La guerra in Ucraina dà il via a una riflessione fantascientifica in una mostra a Bologna
L'attuale invasione russa dell'Ucraina è una ferita profonda, inflitta all'umanità, alla natura e alle future generazioni. In questo contesto, il tempo diventa una risorsa cruciale, e questa mostra dell’artista ucraina ne esplora le diverse sfaccettature.

È il tempo il prisma attraverso cui Lesia Vasylchenko, nella sua mostra Children of Infinity, osserva l’invasione russa in Ucraina, declinandolo nelle sue diverse sfumature; in una ricerca profonda e intensa che, nello spazio creativo bolognese Adiacenze, a cura di Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi, unisce il passato, il presente e il possibile futuro.
La guerra che va oltre il tempo umano
Le stanze sono avvolte da un suono angosciante e insistente: un allarme aereo. Una sequenza video, accompagnata da questo suono, vede una famiglia che precipitosamente scende le scale per raggiungere il rifugio, in una corsa che sembra infinita.
L’opera Chronosphere osserva il tempo nelle sue quattro dimensioni. La prima, umana, è misurata dai secondi necessari per mettersi in salvo in un rifugio antiaereo. La seconda, naturale, misura il tempo che la terra impiega per rigenerarsi dopo un ecocidio provocato dalla guerra. La terza proietta un futuro inquietante, apocalittico. La quarta dimensione è quella delle informazioni che viaggiano in millesimi di secondo, in Near-Real Time, trasformando radicalmente le strategie di guerra.
Il video si chiude evocando la speculativa Corte del Tempo che accoglierà le testimonianze delle vittime non umane della brutale invasione russa: gli alberi, i campi, la polvere. Vasylchenko commenta: “Togliete l’essere umano dall’immagine, e vedrete il vero livello di devastazione”.






A Bologna il messaggio contro la guerra arriva dai mondi lontani
La linea fantascientifica della mostra si concretizza nell’opera Children of Infinity, creata in collaborazione con l’Osservatorio Radioastronomico di Medicina / Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna. Un radar di dimensioni colossali si muove in cerca di un segnale da una civiltà extraterrestre, fino ad oscurare il disco solare con la sua sagoma immensa.
L’opera narra la storia di Ori, un’entità non umana che, di fronte a una Terra devastata dalla violenza, sceglie di sacrificare il proprio posto nella sua società per restituire pace all’umanità.
Ori è un personaggio nato dall’immaginazione di Oles Berdnyk, scrittore cosmista e dissidente politico ucraino, perseguitato dal regime sovietico, condannato all’esilio e ai lavori forzati. Le sue opere rimasero censurate per decenni.
Lo spazio Adiacenze mostra l’immaginazione usata come propaganda
Una collezione di francobolli, ereditata dal padre dell’artista, rappresenta il sogno spaziale attraverso la lente del realismo socialista. I ritratti di Yuri Gagarin sono affiancati da illustrazioni che accompagnavano la propaganda sovietica, modellando il presente secondo l’immaginario del Partito più che sulla realtà.
Questo positivismo cosmico, che prometteva un’evoluzione straordinaria dell’umanità, era molto lontano dalla verità. Accanto alla collezione di francobolli propagandistici, un video Postcard From a Nonexisting City esplora un futuro immaginario attraverso paesaggi architettonici speculativi. Insieme, il video e la collezione rivelano l’immaginazione come un’arma politica e culturale, in tensione con diverse dimensioni temporali.
Valeria Radkevych
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