Tra storia, identità e cultura. La mostra di Radek Szlaga a Ripatransone
Il progetto espositivo riunisce disegni, tele e sketchbook che approfondiscono il tema dell'identità scandagliando le esperienze vissute dall'artista, figlio di immigrati polacchi nella Detroit degli Anni Novanta
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Cos’è una pennellata se non un “segno” da cui intravedere un vissuto lontano. Una dimensione personale dove tradizioni e contraddizioni si scontrano, trovando in colori, citazioni e immagini un linguaggio universale con cui esprimersi e, talvolta, ritrovarsi. Una tensione in cui sembra risiedere la ricerca artistica di Radek Szlaga (Polonia, 1979), pittore polacco tra i più influenti della sua generazione, protagonista della mostra Greatest Hits, a cura di Alex Urso, ospitata da Fiuto Art Space fino al primo marzo 2025.
La mostra di Radek Szlaga da Fiuto Art Space a Ripatransone
Nato a Gliwice, in Polonia, nel 1979, l’artista si trasferisce con la sua famiglia negli Stati Uniti negli Anni Novanta, continuando a vivere a cavallo tra le due realtà. È in questo periodo che il mondo fino ad allora conosciuto (ovvero quello governato dall’ideologia sovietica), si scontra “con quello luminoso e decadente esperito dall’altra parte della cortina”, plasmando un immaginario che vive di opposti e che prende forma in opere energiche e stratificate, riflettendo la complessità della società contemporanea in bilico tra la globalizzazione e le radici locali.
Così tra dipinti, disegni e sketchbook – realizzati appositamente per l’occasione – si susseguono immagini di donne, bambini, animali e oggetti, che si fanno portavoce di suggestioni e disfatte di due modelli sconfitti dagli stessi stereotipi.
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Radek Slzaga: un artista a cavallo tra due mondi
Figlio di emigrati, l’artista costruisce la propria indagine a partire dalla commistione e dalla rielaborazione di icone, simboli e riferimenti visivi della cultura statunitense, smascherando con sarcasmo lo scollamento tra l’immagine illusoria della superpotenza e lo stato attuale di quell’egemonia. Un’ironia tagliente a cui non sfugge neanche la cultura polacca originaria del pittore, facendosi beffa del sogno liberal – capitalista seguito alla caduta del muro.
La pittura come terra di confine
“L’accumulo ossessivo di immagini e riferimenti visivi al mondo occidentale e al folklore est-europeo si manifesta, nella pratica, attraverso la creazione di opere frutto della sovrapposizione di colori, materiali, tecniche”, spiega il curatore Alex Urso. “Ogni creazione dell’artista nasce da un approccio totalizzante, che rende la superficie carica di rimandi extra pittorici, oggettuali, fotografici. Questa stratificazione materica restituisce così le molteplici esperienze vissute da Szlaga: informazioni, luoghi, incontri, vedute, sensazioni sono riuniti in un sentire unico, denso di suggestioni tecniche e formali”.
Valentina Muzi
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