Catania punta sul cinema con l’Accademia di Belle Arti. Nascono gli studios cittadini e nuove produzioni

Dall’alleanza tra l’Accademia di Catania (capofila) e l’Accademia di Napoli (partner) nasce un progetto finanziato dall’Europa. La Sicilia avrà i suoi studios cinematografici e nuove produzioni, a partire da una serie. Con tanto spazio per la formazione

Nelle opere di tre grandi scrittori siciliani del Novecento, Elio Vittorini, Vitaliano Brancati e Salvatore Quasimodo, un altro gigante della letteratura siciliana, Leonardo Sciascia, riconobbe tre diverse maniere di leggere l’identità dell’isola: “La Sicilia come ‘mondo offeso’; la Sicilia come teatro della commedia erotica; la Sicilia come luogo di bellezza e di verità”. Un legame, quello tra il cinema e la Sicilia, di cui Sciascia tanto scrisse e a cui contribuì, con la sua penna, ispirando capolavori di registi come Damiani, Rosi, Petri, e che per tanti registi e sceneggiatori è stata serbatoio inesauribile di storie, paesaggi, suggestioni. Terra dunque di visioni cinematografiche, ma non di reali economie del cinema, nonostante l’ampia rete di piccoli e grandi festival di qualità, nonostante il lavoro di una Film Commission che sostiene autori e progetti anche indipendenti, e nonostante la presenza, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, di una sede del Centro Sperimentale di Cinematografia, luogo d’elezione per la formazione di registi e sceneggiatori nel campo del documentario.

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Un’aula dell’Accademia di Belle Arti di Catania

L’Accademia di Catania destina al cinema i fondi del PNRR

Nel 2023 proprio il Centro Sperimentale palermitano presentava una nuova “Location Guide”, strumento destinato alle molte produzioni che scelgono di girare in Sicilia. Una vera e propria mappa, realizzata con foto e video in altissima risoluzione, concepita come versione aggiornata e multimediale della guida cartacea pubblicata nel 2009: sono oggi 350 i luoghi censiti e identificati come set ideali per accogliere film, serie, documentari. In un simile contesto, animato da importanti energie creative ed intellettuali, ma penalizzato dagli esigui investimenti privati e dalla consueta debolezza dell’azione politica, è un ottimo segnale l’annuncio di un progetto ambizioso, denominato C-Fabit (acronimo di Cinematic Futures: Bridging Art, Technology and Interdisciplinary Training), messo in campo dall’Accademia di Belle Arti di Catania, in partnership con l’Accademia di Napoli. I fondi arrivano dall’Unione Europea, oltre 5,2 milioni di euro del PNRR (per l’esattezza €5.248.478), ottenuti tramite il Ministero dell’Università e Ricerca, con l’obiettivo di realizzare nuove produzioni, a partire da una serie tv originale, totalmente made in Sicily, nonché di acquistare e mettere a regime spazi da convertire in studios cinematografici, seguendo nella fase conclusiva anche la distribuzione e la promozione delle opere realizzate.

Catania ridesta così memorie gloriose legate alla settima arte, insieme a quello spirito d’impresa che storicamente ne ha contraddistinto identità e scelte. Agganciandosi a un autentico patrimonio di potenzialità e di memorie, C-Fabit punta “a creare fra Catania e Napoli un polo italiano nel campo del cinema e dell’audiovisivo contemporaneo, oggi profondamente influenzato dalla cultura digitale”. Sono parole di Gianpiero Vincenzo, docente di Discipline sociologiche per AbaCt e responsabile del progetto, affiancato da Luigi Barletta, docente di Linguaggi e tecniche dell’audiovisivo ad AbaNa, che aggiunge: “Si tratta di un’opportunità unica per le nostre istituzioni, che potranno dialogare sui linguaggi audiovisivi in chiave transmediale e allestire ambienti tecnologicamente all’avanguardia”.

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Loghi Etna Film e Katana Film

Catania, tra set e case di produzione

È impossibile non citare, a proposito di memoria, la vicenda della cosiddetta “cinecittà siciliana” d’inizio ‘900, quella “Società anonima Etna film” fondata nel 1913 nel quartiere Cibali, con centinaia di maestranze coinvolte e con i suoi teatri di posa, le officine, i laboratori per il trattamento delle pellicole e l’enorme parco tecnico-logistico che garantiva attrezzature, carrozze, automobili, pullman, arredi, scenografie. Un’esperienza durata pochi anni, sospinta da un’ambizione avveniristica e penalizzata da una gestione finanziaria imprudente, ma che lasciò un segno indelebile, stimolando anche la nascita di altre case di produzione, più piccole e ancor meno longeve – dalla Morgana Film alla Jonio Film, da Sicula Film a Katana film – trascinate in poco tempo dal fallimento della stessa Etna Film e dallo scoppio della guerra. Catania, intanto, diventava meta perfetta per accogliere, con i suoi scenari incantevoli, riprese di film prodotti in Italia e all’estero, inclusi diversi capolavori della storia del cinema: dal kolossal di Gabriele D’Annunzio Cabiria (1914) a La terra trema di Visconti (1948), da quattro gioielli di Pasolini (Il Vangelo secondo Matteo, Porcile, Teorema e I racconti di Canterbury) al Padrino (1972) di Coppola, da Storia di una capinera (1993) di Zeffirelli a Sicilia! (1999) di Danièle Huillet e Jean-Marie Straub, giusto per citare alcuni tra i moltissimi titoli; per stare invece ai nostri giorni, ha toccato anche la città etnea (oltre a Palermo, Siracusa, Roma e Torino) il mega remake del Gattopardo di Netflix per l’americana Indiana Production, così come la serie di Valeria Golino per Sky ispirata.al bestseller della scrittrice catanese Goliarda Sapienza, L’arte della gioia.

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Pasolini sull’Etna, Ph. Salvatore Tomarchio

Il progetto cinematografico di Catania e Napoli

Ed ecco che il passato si ridesta, vestendosi di speranze nuove e mettendo in campo strategie impegnative ma fondamentali ai fini dello sviluppo di un settore con altissime e antiche potenzialità. Così, se da un lato è intrinseca la finalità didattica e formativa del progetto – che consentirà agli studenti di entrambe le accademie di misurarsi con la teoria e la pratica, acquisendo sul campo competenze relative a diverse figure professionali del mondo del cinema – dall’altro si intravedono importanti possibilità per incentivare il lavoro, generare economie, attrarre capitali e nuove produzioni, creare il relativo indotto: gli “studios” catanesi offriranno un supporto fondamentale, in termini di attrezzature, spazi, logistica, personale, a tutti coloro che lavorano con l’audiovisivo e che in Sicilia ambienteranno intere produzioni o singole scene, tra film, serie televisive, documentari, spot, videoclip musicali. Infine, come si legge nella scheda progettuale, una piattaforma digitale interattiva permetterà l’individuazione dei “luoghi dell’immaginario, ampliando le possibili location cinematografiche”.

In questa fase preliminare sono in corso le trattative per acquistare i diritti di un’opera letteraria, dal respiro internazionale, che evidentemente ispirerà la serie annunciata: nulla si sa, al momento, sulla natura del soggetto. Entro marzo, invece, l’Accademia di Catania pubblicherà il bando per l’acquisto degli studi cinematografici, da identificare tra gli spazi più idonei disponibili in città. Tornando invece all’aspetto della formazione, la prima fase del progetto prevede l’avvio di master specializzati con docenti internazionali, così da trasformare le due accademie coinvolte in veri e propri poli di formazione per l’ambito cinematografico; nella seconda fase, quella attuativa, si darà luogo alle già citate attività laboratoriali, in campo audio-video, per le fasi di produzione e post-produzione avviate negli studi, concedendo spazio anche a opere frutto della ricerca accademica (incluse la videoarte e le installazioni multimediali). Infine, un work package sarà dedicato “allo sviluppo di un modello per la creazione di un dottorato nazionale in audiovisivo e arti multimediali”.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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