A Roma sul Palatino vanno in mostra le sculture del grande Constantin Brancusi 

Incastonate sul Palatino, le gandi e antiche voliere ospitano per la prima volta sculture, fotografie e film d'artista realizzate dal celebre artista romeno nella prima metà del Novecento 

Non è l’uccello che voglio rappresentare, ma il dono, il volo, lo slancio”, così parlava Constantin Brancusi (Hobita, 1876 – Parigi, 1957), cercando di dare forma al sogno dell’uomo di sfuggire alla propria condizione terrena, in un’ascesa verso l’infinito. Un soggetto approfondito con particolare attenzione dal celebre scultore romeno nel corso della sua carriera, e che diventa protagonista di Brancusi: scolpire il volo, la mostra ospitata nelle Uccelliere Farnesiane sul Palatino, a Roma, e realizzata in collaborazione con il Centre National d’art de la culture Georges Pompidou di Parigi (e visitabile fino all’11 maggio 2025).
A cura di Alfonsina Russo, Philippe – Alin Michaud, Maria Laura Cavaliere e Daniele Fortuna, il progetto espositivo è articolato nei due ambienti delle Uccelliere, il primo dedicato alla scultura e il secondo alla fotografia e ai film d’artista. A “unire” i due spazi è l’allestimento curato dall’architetto Dolores Lettieri, il quale mette in evidenza la dicotomia tra il bianco (il colore dell’atelier di Brancusi), considerato come un elemento progettuale, e il nero, un richiamo alla camera oscura e all’alchimia del processo fotografico. 

Brancusi: colpire il vento Ph. Simona Murrone
Brancusi: colpire il vento Ph. Simona Murrone

La mostra di Costantin Brancusi al Parco archeologico del Colosseo a Roma

Nella prima sezione dedicata alla scultura sono protagoniste Il Gallo (Le Coq), L’Uccello (L’Oiselet) e Leda, opere realizzate tra il 1925 e il 1935 e giunte a Roma dal Centre Pompidou. Si tratta di lavori emblematici della ricerca di Brancusi che inventa una figurazione simbolica e minimale per esprimere l’essenza dell’animale. A queste si aggiunge una selezione di sculture antiche, balsamari, are e sonagli di età romana provenienti dal Museo Nazionale Romano, il Museo Archeologico Nazionale di Venezia e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. 

Brancusi: colpire il vento Ph. Simona Murrone
Brancusi: colpire il vento Ph. Simona Murrone

Il medium fotografico per Brancusi

La seconda sezione della mostra indaga sull’utilizzo del medium fotografico, come espressione artistica, ma anche di ricerca da parte di Brancusi. Negli Anni Venti e Trenta del Novecento, infatti, l’artista si dedica alla fotografia e al cinema sfuttandoli per esaltare le qualità plastiche delle sue sculture, oltre che documentarle. 
Non solo, questi linguaggi furono per l’artista strumenti necessari per catturare il carattere effimero e frammentario delle opere plastiche, che sfuggiva a una percezione totale della forma. 

La figura dell’uccello nella ricerca di Constantin Brancusi

La figura dell’uccello ricorre nell’opera di Brancusi con particolare insistenza: per lo scultore, tuttavia, non si tratta di rappresentare il volo in sé, ma il suo levarsi in volo, quindi l’emancipazione della forma dalla materia”, spiega Philippe – Alain Michaud, Direttore delle collezioni di cinema sperimentale del Centre Pompidou – Musée national d’art moderne di Parigi. “Quale luogo migliore delle uccelliere farnesiane per esporre un gruppo di opere di Brancusi legate a questo tema provenienti dalla collezioni del Centre Pompidou”. 

Valentina Muzi 

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Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

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