the digital age; for Pennacchio, it is a presence-absence demanding a labor of reconstruction. Yet, through distinct creative journeys, they arrive at a shared vision: the image is not merely a document or an artifact. It is a vessel capable of holding pain, evoking memory, and generating new life.
At Meccanico, the works of the two artists engage in dialogue. Macfarlane explores social behaviors, employing alternative photographic techniques to address our relationship with technology. From a more figurative perspective, Pennacchio seeks to reconstruct memory and process childhood grief through archival photographs, Polaroids, and analog photography.
In their hands, the image becomes a place of healing, a space where absence is acknowledged, and rebirth is made possible. At times, their works transcend the boundaries of space and time, dissolving the distance between what was, what is, and what could have been. They invite the viewer to explore memory and presence as fluid, intertwined dimensions and challenge us to rediscover the transformative potential of the image in a world overloaded with visual noise.