Cani, pittura e rapporti carnali. L’arte di Amanda Ba

Si muove abilmente sul confine della zoofilia la pittrice americana Amanda Ba, che si ritrae spesso in una relazione ambigua con il suo cane. Dipinti forti e riconoscibili in cui umano e animale, padrone e servo si fondono e si invertono

La pittrice Amanda Ba, oggi di stanza a New York, è nata nel 1998 a Columbus, Ohio, da genitori cino-americani di prima generazione, ma ha trascorso i primi cinque anni di vita con i nonni a Hefei, in Cina. Parlando dei suoi dipinti, oggi i critici tendono a mettere in primo piano la memoria diasporica, argomento di sicura attualità. Ma in questa sede a noi interessa maggiormente approfondire non tanto la sua identità culturale, la sua memoria personale e la sua inclusione, quanto le sue fantasie psicosessuali anche in rapporto con la teoria queer.

Amanda Ba e il suo cane

Una parte importante del lavoro di questa giovane artista è difatti stata dedicata a un argomento piuttosto originale: il proprio stretto rapporto, non solo sentimentale, con il suo cane, un massiccio american bully. Ba appartiene alla nutrita schiera di artisti contemporanei che preferiscono lo specchio alla finestra, guardandosi addosso egocentricamente e senza pudori reverenziali. Lo sviluppo del suo desiderio, per esempio, ha avuto anche l’audacia di indirizzarsi, in grandi oli su tela, verso il proprio prediletto animale da compagnia, con il quale mettere in scena un rapporto di spinta confidenza carnale.

Le opere di Amanda Ba

Così in Sublime Reconciliation si rappresenta in un reciproco slancio d’affetto con l’animale e in Suburban Giantess una monumentale ed epicamente spudorata partnership con lo stesso. E non è certo un caso se Ba si espone a gambe spalancate e sesso platealmente esposto, lasciando esplodere la propria libido senza ipocrisie. In genere i suoi quadri, in sequenza, si riempiono fino ai bordi di solo loro due protagonisti nudi, lei e il bulldog, potenziati in un alter-ego e un alter-tu fisicamente gonfiati, immersi in una irreale veemente atmosfera color rosso cinabro. I loro corpi appaiono in contatto intimo, quasi a volersi confondere l’uno con l’altro: in My Beast, All Mine, lei lo abbraccia come solo un’innamorata; in Bitch and Bull si accuccia per farsi “cagna”; in Dog Woman Releasing Dog Fart addirittura si abbandona a un atteggiamento più pienamente animale; in Running On All Fours Towards the Future i due procedono affiancati, lei ormai decisa a quattro zampe; e in American Girl, American Bully, American Bomb si concedono un gelato da leccare voluttuosamente insieme. Ma ancora: in Sharing a Meal, sempre nuda come un cane, accanto all’amata bestia Ba si accosta china alla ciotola del cibo; mentre in Guarding Narcissus il gioco si disvela ancora più chiaro, con il cane che difende alle spalle l’ignuda narcisista mentre si specchia nell’acqua.

Al di là della zoofilia: la pittura di Amanda Ba

Immagini volentieri forti, talvolta disturbanti, e comunque di indubbia intensità emotiva e originalità estetica. E anche quando l’animale esce di scena, abbandonata la decostruzione della gerarchia padrone-pet in relazione domestica, l’artista, non più semplicemente in zona zoofilia, seguita a rappresentarsi come una gigantessa che instaura rapporti di forza e spesso aperta dominazione con altrui.

Ferruccio Giromini

Scopri di più

Libri consigliati:

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

Scopri di più