Teatro e danza: gli spettacoli da non perdere tra marzo e aprile 2025
Dal Trentino alla Sicilia, l’inizio della primavera porta con sé una fioritura di appuntamenti di arti performative. Abbiamo selezionato quelli davvero imperdibili, all’incrocio tra le discipline del teatro, della danza e della letteratura

Debutta la prima edizione di una rassegna di danza contemporanea curata dalla compagnia Abbondanza/Bertoni nel proprio spazio a Rovereto mentre a Rimini apre Future in the Past, la mostra che racconta gli oltre trent’anni di attività della compagnia Motus. A Bologna, invece, le sale del Museo Civico Medievale diventano lo scenario di Di pratica e di evanescenza, progetto di Ateliersi mirato a esplorare il proprio io interiore attraverso le tecniche delle arti performative. Sono tre, poi, i debutti più interessanti di queste settimane di inizio primavera: l’adattamento teatrale del Piacere di D’Annunzio proposto da Teatri d Vita; Too late del premio Nobel Jon Fosse con protagonista Anna Bonaiuto; e Storia di un cinghiale, monologo scritto dal quarantenne uruguayano Gabriel Calderón.
Sottoscritta! – Rovereto
La storica compagnia Abbondanza/Bertoni organizza per la prima volta una rassegna di danza contemporanea, abitando così in modo nuovo il proprio spazio, il Teatro alla Cartiera di Rovereto. Fino al 24 maggio, Sottoscritta! – questo il titolo scelto per il cartellone di questa prima edizione – ospita i lavori di alcune delle più interessanti coreografe della scena italiana: Claudia Catarzi, Alessandra Cristiani, Valentina Dal Mas, Francesca Foscarini, Teodora Grano, Giorgia Lolli, Francesca Pennini, G. Re, Stefania Tansini e la stessa direttrice artistica della rassegna Antonella Bertoni. Generazioni e stili anche molto diversi per comporre un quadro vivo e composito dell’arte coreutica del nostro paese, animato – chiosa Bertoni – dall’“esperienza integrale delle coreografe che, protese verso il futuro, gettano ponti e fondamenta.”








Future in the Past – Motus – Rimini
Inaugurata il 15 marzo, si può visitare fino al 4 maggio Future in the Past, la mostra-atlante che ripercorre più di trent’anni di attività della compagnia Motus. Allestita in dieci sale dell’Ala Nuova del Museo della Città di Rimini, l’esposizione – curata dagli stessi fondatori di Motus, Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, con Beatrice Ottaviani e Ilaria Mancia – offre la possibilità di spiare dal vivo nel ricco archivio della compagnia romagnola, con video, documenti sonori, testi, fotografie e materiali grafici (online, è possibile consultarlo sul sito). Una mostra non ordinata, però, ma pensata inevitabilmente secondo una prospettiva performativa, come spiegano gli stessi curatori: “Abbiamo allestito le stanze dell’ex-ospedale di Rimini non pensando a uno stare immobile, ma secondo una nuova temporalità in cui passato, presente, e futuro si attraversano a vicenda, lacerandosi, facendosi, ognuno, strumento per questionare l’altro. Nel percorso espositivo vogliamo mantenere accesa la liveness stessa del teatro, procedendo per tracce, evocazioni, associazioni; gli elementi estrapolati rimandano alla nostra ricerca, ma allo stesso tempo creano un’ambientazione, si mettono in scena, cambiano il perimetro della stanza, delineando ‘un altro’, possibile spazio scenico”.
Di pratica e di evanescenza – Ateliersi – Bologna
Fino al 26 marzo la bolognese Ateliersi porta negli spazi espositivi del Museo Civico Medievale del Settore Musei Civici di Bologna Di pratica e di evanescenza: un progetto volto a condividere un repertorio di esercizi elaborati dalla fondatrice della compagnia Fiorenza Menni per allenare all’emersione emozionale, all’autonomia creativa, all’esplorazione del sé attraverso le tecniche delle arti performative. L’obiettivo degli esercizi è quello di permettere a chiunque ne abbia interesse la sperimentazione e l’allenamento di pratiche performative. L’originale percorso esperienziale allestito nel museo può essere fruito attraverso un laboratorio, delle visite assistite oppure in autonomia, tramite un’installazione partecipativa.
Il piacere – Teatri di Vita – Bologna, Palermo, Milano
Dopo il debutto, avvenuto il 14 marzo a Bologna, sarà al Teatro Libero di Palermo e a Sala Fontana di Milano, Il piacere, la rilettura del primo e celebre romanzo di Gabriele D’Annunzio, ideata e realizzata dall’ autore e regista Andrea Adriatico per Teatri di Vita, con il patrocinio della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani e del Centro Nazionale di Studi Dannunziani. Romanzo-emblema del decadentismo, Il piacere racconta la passione del dandy Andrea Sperelli per la seducente Elena Muti sullo sfondo di una Roma libertina e intrinsecamente corrotta. Adriatico affronta questo testo dannunziano come una sfida drammaturgica e registica, mettendo in rotta di collisione il racconto passionale ed egotico descritto nella cornice storica degli Anni Ottanta dell’Ottocento, con la temperie storica attuale. Il progetto dell’autore-regista vuole essere di grande respiro, sviluppandosi in vari spettacoli e cominciando con questa tappa d’esordio, dedicata al Libro I con cui inizia il romanzo.

Too Late – Jon Fosse – Genova, Torino
In cartellone al Teatro Gustavo Modena di Genova fino al 23 marzo e poi al Teatro Astra di Torino fino al 30 marzo, Too Late è il progetto teatrale ideato da Thea Dellavalle e Irene Petris a partire da un testo inedito – un libretto d’opera – di Jon Fosse, scrittore, drammaturgo e poeta, Premio Nobel per la letteratura 2023. Si tratta di una sorta di seguito dell’ibseniano Casa di bambola, con la protagonista Nora – interpretata da un’attrice di prim’ordine quale Anna Bonaiuto – oramai anziana e alle prese con un nostalgico e per certi versi amaro bilancio della propria vita. Racconta Dellavalle: “È la storia di un dopo, di un prima visto con gli occhi del dopo, con le risposte del dopo, con le delusioni del dopo, con il sorriso che è solo del dopo. Cosa succede il giorno dopo? Niente di speciale. A volte il risultato di una scelta che ci costa o che ci esalta, o entrambe le cose, il giorno dopo non è niente di speciale. A volte l’entusiasmo dura di più: mesi, anni. A volte dura per sempre. Più spesso finisce, si consuma, mentre noi continuiamo a cambiare. Le ragioni di un tempo sbiadiscono, vacillano: perché non è più quel momento, perché siamo stanchi, ma dobbiamo, vogliamo ripeterci, anche se non siamo più così convinti, che la scelta giusta sia stata quella giusta. Il titolo lo dice, è troppo tardi. C’è qualcosa per cui è troppo tardi.”
Storia di un cinghiale – Gabriel Calderón – Milano
Ispirato al Riccardo III di Shakespeare, è in scena fino al 6 aprile al Teatro Studio Melato di Milano, Storia di un cinghiale, monologo scritto e diretto dal drammaturgo uruguayano Gabriel Calderón (1982) e interpretato da Francesco Montanari. La vicenda è quella di un attore che, dopo molti anni, realizza il suo sogno di interpretare un ruolo da protagonista: studiando la parte di re Riccardo III, però, si rende conto di un’inquietante affinità tra la sua vita e quella del personaggio shakespeariano, di cui pare condividere ambizione, rabbia repressa, sete di riscatto, opportunismo… E il cinghiale? Svela l’autore: “Il cinghiale è un simbolo, è un animale che riveste diversi significati nella storia di Riccardo III. Per prima cosa, è presente sullo stemma della famiglia York, la casata del futuro re. Secondariamente è bianco, un’eccezione, esattamente come lo è il cigno nero. Candido ma non meno temibile: incarna l’ambizione del potere, non manifesta particolare intelligenza, né destrezza fisica, non è il padrone della foresta, ma si distingue per la brutalità con cui si scaglia a tutta velocità in una precisa direzione”.
Laura Bevione
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