Francesco Coccolo – Mimoidi
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Comunicato stampa
Fuggire dalla realtà, abbandonare il desiderio di comprensione, rinnegare la razionalità della percezione: non sono certo facili le richieste che la serie video Mimoidi di Francesco Coccolo fa a chi la affronta. Successioni di luci e colori informi, glitch, immagini disturbate e disturbanti che partono da elementi basilari, soprattutto per chi vive la laguna: i riflessi. Gli stessi a cui Brodskij dedicava pagine ispirate, dove l’intreccio tra luce e acqua scandiva lo scorrere del tempo in una Venezia invernale. Nei video di Coccolo, i riflessi sono apparizioni, fantasmi, inconsistenze danzanti e inafferrabili. Proprio nella loro capacità di realizzare emersioni immaginifiche – senza manipolazioni se non il montaggio e la sovrapposizione –, si celano le feconde incoerenze dei Mimoidi: visioni che nascono dall’informe e all’informe ritornano, lasciando dietro di sé impressioni retiniche e dubbi sulla loro reale esistenza. Galassie lontane e microbiomi, disturbi di segnale ed ecografie di gravidanza si intrecciano e si confondono. Al contrario, diventano sempre più evidenti gli appigli a cui la nostra mente cerca di reggersi per paura di perdersi, come quella di Chris Kelvin sul pianeta alieno Solaris, nell'omonimo capolavoro fantascientifico di Stanisław Lem. Un pianeta dominato da un’unica forma di vita: un grande oceano intelligente, in grado di creare proiezioni fantasmatiche, estrapolandole dai ricordi e dai pensieri delle forme di vita con cui entra in contatto. Proprio alcune produzioni sulla superficie dell’oceano di Solaris, definite “mimoidi”, danno il nome alla serie di Coccolo, che sottolinea così l’incrocio tra acqua primordiale e fantasmagorie che il nostro cervello non può permettersi di non capire, di non riconoscere. E quindi lo fa, scegliendo di interpretare anche a costo di ingannare i sensi. Perché l’indeterminazione fa decisamente più paura della menzogna.
Musiche di Ettore Rigadello
Dj set Alessandro Lodi
In collaborazione con il corso di pittura di Nemanja Cvijanović, Accademia di Belle Arti di Venezia
L’artista
Francesco Coccolo (Udine, 2001) vive e lavora a Venezia, dove frequenta il corso di Arti Multimediali presso l’Università IUAV. Il suo percorso artistico si sviluppa attraverso la fotografia e il video, medium che gli consentono di esplorare l’essenza dei soggetti e il paesaggio urbano. Nei suoi ritratti, dedica particolare attenzione alla fusione tra il soggetto e l’ambiente circostante, trasformando il luogo di posa in un elemento dinamico e intrinseco alla fotografia stessa. La sua ricerca artistica si propone di narrare in modo poetico le realtà di cui fa parte, concentrandosi sulla dinamica tra il fotografo e il soggetto. Si autodefinisce “observer”, un viaggiatore che esplora nuovi spazi alla ricerca dell’essenza di ciò che incontra nel suo percorso. Il suo interesse si focalizza su come uno spazio comunica il passaggio degli abitanti e su come questi vivono, percepiscono e si esprimono attraverso di esso. Questo approccio si riflette nella sua serie fotografica House of the others, un tour fotografico nelle case e negli atelier di artisti emergenti del Veneto. Tra i suoi progetti principali figurano: Follow me, una ricerca performativa sul sogno delle performer Raffaella Menchetti e Francesca Marcelli; Giardinetto aperto, una documentazione di come uno spazio ricreativo possa prendere vita; New tecno fairy / New Punk, una ricerca fotografica sulle figure delle tecno-fate e dei punk. Le sue fotografie sono state pubblicate in diverse riviste cartacee indipendenti, tra cui Studded Movement (2022), Funny Leather (2023) entrambe in collaborazione con Greta Cervi, Lolita (2022) e Sibillae (2023) con Sofia Ragni, Dutch hardcore (2022) con Sofia Diez.
Il curatore
Alberto Villa (Sesto San Giovanni, 2000) è critico e curatore indipendente. Vive e lavora a Venezia, dove frequenta il corso magistrale di Arti Visive presso l’Università IUAV. Dal 2019 scrive d’arte contemporanea per diversi magazine di settore. Dal 2022 lavora nella redazione di Artribune, occupandosi di editing e scrittura di recensioni, interviste e approfondimenti, nonché coordinando la produzione del magazine cartaceo bimestrale. Nel 2023 ha curato la mostra Corpus Mater alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa, mentre nel 2024 ha preso parte al progetto di ricerca “Mappa Geopolitica degli artisti che hanno partecipato alle Biennali negli ultimi 20 anni, dal 1999 al 2020” presso l’ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia.