Il 25 Aprile negli Archivi di Stato di tutta Italia per capire il significato della Festa della Liberazione. Ma salta tutto
Nell’80esimo anniversario della ricorrenza, gli Archivi italiani avevano previsto un programma di eventi speciali per raccontare un passaggio fondamentale della storia d’Italia. Ma per il lutto nazionale sarà tutto sospeso, anche se gli Archivi resteranno aperti

C’è una polemica in più, quest’anno, ad accompagnare le doverose celebrazioni per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, peraltro in concomitanza con l’ottantesimo anniversario di un momento cruciale nella storia del nostro Paese.
Il significato del 25 Aprile per l’Italia
Che il 25 Aprile, riconosciuta festa nazionale della Repubblica Italiana, continui a essere una giornata divisiva, sembra inspiegabile: coronamento della resistenza italiana alle forze di occupazione nazista e al fascismo, la proclamazione dell’insurrezione generale in tutti i territori ancora sotto il giogo dei nazifascisti da parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, in data 25 aprile 1945, è un evento memorabile. Che mise fine all’occupazione tedesca, a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra, per condurre al referendum del 2 giugno 1946 con la conseguente nascita della Repubblica Italiana e la stesura della Costituzione (la celebrazione del 25 Aprile fu sancita proprio nel ’46, su proposta dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi).
Perché il 25 Aprile non merita il richiamo alla sobrietà
Ma la variabile imprevista del 2025, la recente morte di Papa Francesco che ha portato alla proclamazione di 5 giorni di lutto nazionale, dal 22 al 26 aprile (giorno in cui si svolgeranno i funerali del pontefice), ha fornito un inedito motivo di malcontento. Nel novero della sospensione o del ridimensionamento degli eventi culturali e sportivi previsti tra le disposizioni che dettagliano il provvedimento di lutto pubblico nazionale, infatti, anche le celebrazioni per il 25 aprile hanno finito per essere oggetto di dibattito, con il Governo pronto a consigliare “sobrietà” per lo svolgimento degli eventi in programma. Malgrado la volontà di Papa Francesco – ci sentiamo di dire – e con il fastidioso rischio di fraintendere (mettere in discussione?) l’essenza della Festa della Liberazione, che non è una sagra di paese e certamente non rischia di sfociare nel rave party, dunque non ha bisogno di appelli alla sobrietà.
La storia del 25 Aprile negli Archivi di tutta Italia. Gli eventi (sospesi)
Si tratta di storia, e l’iniziativa diffusa in programma negli Archivi di Stato di tutta Italia avrebbe dovuto aiutarci a ricordarlo. In occasione dell’80esimo anniversario del 25 Aprile, infatti, decine di iniziative promosse dagli Archivi erano state comunicate tramite nota stampa (in data 23 aprile) per dimostrare come “gli Archivi sappiano restituire la complessità della storia attraverso la voce viva e molteplice delle fonti” sottolineava Antonio Tarasco, Direttore generale Archivi “Non meri depositi del passato, ma luoghi vivi di conoscenza, coscienza e cittadinanza”.
Dunque all’Archivio di Stato di Roma avrebbe dovuto inaugurare la mostra Roma anno zero. 4 giugno 1944 – 25 aprile 1945. Dalla fine dell’occupazione alla Liberazione, visitabile fino al 5 giugno per mettere in luce, prendendo spunto da vicende istituzionali, casi giudiziari e fatti di cronaca attestati dai documenti d’archivio, il periodo che va dalla fine dell’occupazione nazifascista della Capitale (4 giugno 1944) alla Liberazione nazionale. L’Archivio di Caserta, invece, avrebbe aperto le porte per la mostra che ricostruisce l’occupazione militare alleata della Reggia, in cui fu firmata la resa tedesca il 29 aprile 1945. Mentre l’Archivio di Stato di Genova avrebbe presentato la mostra La guerra è finita. Storie di gente comune nel secondo conflitto mondiale, dando voce a militari e civili che hanno subìto le conseguenze del guerra, e quello di Palermo un itinerario attraverso i luoghi del centro storico interessati dagli eventi bellici e dalle successive operazioni di Liberazione del Governo alleato. Tante fondamentali finestre sulla nostra storia – segnaliamo anche la mostra virtuale sulla ricostruzione postbellica all’Archivio di Venezia, e la visita guidata all’Archivio di Torino per scoprire, attraverso le fonti documentarie, l’impatto della guerra sul territorio e il valore della Resistenza – significativamente aperte per omaggiare il giorno della Liberazione e ricordare il valore dell’antifascismo.
Il dietrofront degli Archivi di Stato che svilisce il 25 Aprile
E invece no, perché con un dietrofront dell’ultimo secondo, tutti gli eventi previsti per il 25 aprile negli Archivi di Stato sono stati rinviati o annullati, “in segno di cordoglio per la morte di Sua Santità Papa Francesco”, come si legge nella comunicazione interna inviata da Tarasco a tutti gli istituti, che dovranno provvedere singolarmente a informare gli utenti della sospensione delle iniziative, ma comunque resteranno aperti per chi volesse visitare le mostre già avviate: “Tutte le attività si svolgeranno nel rispetto del particolare momento di lutto, senza cerimonie pubbliche, inaugurazioni o conferenze ufficiali, in un clima di sobrietà e raccoglimento”. Allo sconcerto per un Paese che ferma decine di eventi culturali per un lutto nazionale esteso per un numero discutibile di giorni, si somma, in questo caso, il passo falso di chi dovrebbe conservare e tutelare la nostra Storia. Anche, e soprattutto, il 25 aprile.
Livia Montagnoli
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