La prima commissione pubblica ad El Greco a Toledo torna alla luce al Prado di Madrid

Al Museo del Prado tornano riuniti, per la prima volta, i capolavori che El Greco dipinse per il Monastero di Santo Domingo el Antiguo, a Toledo. Ecco quali sono

Riunire opere nate per un medesimo contesto, e poi disperse altrove nel tempo, è uno degli obiettivi più frequenti oggi degli studiosi d’arte. Lo dimostra il successo del Polittico Agostiniano di Piero della Francesca, presentato l’anno scorso al Museo Poldi Pezzoli di Brera; o la mostra dedicata agli affreschi di Annibale Carracci per la Cappella Herrera di Roma, allestita nel 2022 prima al Prado di Madrid e poi al Mnac di Barcellona.

Il Museo del Prado propone ora una nuova “reunion” artistica: il progetto decorativo per la chiesa di Santo Domingo el Antiguo, la prima importante commissione ricevuta da El Greco dopo il suo arrivo a Toledo, nel 1577, che realizza in contemporanea all’Expolio per la Cattedrale.

La mostra su El Greco al Museo del Prado di Madrid

Si tratta di una piccola grande mostra che conferma la capacità del Prado di trasformare i propri spazi, anche i più sacri e inviolabili – come la lunga galleria centrale, al primo piano, che ospita capolavori di Tintoretto e Tiziano, Veronese e Rubens – per allestire progetti espositivi fuori dal comune. La mostra, realizzata grazie al contributo economico della Fondazione Amici del Prado (circa 46mila persone iscritte), segna il ritorno al museo della curatrice Letizia Ruiz nel ruolo di responsabile della pittura spagnola del Rinascimento, dopo la tappa impegnativa come direttrice delle Collezioni Reali e l’apertura della Galleria di Patrimonio Nazionale.

La dispersione dei primi capolavori spagnoli di El Greco

L’alterna fama del Greco (all’anagrafe Domínikos Theotokópoulos Creta, 1541 – Toledo,1614) nel corso dei secoli ha condizionato il destino delle sue opere. La vicenda di Santo Domingo el Antiguo è emblematica del fenomeno di spoliazione che ha subíto, tra Otto e Novecento, la prima produzione spagnola di questo gran maestro del Rinascimento, riscoperto e apprezzato nella sua complessità solo in epoca contemporanea. Nel convento delle monache cistercensi di Toledo (dove, peraltro, l’artista cretese fu sepolto per qualche anno) restano, purtroppo, oggi solo tre opere autentiche del pittore: la maggior parte delle tele che El Greco dipinse tra 1577 e 1579 per decorare l’altare maggiore e i due altari laterali della chiesa furono prelevate, vendute e passarono di mano in mano a partire dal 1830, mentre al loro posto realizzate copie di buona fattura.

Otto tele e un fregio nella galleria centrale al Prado

Sono in tutto otto le opere originali riunite per la prima volta insieme a Madrid: sette le tele dipinte ad olio, più un fregio ligneo, una Veronica o Santa Faz dipinta e forse più tarda. La museografia a grandi pannelli, collocati come quinte alternate per decostruire il concetto stesso di pala d’altare e dialogare con lo spazio della galleria centrale, è di grande effetto scenografico e rende perfettamente l’idea della maestosità dell’insieme.
Ospite d’onore del Prado è infatti l’enorme tela raffigurante l’Assunzione: l’opera centrale dell’altare maggiore, che dal 1906 è parte delle collezioni de The Art Institute of Chicago, torna in Spagna per la prima volta dal 1902. El Greco la dipinge quasi certamente per prima, creando una magnifica composizione ispirata all’omonimo dipinto di Tiziano per la Basilica dei Frari, a Venezia. Il gruppo comprende poi La Trinità e San Benito (entrambi appartenenti alle Collezioni del Prado), L’Adorazione dei Pastori (di proprietà della Fondazione Botín), e tre opere prestate in via eccezionale al Prado dalla Comunità religiosa di Santo Domingo El Antiguo: la Resurrezione, dell’altare di destra (con la presenza inconfondibile di San Ildefonso, patrono di Toledo) e gli espressivi San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista posti ai lati dell’altare centrale. Tutte e tre le tele giungono a Madrid senza cornice, a nudo, così da poter ammirare e studiare da vicino le tecniche pittoriche dell’artista cretese. Assente illustre infine (per ovvie ragioni geopolitiche) il San Bernardo delle collezioni del Museo Ermitage di San Pietroburgo.

El Greco e la rivoluzione dell’altare castigliano

La mostra del Prado è un evento unico, che speriamo serva da volano per promuovere la visita alla chiesa del convento di Santo Domingo El Antiguo, a Toledo.  È qui, infatti, che il grande pittore cretese realizza, su incarico del decano della cattedrale di Toledo, il suo primo progetto decorativo: non solo dipinge scene sacre su grande scala, ispirandosi ai maestri della pittura italiana, ma realizza l’architettura e le statue lignee degli altari in stile rinascimentale, rivoluzionando la struttura del retablo classico castigliano, a reticolato. Nello stile di El Greco colpisce già l’audacia compositiva e la potenza espressiva di alcune figure secondarie, santi, apostoli e angeli, dai volti già naturalmente moderni, quasi dei ritratti di gente comune che, più tardi, l’artista adotterà nei suoi tanti “apostolati”, nella famosa Sepoltura del conte de Orgaz e nei capolavori della maturità.

Federica Lonati

Madrid//fino al 15 giugno 2025
El Greco del Monastero di Santo Domingo el Antiguo
Museo del Prado
www.museodelprado.es

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

Scopri di più