Andrea Marchesini – The Universal Form of ONE
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Prima grande mostra personale di Andrea Marchesini a Venezia, a cura di Martina Cavallarin con Antonio Caruso e Matteo Scavetta e organizzata da Techne Art Service.
Comunicato stampa
Sabato 15 febbraio 2025, presso gli spazi di CREA Cantieri del Contemporaneo, TAIT GALLERY promuove The Universal Form of ONE, prima grande mostra personale di Andrea Marchesini a Venezia, a cura di Martina Cavallarin con Antonio Caruso e Matteo Scavetta e organizzata da Techne Art Service.
Il titolo della mostra racchiude l’essenza della ricerca di Andrea Marchesini, che nell’opera accorpa le diverse stratificazioni della realtà. Il tentativo è quello di riempire le fenditure della percezione con suggestioni tra materia e forma che provengono dalla sua esperienza composita espressionista, trasversalmente discendente da l’Art Brut, ma dal sapore anticonvenzionale e straordinariamente contemporaneo. I lavori, che abitano lo spazio scenico dell’affascinante fabbrica veneziana, ingaggiano una conversazione provocante quanto seducente con l’osservatore, producendo uno scarto gestaltico di pensiero utile a concepire la forma dell’uno, inteso come un tutto che è superiore alla somma delle sue singole parti.
Tale pratica riflette profondamente la processualità e il linguaggio artistico di un autore perennemente in bilico tra personale e universale, persona e maschera, e nell’opera tra segno, colore ed elementi assemblati. Se la sua poetica si fonda sul linguaggio pittorico, la sua vivacità tecnica lo porta a sperimentare materiali plurali, anche di riuso. La scelta e l’impiego di stoffe riciclate immette nell’opera il valore aggiunto della presenza di reminiscenze recondite alle quali l’artista offre nuova vita attraverso un patchwork visionario obbediente a un caos misurato, trame che l’artista compone pazientemente con la macchina da cucire.
Entrare nello spazio espositivo significa transitare attraverso un corridoio nel quale una serie di stendardi allestiti in sequenza e un caleidoscopio di immagini, colori e suono, ci catapultano immediatamente nel mondo intimo e profondo di Marchesini. La proiezione video, diffusa dalla parete di fondo del profondo atrio d’accesso, immerge lo spettatore in una lenta bulimia di particolari estrapolati dalle opere esposte, a costruire una grammatica di informazioni setacciate e impastate tra di loro, mescolate, trattate e disgregate secondo dinamiche che transitano e si distendono dal pop all’ascetico, e completate da un tema musicale a cavallo tra il ritmico e il meditativo. Un melting pot di pratica artistica contemporanea che dà origine a un universale identitario unico.
Il piano superiore è un’esplosione di luce nel quale una mise en scene di componenti d’arredo, un divano e specchi convessi e di varie fogge, dialogano con lavori materici di differenti formati e grandi appesi verticali in tessuto, elementi eterogenei che danno vita a scenografie a più dimensioni che ricadono morbide dalle capriate al pavimento.
“In Marchesini c’è una vitalità moderna, derivata dalla storia di pittura tonale nata nella città lagunare nella quale l’artista si è formato, declinata in chiave contemporanea grazie a un altro carico di significati culturali che si riconoscono, manifestandosi, in un’opera che rispetta una vasta gamma di qualità. Prima arriva la pittura, che tra olio, acrilico, gesso, smalto e catramina, impasta immagini incarnate che trasudano moti interiori echi di un passato familiare capace di assurgere a dimensione universale. Poi ci sono le incursioni di superfici specchianti che permettono a ciascuno di entrare e uscire dall’opera e all’opera di esibire la profondità. Infine, le irregolarità dei tessuti impregnati di memoria che ricamano frattali capaci di dare altre illusioni plastiche, altri brani di anatomia sinuosi, altra pelle che non evade mai dal quadro ma che rende il quadro “paesaggio mentale”, per richiamarsi a Deleuze ne La piega.” M.C.
Nella giornata di sabato 22 marzo, alle ore 17.30, nella sede espositiva sarà presentato il catalogo Andrea Marchesini. The Universal Form of ONE, una pubblicazione che documenta l'allestimento e raccoglie una serie di opere di recente realizzazione e inedite.
BIOGRAFIA
Andrea Marchesini nasce a Verona nel dicembre del 1973, dove compie studi scientifico-umanistici. Fin dall’adolescenza si interessa alla cultura europea, soprattutto artistica. Perfeziona le sue conoscenze a Londra, Dublino, Barcellona e Roma. Nel corso della sua attività creativa e pittorica espone a Vicenza, Padova, Venezia, Limena, Verona, Milano, Torino, Roma, Bologna, Firenze, Genova, Londra, Madrid, Seul, New York, Amburgo, Stoccarda.
Nel novembre 2017 ad Hong Kong riceve un premio internazionale della critica d’arte. Ha esposto nelle seguenti sedi: Magazzini del Sale di Venezia, Museo Casa dei Carraresi Treviso, Galleria Ess&rre porto turistico di Roma, Artender Alassio, Atelier Gianni Di Muro Alassio, Museo di Palazzo Oddo Albenga, Galleria Vico Spinola di Savona, Sala Hannover del Toscana Resort Castelfalfi (Fi), Art Gallery & Vicenza, Eugin Vicenza, Di Carta Biennale Internazionale Di Opere Di Carta Schio (VI), Sacripante Gallery Roma, Gart Contemporary Neive, Agata Home Design Rivoli Torino, Palazzo Beltramini Asolo, MA-EC Gallery Milano, Museo Le Carceri di Asiago, AB23 (ex Chiesetta dei santi Ambrogio e Bellino) Vicenza, TAIT Gallery Torino.
STATEMENT / LINEE GUIDA DELL’OPERA
L’immagine “franta” è prodotto di una comunicazione che punta non a corrispondere a dei valori condivisi in riferimento a un sistema culturale accettato, ma a suscitare determinati effetti: vale a dire che la società non si specchia più in un mondo riconoscibile e ordinato, ma è stata resa disponibile a subire passivamente stimoli disconnessi ed emotivamente efficaci.
D'altronde, le più recenti teorie sulla ricezione teorizzano un apprendimento stratificato su una ragnatela di dati che implica l’influenza del nostro organismo strutturale a sua volta in rapporto con l’esterno e, per ciascuno, orientato ad un modulo di esistenza diversificato da angolazioni differenti di realtà.
Così le figurazioni si rapportano in modo apparentemente anarchico in assenza di significazione, di dimensioni spazio-temporali con connotazioni pseudo realistiche, ma di tutta legittimità espressiva.