A Roma un gigantesco albergo rigenera e trasforma la ex Dogana dello Scalo San Lorenzo

Fondata sul modello dell’ospitalità ibrida, la filosofia del gruppo olandese The Social Hub prevede anche di avere un impatto positivo sullo spazio urbano, a vantaggio della comunità. E l’ex Dogana di San Lorenzo si trasforma in un parco aperto al pubblico, con bar, ristoranti, eventi, servizi e spazi da condividere

Il 31 marzo 2025, The Social Hub Roma aprirà ufficialmente le porte ai primi ospiti della struttura alberghiera nata nell’area dell’ex Dogana di San Lorenzo. Si tratta del debutto nella Capitale del gruppo basato in Olanda e fondato da Charlie MacGregor, già presente in Italia con tre delle venti proprietà europee: una a Bologna (zona Bolognina) e due a Firenze, Lavagnini e Belfiore (quest’ultima inaugurata all’inizio di febbraio 2025). L’arrivo a Roma è frutto di un’operazione di più ampia rigenerazione urbana – approccio, questo, peculiare del gruppo TSH, non a caso dotato di certificazione B Corp – che si prefigge di sottrarre all’abbandono e all’inutilizzo lo scalo merci ferroviario in disuso sorto alle spalle di Porta Maggiore, stretto tra la linea che conduce alla Stazione Termini e i cavalcavia della Tangenziale Est in questo punto detta “La Sopraelevata”, peraltro di fantozziana memoria.

La storia dell’ex Dogana di San Lorenzo a Roma

Uno spazio di 24mila metri quadri complessivi, inizialmente di proprietà demaniale, ceduto nel 2004 a Cassa Depositi e Prestiti e passato nel 2007 a Fingen, Pirelli Re e Gruppo Maire, con l’impegno ad attuare un programma di recupero e valorizzazione basato sulla formula della società mista pubblico-privata (per farlo si costituì all’epoca la Residenziale Immobiliare 2004 Spa, società per il 75% di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti e per il restante 25% di Finprema, gruppo Fingen).
Utilizzato in passato per dj set, live di musica elettronica, dance floor, eventi outdoor di vario genere, oggi il distretto è in piena trasformazione. Sottoposta dapprima a un processo di bonifica ambientale (i terreni erano inquinatissimi), da dicembre 2021 l’area è interessata dal cantiere che ha già portato a compimento la ristrutturazione dello storico edificio della Dogana, affacciato su Via dello Scalo di San Lorenzo, e ora rivela la nuova struttura fulcro del format di ospitalità ibrida proposto dal gruppo TSH.

La rigenerazione dell’ex Dogana di San Lorenzo a Roma

La palazzina storica, di cui è stata preservata la facciata originale di Angiolo Mazzoni rifunzionalizzando gli spazi interni e adeguando sismicamente la struttura, ospita dal 2023 l’Accademia Italiana del gruppo internazionale AD Education, integrata nell’ecosistema progettato da TSH sin dalle origini del progetto.
Al termine dei lavori, infatti, l’ex Dogana si presenterà come uno spazio restituito alla città e fondato sulla connessione di persone e idee. Alla base c’è un investimento da 114 milioni di euro (dei 560 investiti finora in Italia, Paese sempre più centrale per il gruppo) e un progetto firmato da Matteo Fantoni Architetti che, tenendo conto dei diversi vincoli connessi al masterplan elaborato di concerto con l’amministrazione capitolina, si articola in due edifici collegati da un parco concepito dal paesaggista Antonio Perazzi per connettere il patrimonio architettonico industriale con le nuove strutture, aperto al pubblico.

Il parco pubblico all’ex Dogana di San Lorenzo

Perché il parco sviluppato su due ettari e mezzo di terreno – metà dei quali ora permeabili grazie a pavimentazioni drenanti e popolati da oltre 300 piante, tra cui alberi ad alto fusto in arrivo da vivai di Lazio e Toscana – sia completato bisognerà attendere l’inizio di giugno 2025, mentre per il 2026 è prevista l’inaugurazione della seconda preesistenza industriale recuperata: la tettoia doganale trasformata in piazza coperta per ospitare eventi e dare refrigerio a chi frequenterà lo spazio.  

The Social Hub Roma, Tribuna
The Social Hub Roma, Tribuna

L’ospitalità ibrida di The Social Hub a Roma

Dalla fine di marzo, invece, l’edificio di nuova costruzione che ospita la parte ricettiva sarà operativo per quel che riguarda l’ospitalità alberghiera (la categoria è quella di un hotel 4 stelle), con 392 camere di diverse tipologie, adatte per soggiorni brevi o di lunga durata (alcune sono attrezzate con cucina), per attrarre turisti, pendolari, studenti. Ma la formula dell’ospitalità ibrida che è punto di forza del gruppo prevede anche una serie di spazi e servizi pensati per incentivare le connessioni, tutti collegati tra loro in un continuum spaziale, tra cui bar (compreso quello sul tetto, con piscina, aperto al pubblico dal tramonto), ristoranti – quello interno, pensato soprattutto per gli ospiti della struttura, e la pizzeria del gruppo Berberé, anche con accesso indipendente dal parco, aperta a tutti – 7 spazi per meeting ed eventi (fino a 70 ospiti), una palestra aperta 24 ore al giorno, cucine comuni, una lavanderia. Ma soprattutto un ampio coworking al primo piano dell’edificio, per oltre 160 professionisti suddiviso tra 15 uffici ad uso privato, scrivanie dedicate, oltre a numerose postazioni flessibili. Di tutti i servizi si potrà godere anche grazie a una forma di abbonamento mensile (a partire da 121€), per avere accesso agli spazi di lavoro, alla piscina, alla palestra e ai suoi corsi, e usufruire di tutte le esperienze offerte alla comunità (è prevista l’organizzazione di oltre 600 eventi all’anno). Una formula di membership non dissimile a quella proposta dalla vicina Soho House, che evidentemente prova a portare sulla piazza romana una modalità di vivere la socialità e lo spazio condiviso inconsueta per la città.  

Design e sostenibilità ambientale secondo The Social Hub

L’interior design della struttura è curato da Rizoma Architetture, studio bolognese già all’opera per il gruppo a Bologna e Firenze. Ma come consuetudine di TSH, tanto l’architettura che il design del nuovo edificio sono stati calati nel contesto, prendendo ispirazione dalle linee sinuose della Tangenziale e della ferrovia per modulare i volumi. La struttura risponde, inoltre, agli standard di sostenibilità ambientale che The Social Hub ha sposato come missione, impegnandosi, entro il 2030, a ridurre del 78% le emissioni di gas serra, a produrre il 50% dell’energia in loco, a conseguire un’ulteriore certificazione ambientale, la BREEAM (già ottenuta a San Lorenzo), per tutte le proprietà e a sottrarre il 100% dei rifiuti residui alla discarica o all’incenerimento.

Livia Montagnoli

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