Carolyn Christov-Bakargiev no, Danilo Eccher forse, Massimiliano Gioni sì. Giovanna Melandri sfoglia la margherita per scegliere il direttore del Maxxi
Procedono alacremente le consultazioni di Giovanna Melandri e delle persone più vicine alla neopresidente del Maxxi per la scelta del direttore unico del Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Secondo i beninformati il tentativo più pressante è stato fatto dall’ex ministro della cultura con Carolyn Christov-Bakargiev: un passaggio ovvio e immancabile, la curatrice di Documenta […]
Procedono alacremente le consultazioni di Giovanna Melandri e delle persone più vicine alla neopresidente del Maxxi per la scelta del direttore unico del Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Secondo i beninformati il tentativo più pressante è stato fatto dall’ex ministro della cultura con Carolyn Christov-Bakargiev: un passaggio ovvio e immancabile, la curatrice di Documenta si è rivelata un nome onnipresente nelle liste che informalmente Melandri ha chiesto, a mo’ di consiglio, agli esperti del settore. Tra le persone più autorevoli e potenti nel mondo dell’arte, l’intellettuale di origine bulgara vive a Roma e questo poteva rappresentare un elemento invogliante per accettare un compito che si profila comunque arduo per questioni di burocrazia e di economia. E proprio la burocrazia, più che l’economia, pare aver prosciugato il rivolo che poteva portare la ex curatrice del Castello di Rivoli a Via Guido Reni. Christov-Bakargiev avrebbe chiesto, secondo alcune ricostruzioni, di poter sostituire una buona parte dello staff del museo per poter disporre di persone di sua fiducia: “vengo al timone di una nave in tempesta – sarebbe stato il ragionamento -, ma almeno l’equipaggio fatemelo scegliere a me altrimenti sono circondata di persone che non comprendono gli ordini che impartisco“. Una richiesta di difficile praticabilità che avrebbe fatto spostare le scelte di Giovanna Melandri su altri due nomi.
Da una parte Danilo Eccher, che così tornerebbe a Roma città che dopo gli anni alla direzione del Macro considera la sua città, il quale però si sarebbe detto indisponibile a partecipare ad una call aperta: “se mi volete sono qui, ma datemi un incarico diretto, non ho voglia di mettermi in competizione con altri colleghi“, avrebbe fatto intendere il critico trentino.
Dall’altra Massimiliano Gioni. Giovanna Melandri ha bisogno in primis di centrare una nomina prestigiosa, e se non si riesce a convincere la capa di Documenta, cosa c’è di meglio del boss della Biennale di Venezia? Sarebbe un gran colpo per il Maxxi e per la Biennale stessa. Il museo romano, però, necessita di cure continuative e accurate e il quarantenne più rampante d’Italia non sarebbe favorevole a lasciare i molti suoi incarichi personali. “Probabilmente accetterà di guidare il museo d’arte contemporanea comunque più importante del suo paese – dichiarano persone vicine a Gioni -, ma assolutamente non lascerà l’incarico al New Museum di New York City“. Una configurazione compatibile con le esigenze del Maxxi e le aspettative della neopresidente?
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