The Art of Disobedience. Hanno fatto un documentario sul writer Geco

Adorato e odiato, imitato e osteggiato, Geco, il writer più ricercato, racconta ora la sua storia in un documentario dal titolo “The Art of Disobedience”. Il trailer

Geco, Geco e ancora Geco: chi non ha mai visto questo nome, quasi divenuto un brand, campeggiare sui muri di alcuni edifici romani, lungo le ferrovie, nei viadotti o in luoghi impensabili? Sono tutte tag opera di uno dei writer tra i più ricercati dalla polizia di decoro pubblico. 

The Art of Disobedience: il documentario su Geco

A raccontare ora la sua versione dei fatti e la sua arte urbana è lo stesso protagonista con il film documentario The Art of Disobedience.

“Un film completamente indipendente, scritto e diretto da Geco, il graffiti writer più famoso d’Italia, con filmati mai visti prima che ti portano dritti nel cuore delle strade. Un film per tutte le persone che osano guardare oltre le apparenze”: così è stato annunciato il documentario accompagnato dal teaser trailer che vi proponiamo. 

Geco: l’identità svelata

Rimasto a lungo nell’anonimato, Geco è noto per le sue tag onnipresenti nella Capitale, ma anche all’estero, tanto che viaggiando e notando su qualche muro la sua firma è un po’ come sentirsi a casa per i romani.

“Smascherato” nel 2020 durante la giunta Raggi, sappiamo ora che sotto lo pseudonimo Geco c’è il giovane Lorenzo Perris. La sindaca ne annunciò la scoperta con un post Facebook che recitava: “Centinaia di bombolette spray, migliaia di adesivi, funi, estintori, corde, lucchetti, sei telefoni cellulari, computer, pennelli, rulli e secchi di vernice. Si tratta del materiale che il Nucleo Ambiente e Decoro della nostra Polizia Locale ha sequestrato al writer romano noto come “Geco” che, insieme all’assessore Linda Meleo, avevamo già denunciato per aver deturpato diversi edifici della nostra città”.

Geco. Artista o non artista?

Come Virginia Raggi, in molti sono i detrattori di Geco, accusato di imbrattare gli spazi pubblici, deturpando l’arredo urbano con scritte a caratteri cubitali e sticker perfino su edifici monumentali.

Altri ritengono invece geniale la sua forma d’arte: la ripetizione ossessiva di una scritta, con i medesimi caratteri maiuscoli, l’utilizzo prevalente di bianco e nero, e l’inspiegabile onnipresenza lo rendono quasi un performer, che dalla notte al giorno lascia il segno in luoghi spesso impervi da raggiungere.

Non a caso esiste anche un profilo Instagram – @gecostickerlx – a lui esclusivamente dedicato, che raccoglie tutte le sue tag in giro per l’Italia e per il mondo, quasi a voler mappare la sua azione capillare sul territorio.

Roberta Pisa

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Roberta Pisa

Roberta Pisa

Vive a Roma dove si è laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Da sempre si occupa di cultura e comunicazione digitale. Dal 2015 è pubblicista e per Artribune segue le attività social.

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