L’architettura del maestro iberico Juan Navarro Baldeweg in un nuovo libro 

Protagonista indiscusso della scuola madrilena e spagnola, l’architetto classe 1939 Juan Navarro Baldeweg è al centro di una recente monografia edita da LetteraVentidue, presentata il 5 marzo alla Casa dell’Architettura di Roma, in un incontro con l’autore Antonello Marotta

Nell’ultimo saggio del bel volume, che supera le 300 pagine, Juan Navarro Baldeweg. Intersezioni e confluenze si trova un testo dello stesso Baldeweg dal titolo: Frenhofer e Lord Chados – “Terribile quest’arte/ Filo del mio corpo il filo. E questo filo è anche il mio/ cammino nell’aria”. Un contributo che rafforza la sensazione di avere tra le mani una delle più interessanti pubblicazioni tra le poche che hanno visto la luce in un 2024 triste e solitario, incupito dai bagliori delle guerre. Cosa occorre segnalare di questa lunga riflessione che mescola con sapienza densi testi e immagini seducenti proponendo un insieme che convince? Innanzitutto la capacità dell’autore, l’architetto e teorico dell’architettura Antonello Marotta, di andare oltre i confini tradizionali che la critica riversa su una monografia architettonica. Con lenta cautela li supera e si inoltra verso altri territori che si rivelano indispensabili per comprendere ciò che stiamo osservando: l’articolato modo di comporre del progettista di Santander.  

La copertina del libro “Juan Navarro Baldeweg. Intersezioni e confluenze”, scritto da Antonello Marotta, LetteraVentidue edizioni
La copertina del libro “Juan Navarro Baldeweg. Intersezioni e confluenze”, scritto da Antonello Marotta, LetteraVentidue edizioni

L’architettura secondo il progettista spagnolo Juan Navarro Baldeweg 

Si inizia dall’arte. Del resto il nostro critico è il figlio di un pittore del Mediterraneo e possiede la consapevolezza di quanto conti quel liquido amniotico. L’espressione artistica ispira la composizione architettonica. A volte sotto traccia, in altre con evidenza. A ciò si aggiunge la letteratura, riletta in Specie di spazi di Georges Perec, e quindi la filosofia che ragiona sul pensiero contemporaneo, posto in relazione con le realizzazioni del nostro progettista. Il fine? Evidenziare in queste il loro essere espressioni che entrano in sintonia con ciò che chiamiamo “lo spirito del nostro tempo”. Una materia evanescente che spesso fugge e si perde altrove, in ritorni al passato o fughe verso l’incerto futuro. Lo si trova nella ristrutturazione dei Mulini vecchi di Murcia (1984-1987), dove si esalta il potere immaginifico della luce che arriva a modellare la materia. Nel Palazzo dei congressi e delle esposizioni di Castilla-Leòn, a Salamanca (1985-1992), dove una delle cupole che ricopre l’aula sembra galleggiare sospesa nell’aria, come il corpo di Pasolini nella mostra che Nicola Verlato ha realizzato nelle Terme di Diocleziano. Nella Biblioteca Hertziana (1995-2012) dove in quell’angolo di Roma ricerca nel sedime la presenza nell’antica topografia su cui interviene, per riproporla in una nuova spazialità, vuota e in tensione, che dona luce ad ogni spazio della costruzione.  

Centro di ricerca e museo di Altamira, Santillana del Mar, 1994-2001, modello © J. Navarro Baldeweg – Courtesy J. Navarro Baldeweg
Centro di ricerca e museo di Altamira, Santillana del Mar, 1994-2001, modello © J. Navarro Baldeweg – Courtesy J. Navarro Baldeweg

Le principali opere dell’architetto spagnolo Juan Navarro Baldeweg 

La ricerca di una propria personale metodologia d’intervento per Baldeweg inizia dalla Casa della pioggia (1979-1982) realizzata a Lièrgane. Un’opera dal taglio espressamente concettuale, capace di immettere nella costruzione il rumore dell’acqua che picchia sulla copertura in zinco e lascia il segno nella forma del tetto. Qui l’architettura si apre alla geologia, alla natura del terreno per accogliere perfettamente la presenza dell’albero nella composizione, come se fosse nato dalla mano dell’autore. Tutto, anche le preziose sculture centellinate con attenzione e in fragile equilibrio, le grandi tele dai colori vivaci, i garabatos che emergono dall’ombra scavando in uno spazio arcaico, testimoniano come artista e come progettista la sua capacità di comprendere e sviluppare una particolare concezione del vuoto, di intuirne ed esplicitarne le potenzialità espressive. Lo deve alle competenze artistiche. Ad iniziare dall’incisione, tecnica di scavo e di rilievo appresa nella Scuola di Belle Arti di San Fernando. Alla capacità di accordare l’impegno di architetto con lo studio negli USA e la pratica della pittura e della scultura.  

Il confronto con il patrimonio esistente dell’architettura di Juan Navarro Baldeweg 

Tutto ciò, come per altri progettisti che animano la freddezza del nostro tempo, come Massimiliano Fuksas o Cherubino Gambardella, produce un fiato che rivela l’anima e gli permette di approfondire rapporti e connessioni tra avanguardie artistiche e tradizione arcaica, mettendo a punto in numerose occasioni opere che inserendosi in contesti storici si confrontano con le preesistenze, indagano la relazione con la luce e inventano nuovi rapporti e esperienze particolari con la materia che si fa sostanza. Nel testo citato in apertura si trovano alcune righe che ci permettono di comprendere meglio il suo lavoro. Recitano: “Nel sublime si mescolano anche due piani: ciò che le parole raggiungono e ciò che non possono raggiungere. Convivono l’infinito, l’oscuro, l’impossibilità di colmare l’irriducibile delle visioni e un corrispondente stato interiore caratterizzato dall’inquietudine e dalla paura. Convive l’innocente ricezione di una immensa valanga, non suscettibile di essere incanalata, con l’impressione di essere in uno stato d’ansia davanti all’indicibile”. Non serve altro per far comprendere la sostanza del suo lavoro. 

Mario Pisani  

Antonello Marotta, Juan Navarro Baldeweg. Intersezioni e confluenze 
LetteraVentidue edizioni, Siracusa 2024 
Pagg. 320, € 39,00 
ISBN 9788862429689 

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Mario Pisani

Mario Pisani

Mario Pisani (Roma, 1947) laureato a La Sapienza in Architettura con 110 e lode e pubblicazione della tesi, ha insegnato Storia dell'Architettura Contemporanea, Storia del Design e Storia del Giardino e del Paesaggio all'Università della Campania Luigi Vanvitelli dal 1990…

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