A Londra anticonformismo e trasgressione alla Tate: c’è la mostra di Leigh Bowery

C’era bisogno di una mostra su Leigh Bowery alla Tate Modern? Sì decisamente. E non solo per conferire un tributo all’artista ma anche al personaggio che, precorrendo i tempi, ha combattuto coraggiosamente una battaglia per la parità dei diritti

Alla Tate la mostra dedicata a Leigh Bowery (Melbourne, 1961 – Londra, 1995) artista, drag queen e designer di moda australiano, musa del pittore Lucian Freud e influente personalità borderline, in una Londra metà thatcheriana e metà anticonformista, rischia di lasciare gli spettatori più conservatori attoniti.
Il display è in perfetta sincronia tematica con il soggetto. Le grandi sale dai colori sgargianti accolgono video con performance provocatorie che si mescolano, in un percorso tortuoso, a costumi kitsch – esposti su manichini con sembianze aliene – e teche fitte di locandine, inviti, ritagli di giornali, disegni d’archivio. Mentre sulle pareti fluttuano tele e fotografie sempre volutamente anticonvenzionali.

Fergus Greer, Leigh Bowery Session 1 Look 2 1988 ©Fergus Greer. Courtesy Michael Hoppen Gallery
Fergus Greer, Leigh Bowery Session 1 Look 2 1988 ©Fergus Greer. Courtesy Michael Hoppen Gallery

Leigh Bowery: un personaggio alternativo al limite dell’impertinenza

Cresciuto in un sobborgo di Melbourne, Leigh Bowery  studia musica e moda e si trasferisce a Londra negli Anni Ottanta, ove frequenta la scuola di moda e design al Royal Melbourne Institute.
Entra in contatto con la scena New Romantic, lavora in un negozio di abbigliamento e appare in una pubblicità di Pepe Jeans. Da lì in poi diventa una personalità influente nella scena deiclub londinesi e un personaggio underground, oltre i cliché; protagonista della moda alternativa, transgender e dell’arte autoironica.
Bowery usa unicamente il suo corpo non conforme, travestito sfrontatamente per trasgredire in maniera sfacciata e impertinente.

Alla Tate una mostra che può sconvolgere

Alla Tate centinaia di fotografie mostrano uno stile di vita volto a forzare i confini degli spazi culturali benpensanti e moralmente accettati.
Bowery gira agghindato con stravaganti e temerari pezzi di abbigliamento, spesso di sua ideazione; li indossa spregiudicatamente dinanzi a Harrod’s e per le strade di una New York, non ancora pronta a raccogliere gli input, spesso sfrontati, della corrente LGBTIQ+. Nei video licenziosi si svela la sua inclinazione verso amici e coinquilini, in particolare verso Gary Barnes, noto come Trojan, e David Walls, con cui acquista visibilità nei club, in un trio conosciuto come Three Kings.

Contro idiktat di media e cultura pop: la vita di Leigh Bowery

Le collezioni di Bowery vengono usate in diversi spettacoli a Londra, New York e Tokyo. I costumi creati per la compagnia di danza di Michael Clark & Company, dopo essere stati usati nello show No Fire Escape in Hell, vengono premiati dalla Brooklyn Academy of Music (1987). I capi volutamente lascivi e provocatori di Bowery, combinati a make up osceni e grotteschi, parrucche e copricapo appariscenti, contribuiscono a renderlo un personaggio iconico nel campo della moda alternativa.
Nel mentre si guadagna una buona reputazione come intrattenitore e fonda il Taboo (1985) che si afferma come uno dei club più trasgressivi mai esistiti. Luogo di ballo e sballo, in cui l’uso di droghe è disinibito e, al ritmo di un sound New Romantic, i clienti si lasciano andare in esplicite e esibite performance sessuali, anche riprese in video e foto.

Leigh Bowery: artista performativo e modello di Lucien Freud

Bowery è anche un performer, così, oltre che nella vita quotidiana, genera scalpore con esibizioni sempre esagerate con costumi provocanti e pacchiani. Dopo la sua prima performance dinanzi a uno specchio, alla Anthony D’Offay Gallery di Londra, nel 1988, diventa amico tramite Cerith Evans – di Lucien Freud che lo sceglie come modello prediletto per la sua straordinaria capacità di “modificare il proprio corpo senza inibizioni e con grande consapevolezza”. Bowery da parte sua si presta volentieri poiché “ama l’aspetto psicologico del lavoro di Freud, da cui si sente sottoposto a psicoanalisi in una tensione continua”.
Leigh Bowery! è dunque una mostra senz’altro da vedere per cogliere il limite entro cui ogni individuo poteva e può oggi esprimere liberamente le sue predilezioni. Il buon gusto non ha né propensioni né sesso.

Cristina Zappa

Londra // Fino al 31 agosto 2025
Leigh Bowery!
Tate Modern

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Cristina Zappa

Cristina Zappa

Di formazione classica, giurista con una laurea magistrale in diritto civile (Università Cattolica, Milano) e una laurea biennale in Arti visive e studi curatoriali (Naba, Milano). Come critica d’arte ha recensito articoli per D’Ars magazine e per Alfabeta 2, ha…

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