A Pordenone la più grande mostra su Magnus, una leggenda del fumetto Magnus

Figura eclettica e fuori dagli schemi del fumetto italiano, Magnus è al centro di una corposa retrospettiva al Palazzo del Fumetto di Pordenone. La più grande mostra mai dedicata al maestro scomparso nel 1996

Da autentico “viandante” – come egli stesso si definiva – il fumettista Magnus (al secolo Roberto Raviola) visse la sua opera come una ricerca continua, sia artistica che esistenziale: un cammino sospeso tra l’ideale della bellezza e il confronto costante con le asprezze della realtà. La sua vastissima produzione, e i cambi di rotta frequenti intrapresi nel corso della sua carriera, sono ora condensati nella grande retrospettiva da qualche giorno inaugurata presso il Palazzo del Fumetto di Pordenone. Una mostra unica, per ampiezza e ricercatezza, che per la prima volta in maniera così esaustiva racconta la densa parabola creativa di questo maestro della nona arte.

La grande mostra su Magnus a Pordenone

A curare la rassegna, dal titolo Il segno di Magnus. Da Alan Ford a Tex, sono Michele Masini, Luca Baldazzi e Giovanni Nahmias, chiamati a selezionare e ad allestire in maniera filologica le quasi seicento tavole originali provenienti da collezioni private: un compendio significativo e rappresentativo della vasta produzione dell’artista, che fa di questa esposizione una delle più complete realizzate al mondo sull’autore bolognese.
Visitabile fino al 12 ottobre, la mostra racconta tutto il percorso artistico del protagonista: dai lavori realizzati negli Anni Sessanta in coppia con lo sceneggiatore Luciano Secchi, alias Max Bunker (i “neri” Kriminal e Satanik, il satirico Maxmagnus e il popolarissimo Alan Ford), ai personaggi creati e disegnati in proprio come Lo Sconosciuto, fino alle storie nelle quali Magnus riversò le sue passioni per la fantascienza, le culture e le filosofie orientali (I Briganti, Milady, Le femmine incantate). Un viaggio emozionante, che ha per filo conduttore il segno, e che trova il suo punto di maggiore interesse nella sezione relativa al “Texone”, per la prima volta in assoluto esposto in versione integrale.

Tavola di Magnus dalla storia Le 110 pillole (© Eredi Raviola)
Tavola di Magnus dalla storia Le 110 pillole (© Eredi Raviola)

L’omaggio al celebre “Texone” di Magnus

Considerato a buon diritto un capolavoro del fumetto, non solo bonelliano, La valle del terrore (meglio conosciuto come il “Texone” di Magnus) fu il testamento ultimo dell’autore, chiamato a interpretare nel suo stile le vicende del mitico ranger. Scritto a quattro mani con lo sceneggiatore Claudio Nizzi, il libro verrà pubblicato pochi mesi dopo la morte del fumettista, rimanendo come uno degli episodi meglio riusciti della celebre serie Bonelli.
In un intero piano della mostra, le 224 tavole originali dell’immensa ultima fatica di Magnus si snodano in un percorso immersivo e coinvolgente. Gli originali di questa avventura western, oggetto di culto tra gli appassionati della nona arte, non sono mai stati esposti prima d’ora: accompagnati da studi preparatori, bozzetti, sketch e appunti di lavorazione, questi reperti sono una testimonianza preziosa e unica del lavoro di Magnus e dell’incontro di uno dei maestri più noti e amati con l’eroe più popolare e conosciuto del fumetto italiano.

Il commento dei curatori

Questa è una mostra imperdibile, per lo sforzo produttivo, allestitivo e per l’altissima qualità artistica delle opere esposte. È la mostra che stavano aspettando da sempre gli appassionati di Magnus e gli amanti del fumetto italiano, ma si rivolge anche a chi Magnus lo deve ancora scoprire, perché l’esperienza estetica dei suoi originali lascia davvero un segno”, hanno commentato ad Artribune i curatori del progetto. “Ma è anche una mostra necessaria, perché al centro del progetto curatoriale c’è il riconoscimento pieno e definitivo di Magnus come grande maestro del fumetto europeo senza tempo”.
Magnus è un artista che ha sempre seguito un percorso unico, personale e indipendente (firmandosi ‘Il Viandante’), spiazzando per primi i suoi lettori, alla ricerca di nuove sfide e di nuovi traguardi estetici per il suo segno, sempre nell’ambito del fumetto popolare. Ha praticato tutti i generi, innovandone profondamente l’immaginario e conferendo una dignità artistica inedita e insuperata. Questa mostra è un ottimo esempio di come il fumetto possa essere una tecnica artistica perfetta al servizio di un autore di genio con una forte personalità creativa”.

Alex Urso

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Alex Urso

Alex Urso

Artista e curatore. Diplomato in Pittura (Accademia di Belle Arti di Brera). Laureato in Lettere Moderne (Università di Macerata, Università di Bologna). Corsi di perfezionamento in Arts and Heritage Management (Università Bocconi) e Arts and Culture Strategy (Università della Pennsylvania).…

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