Testuale

Informazioni Evento

Luogo
SANGALLO FINE ART
Viale Gabriele D'Annunzio, 46, Vasto, CH, Italia
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Date
Dal al
Vernissage
01/03/2025

ore 18.30

Curatori
Lorenzo Madaro
Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra intende investigare alcuni specifici filoni delle sperimentazioni verbo- visive e verbo-concrete nel contesto italiano e internazionale degli anni ’70 citando l’omonima mostra del 1979 tenutasi alla Rotonda di via Besana a Milano.

Comunicato stampa

Sabato 1 marzo alle 18.30 presso la galleria Sangallo Fine Art, a Vasto, si inaugurerà la mostra dal titolo <> a cura di Lorenzo Madaro con opere di Alighiero Boetti, Mario Ceroli, Emilio Isgrò, Salvo e Ben Vautier. La mostra intende investigare alcuni specifici filoni delle sperimentazioni verbo- visive e verbo-concrete nel contesto italiano e internazionale degli anni ’70 citando l’omonima mostra del 1979 tenutasi alla Rotonda di via Besana a Milano. I cinque artisti protagonisti sono molto distanti tra loro per esperienze e attitudini ma tutti vicini perché, ognuno in totale autonomia, hanno lavorato sulla forza intrinseca delle parole e della loro assenza in differenti ambiti, da quello quotidiano a quello della comunicazione in senso più aperto.

Dagli alfabeti di Alighiero Boetti, piccoli arazzi concepiti in Afghanistan nell’orbita di un multiculturalismo pionieristico, con frasi e giochi di parole a un altro padre nobile della storia dell’arte contemporanea, Mario Ceroli,con opere storiche e recenti in grado di farci comprendere non soltanto l’assoluta coerenza del suo discorso di sperimentatore di forme e di materiali, ma anche l’importanza della parola nel suo lessico visivo, fuori da ogni corrente, perché Ceroli è stato ed è un ricercatore assolutamente autonomo. La mostra prosegue con Emilio Isgrò, altro punto cardinale imprescindibile: aver inventato e coraggiosamente sostenuto la cancellazione come forma primaria e concettuale di ricerca, l’ha reso un maestro consolidato proprio perché ha apportato una ulteriore rivoluzione al discorso verbo-visuale. Le lapidi di Salvo sono assertive e ironiche, con declinazioni anche narrative, ancor più sofisticate se pensiamo a tutto il discorso pittorico che poi l’artista, dopo quella fase, ha inteso praticare. La mostra si conclude poi con un nucleo di opere dall’ironia spiazzante e poetica di Ben Vautier, che interroga chi osserva (e legge) le sue opere rispetto ai grandi temi che appartengono all’arte come alla vita.

«Testuale» è accompagnata da un catalogo edito da Manfredi Edizioni con un testo critico di Lorenzo Madaro, curatore e docente di ruolo di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.