A Berlino il senso di comunità è legato alla musica techno (e pure alla moda) 

Un racconto tra passato e presente di cosa significa “comunità” a Berlino, dove la cultura della musica elettronica va a braccetto con la moda e il desiderio

17 agosto 2024, Brandenburger Tor. 380.000 persone si riuniscono sotto il più famoso monumento di Berlino per rendere omaggio alla cultura della musica elettronica. Capelli colorati, occhiali da sole pazzi, top a rete: questa folla eclettica segue i DJ boots posizionati su 30 carri che percorrono Straße des 17. Juni all’insegna del motto “Love Is Stronger”, ballando sui ritmi acid techno fino a Ernst Reuter Platz. Il Rave the Planet è ancor più emozionante dopo che, a marzo, la Commissione tedesca dell’UNESCO ha annunciato che la “Cultura Techno di Berlino” è stata inserita nella Lista Nazionale dei Patrimoni Culturali Immateriali. Nel cortometraggio Techno Culture in Berlin, Alexander Krüger del club Alte Münze afferma che “si è creata una sorta di utopia in cui non importa da dove vieni, il tuo orientamento sessuale, il colore della tua pelle, la tua religione. Le persone sono semplicemente unite dalla musica e si sentono come se fossero in un mondo che in realtà è l’opposto del mondo capitalistico in cui viviamo”. La rete di club, collettivi ed eventi sparsi in tutta la città crea un ecosistema autonomo che si distingue per la sua inclusività, uno spazio sicuro e comunitario, dove la diversità è valorizzata e l’espressione di sé è sostenuta.  

Il panorama musicale a Berlino 

Se la techno ha certamente plasmato il suono riconoscibile e distintivo di Berlino, il panorama musicale è molto più ampio e comprende uno spettro di sottogeneri dall’hard techno all’house e al groove. “Quando mi sono trasferita da Città del Messico a Berlino, anche io ero interessata a ritmi techno più incalzanti, ma poi ho conosciuto il downtempo e ho pensato che fosse fatto su misura per me”, racconta Renata, artista del collettivo Mystic Tales e co-fondatrice di WOMXN. “La musica crea grandi connessioni umane e a Berlino ci sono opzioni per ogni diversa attitudine. Kater Blau, Mensch Meier, Salon zur Wilden Renate, Beate Uwe sono alcuni dei club in cui mi piace suonare quando rimango in città. Ho trovato una scena alternativa di nicchia, dove il mio suono viene apprezzato senza sovrastrutture”. 

Courtesy Marina Mónaco
Courtesy Marina Mónaco

C’era una volta a Berlino 

2004, tra Kreuzberg e Friedrichshain. Gli amici Norbert Thormann e Michael Teufele hanno raccolto la storia del clubbing berlinese degli anni ’90 e l’hanno sublimata in un locale che presto diventerà la destinazione techno più iconica del mondo, il Berghain. Una centrale termoelettrica abbandonata, costruita nel 1953, collocata in un punto strategico tra Kreuzberg e Friedrichshain – ex aree rispettivamente di Berlino Ovest e Est – e rappresenta perfettamente ciò che l’ascesa della cultura techno ha significato per la città dopo la caduta del Muro nel 1989: un punto di contatto tra mondi diversi, il nido di una controcultura. Le storie vengono narrate e le leggende si alimentano. Famoso per le maratone di tre giorni, il carattere sessualmente esplicito, il categorico divieto di foto al suo interno e la scrupolosa selezione delle porte, entrare al Berghain è come un accordo segreto che il visitatore accetta volontariamente, e il mistero ne accresce l’esclusività. I buttafuori superstar, come il leggendario Sven Marquardt, sono celebri per osservare l’atteggiamento e lo stile degli avventori in fila e per favorire gli outfit scuri e sobri che comunque mantengano un certo tocco disinvolto, spesso impossibile da spiegare. 

Courtesy Marina Mónaco
Courtesy Marina Mónaco

Libertà sessuale, da Berlino al mondo 

2012, online. Il viaggio di Pornceptual è iniziato come una piattaforma digitale nata dal desiderio di creare un ponte tra pornografia e arte e si è evoluto organicamente in un’esperienza live a Berlino, un sex party. Il fondatore Chris Phillips ricorda quando, arrivato a Berlino, iniziò a frequentare gli eventi fetish e di come fossero fortemente caratterizzati dall’esclusività. “Pornceptual offre un approccio più giocoso e inclusivo: si rivolge a un pubblico internazionale che non ha ancora esplorato il fetish e vuole celebrare la sessualità senza giudizio”. La nightlife erotica è un’altro aspetto che ha forgiato la reputazione e l’estetica della città, con vere e proprie istituzioni come il KitKatClub, l’Insomnia e il Lab.oratory del Berghain che hanno creato una rilevante sottocultura associata alla libertà sessuale. Capi in pelle nera, accessori bondage, latex, catene e, soprattutto, nudità hanno dato forma a questa uniforme non convenzionale che è diventata la quintessenza del look berlinese. “L’abbigliamento (o la sua assenza) diventa un’estensione dell’identità personale e collettiva. Essere nudi è un’esperienza condivisa di vulnerabilità che permette alle persone di connettersi oltre la superficie”.  

PRNCPTL Chris Phillips
PRNCPTL Chris Phillips

La rivoluzione del desiderio 

Spogliarsi dei codici sociali della quotidianità può favorire legami più profondi perché pone gli esseri umani su un piano di maggiore parità. “Nonostante il nostro obiettivo sia smantellare le gerarchie, dobbiamo comunque rimanere consapevoli che le dinamiche sociali legate alla forma del corpo, alla razza e all’età determinano ancora l’immagine di sé e della desiderabilità dell’individuo”. Presenziando con esposizioni, pubblicazioni ed eventi in più di 25 paesi diversi, l’atteggiamento inclusivo di Pornceptual l’ha trasformato in un movimento culturale globale. “Vogliamo contribuire a una rivoluzione in cui il desiderio sia normalizzato, la prospettiva ristretta del porno mainstream venga messa in discussione e le rappresentazioni etiche, consensuali e inclusive del sesso siano promosse. Libertà, per noi, significa dar luogo a uno spazio intersezionale in cui chiunque abbia la possibilità di esprimersi senza timori nel sesso, nell’arte, nell’individualità”. 

Elena Canesso 

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Elena Canesso

Elena Canesso

Nata e cresciuta in provincia di Padova, mossa dalla curiosità verso il mondo e le sue contraddizioni vola in Cina e vive tra Shanghai e Guangzhou dopo una laurea in Mediazione Linguistica e Culturale a Ca’ Foscari. Nel 2016 la…

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