Allo stadio della Juve di Torino arriva il monumento per i 40 anni della strage dell’Heysel

In un'area verde di circa duemila metri quadrati della periferia torinese sorgerà, in tempo per l'anniversario, una grande opera dell’artista Luca Vitone, “Verso Altrove”. Ne abbiamo parlato con l'artista

È una calda sera di fine maggio quando, per il match finale della Coppa Campioni 1985 Juventus-Liverpool, migliaia di tifosi da tutta Europa si riversano nello stadio Heysel di Bruxelles. Sulla carta, l’impianto (che già aveva ospitato diverse finali) può tenere fino a 60mila spettatori, ma le richieste di tagliando toccano le 400mila: tra i fan ci sono soprattutto juventini, che sperano che la partita gli regali la prima vittoria in Coppa per la squadra torinese. Entrati nello stadio stracolmo, gli italiani sono indirizzati nella curva a Sud-Est dell’impianto, dal lato opposto degli irruenti fan inglesi, ma finiscono per riempire anche un altro settore adiacente agli hooligan del Liverpool (che accorrono in numeri assai maggiori del previsto). In attesa dell’inizio della gara, e dopo lanci di oggetti e cori violenti, i tifosi inglesi sfondando la sottile rete metallica che li separa dai fan avversari e li caricano, costringendo la gran massa di persone a una fuga precipitosa: c’è chi si getta di sotto, finendo manganellato dalla polizia, e chi si arrampica. Non passa molto tempo prima dello schianto di uno dei muri di separazioni interni allo stadio: è la sera del 29 maggio 1985, e nella calca muoiono 39 tifosi, di cui 32 italiani, e si riportano seicento feriti. Quest’anno, quarant’anni dopo la tragedia, la Juventus ha deciso di far realizzare a poca distanza dal suo stadio torinese un’opera commemorativa e simbolica, chiamata Verso Altrove.

L’opera commemorativa davanti allo stadio Juventus

Il progetto, affidato da Juventus al critico d’arte e presidente della Quadriennale di Roma Luca Beatrice, morto appena un mese fa, sarà realizzato dall’artista Luca Vitone, scelto tra una decina di artisti italiani di fama internazionale e vincitore del concorso per i tre finalisti. I lavori del progetto, a cui Vitone e Beatrice hanno lavorato intensamente per circa due anni, sono iniziati lo scorso dicembre in un’area verde di circa duemila metri quadri nei pressi di Strada della Continassa, vicino all’Allianz Stadium, al Training Center e alla sede del club (che insieme compongono il cosiddetto J-Village). L’opera consisterà in una pedana di sessantacinque metri a forma di spirale centrifuga, alta circa tre metri da terra: la rampa, percorribile a piedi e accessibile a persone con disabilità motoria, conduce a un cannocchiale con le lenti montate al contrario, che allontana il fuoco sull’orizzonte. Abbiamo parlato dell’opera e del suo significato con l’artista.

Verso Altrove, Luca Vitone
Verso Altrove, Luca Vitone

Luca Vitone e l’opera commemorativa della tragedia di Heysel

Ricordi l’Heysel?
Non sono uno che ha mai seguito da vicino il calcio, anche se ovviamente, come tutti, sono immerso nella cultura calcistica. Ma quel telegiornale me lo ricordo, avevo appena compiuto ventun anni.

Come hai lavorato a questo memoriale, qual è stata la tua priorità?
Ho pensato di fare una cosa che ricordasse chi non c’è più e che guardasse oltre la morte. Certo, la morte fa parte di noi ed è inevitabile, ma pensando a questa tragedia sono stato portato a lavorare a qualcosa che guarda a un aldilà, da cui anche il nome, Verso Altrove.

Come si struttura la tua scultura?
C’è una grande rampa che si alza da un manto erboso con della flora particolare. Ha una forma a spirale, e alzandosi dal terreno arriva a un pianerottolo dove c’è un cannocchiale. Il cannocchiale è un concetto che io avevo presentato vent’anni fa e inserito in altri progetti, sempre con diverse visioni. Qui le lenti sono al contrario, perché idealmente si è portati ad andare oltre, ma lo si può fare solo con la mente, è un gesto simbolico.

Simbolica è anche la scelta delle specie arboree di questo prato.
Simbolica ed estetica insieme. Ci saranno degli odorosi cespugli di lavanda e alcuni alberi di Ginko Biloba: è una delle poche forme di vita che hanno resistito all’atomica in Giappone, è un albero antichissimo e un “fossile vivente” che rimanda alla resistenza, alla forza e alla capacità di sopravvivenza nei momenti peggiori della vita.

L’opera di Luca Vitone per commemorare i tifosi della Juventus


Quanto ha influito sull’opera l’area in cui sorgerà?
È una zona poco visitata, periferica, anche perché chi va allo stadio non si ferma prima o dopo la partita. Potrebbe diventare un giardinetto dove la gente va a passeggio, me lo auguro, ma non conosco abbastanza Torino per sapere cosa succederà. Quando ho pensato a cosa realizzare qui non mi sono concentrato tanto sul contesto o come sarà abitato il luogo, quanto proprio su questi 39 morti.

Questa idea di ricordo e di proiezione in avanti è anche una presenza fisica, che si manifesta attraverso la luce.
Sul lato destro della parete della rampa, che è fatta di assi di legno parallele svasate, ci sarà tutta una serie di luci che seguono il percorso centrifugo, che si potrà vedere anche di notte e dall’alto. Lì vicino c’è l’aeroporto di Caselle: ho pensato che anche gli aerei in partenza e in arrivo potranno vedere questo segno luminoso.

Giulia Giaume

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più