Filippo Mazza – C’era una mosca

C’era una mosca è una riflessione sulla visibilità, sulla percezione e sull’invisibilità. Questa sensazione di “assenza di arte” contrastata dal ronzio della mosca crea tensione.
Comunicato stampa
ArtNoble Gallery è lieta di presentare C’era una mosca, prima mostra personale di Filippo
Mazza (Milan, 1994), con testi di Ilaria Baia Curioni e sound design di Jacopo Gino.
C’era una mosca è una riflessione sulla visibilità, sulla percezione e sull’invisibilità. Questa
sensazione di “assenza di arte” contrastata dal ronzio della mosca crea tensione. Ti guardi
intorno, cercando la fonte del rumore, ma non c’è nulla che giustifichi quel suono. Eppure,
c’è qualcosa di inevitabile: la mosca è lì, invisibile, ma assolutamente presente nel suo suono.
Il ronzio diventa il fulcro di tutto, una sorta di “opera d’arte sonora”, che, pur nella sua
leggerezza, sfida le aspettative tradizionali di ciò che una mostra d’arte dovrebbe proporre.
Il suono, la materia dorata e l’assenza di contesto spingono lo spettatore a interagire con
l’opera, rendendo la ricerca parte integrante dell’esperienza estetica.
La mosca, pur rimanendo un insetto comune, si trasforma in un oggetto carico di significato:
l’oro, il ronzio e la sua “scomparsa” costante pongono interrogativi su come concepiamo
la bellezza e sulla sua percezione. La sua esistenza sembra dipendere dal nostro ascolto,
dalla nostra capacità di percepirla, e così l’arte diventa una questione di attesa, di ricerca,
di attenzione al minimo segno. La durata stessa della mostra - un mese - rispetta questo
esercizio di attenzione, seguendo il normale ciclo vitale della mosca.
In questo gioco tra visibile e invisibile, tra presenza e assenza, la mostra non è solo un’e-
sperienza visiva, ma anche sonora e interattiva: lo spettatore diventa parte integrante
dell’opera, nel suo tentativo di decifrare quel suono che, in maniera così ingombrante,
nasconde qualcosa di infinitamente piccolo.
ArtNoble Gallery e Fillippo Mazza vorrebbero ringraziare Eduardo Juarez Camacho, Ste-
fano Rugarli e Rudi Prampolini per il loro prezioso supporto alla realizzazione della mostra
FILIPPO MAZZA
Filippo Mazza nasce a Milano nel 1994. Dopo aver conseguito la laurea in Design d’interni
e Scenografia nel 2017 presso l’Istituto Europeo di Design, approfondisce il suo interesse
verso la pratica artistica, e trascorre sei anni a lavorare in Fonderia Battaglia, dove appro-
fondisce il processo della fusione a cera persa in tutti i suoi aspetti. Negli anni collabora e
interagisce con diversi collettivi artistici che, insieme all’esperienza in fonderia, lo stimolano
a sviluppare e approfondire la sua visione artistica.
La ricerca di Filippo Mazza si colloca in una dimensione concettuale, dove l’oggetto, il
corpo, il suono e il vuoto diventano strumenti per interrogare le percezioni e le emozioni
umane. L’urgenza di esplorare i limiti dell’esperienza sensibile e del significato, spingendo
lo spettatore a confrontarsi con l’invisibile, il marginale, il silenzioso, costituisce il cuore
del lavoro artistico.
C’era una mosca è la prima mostra personale presentata in una galleria d’arte. Le opere
d’arte non sono mai meri oggetti, ma spazi di relazione, interrogazione e scoperta, in cui
l’osservatore assume un ruolo partecipe e attivo nello sviluppo del lavoro stesso.