The Rosy Crucifixion

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MASSIMO MININI
Via Luigi Apollonio 68, Brescia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
22/02/2025

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

Comunicato stampa

"All my Calvaries were rosy crucifixions, pseudo-tragedies to keep the fires of hell burning brightly for the real sinners who are in danger of being forgotten" Henry Miller

Per la mostra The Rosy Cruifixion ho voluto mettere assieme opere di artisti storici, mid career e giovani. Alcuni hanno lavorato negli anni con la galleria Massimo Minini, mentre per altri si tratta della prima volta; a questi si aggiungono opere della collezione di Massimo.

Il soggetto della mostra è il nostro corpo, come insieme di organi avvolti dalla pelle, l’epidermide del nostro ego, confine e ponte con il mondo fuori da noi e con l’altro da noi: corpo come dimensione erotica, strumento percettivo di crescita e conoscenza, spazio di intimità e incontro, insieme di piacere e dolore, desiderio e paura, vitalità e morte. Per questi artisti l’opera è strumento di esplorazione di un eros mentale e visionario, un mezzo di espansione capace di attraversare l’autobiografia, la memoria, la ricerca mistica e l’analisi psicologica interiore, la storia dell’arte, fino a sfociare nella fantascienza.

Per attraversare un soggetto così complesso e inafferrabile ho voluto creare un percorso preciso.

Le prime opere vertono su un alternanza di percezione del proprio corpo e del corpo dell’altro da noi: i soggetti dei dipinti ad encausto di Roberto de Pinto sono alter ego dell’artista immersi in un’atmosfera mediterranea calda e voluttuosa; le fotografie di Robert Mapplethorpe ritraggono corpi attraverso uno sguardo che ne esalta la perfezione metallica e lucida; Sophie Thun rielabora in camera oscura, giocando su frammentazione e ripetizione, gli scatti analogici con cui ritrae se stessa realizzando fotografie uniche non riproducibili.

Avanzando nella mostra tutto inizia a sgretolarsi per lasciare il posto a una dimensione più onirica e instabile: ne è un esempio un maestro della fotografia come Duane Michals, con il suo approccio cinematografico e narrativo al mezzo, in cui il desiderio svolge un ruolo fondamentale; per il Barone Wilhelm von Gloeden il sogno è tutto, e la camera fotografica è la macchina del tempo in grado di portarci nella sessualità del mito classico; mondo classico che ritorna anche nei collage fotografici di George Woodman, in cui i nudi si mescolano con l’ambiente circostante o le antichità archeologiche.

L’ultima parte raccoglie le opere più dure e drammatiche: gli organi di Ivana Bašić diventano elemento plastico alla base di sculture in cui il concetto di “interno” e di “esterno” sono ormai confusi completamente; Anna-Sophie Berger gioca con l’oggetto banale e quotidiano rendendolo un elemento di attivazione e di destabilizzazione della nostra vita e della nostra corporeità; i grandi disegni di Pierre Klossowski sono lezioni di dominazione e costrizione in cui i rapporti di potere scivolano tra le mani; i grandi e grossi corpi adiposi dipinti da Maria Giovanna Zanella diventano soggetto formale di indagine della pittura, della sessualità e di sensualità perverse e polimorfe.

Il titolo è un tributo a Henry Miller e alla sua trilogia di libri Sexus, Plexus, e Nexus, pubblicati tra il 1949 e il 1959, i quali vengono solitamente racchiusi sotto il titolo di The Rosy Crucifixion, ovvero La Crocifissione Rosea.

Henry Miller è stato per me una figura centrale. Ho sempre trovato il suo approccio al mondo quanto di più profondo e rinfrescante. Ed ho sempre amato il modo in cui la sua fame di vita era superata solo dalla sua fame di arte e bellezza. Nessuno scrittore come lui riesce a farci ricordare quali sono i motivi per cui la vita sarà sempre troppo breve.

Antonio Grulli

Ivana Bašić, Anna-Sophie Berger, Roberto de Pinto, Pierre Klossowski, Robert Mapplethorpe, Duane Michals, Sophie Thun, Wilhelm von Gloeden, George Woodman and Maria Giovanna Zanella