Da chiesa a scuola di circo: a Bologna rinasce una rovina urbana
Sottratta ad anni di abbandono dal restauro curato dagli architetti Caterina e Federico Poggioli, a Bologna l’ex Chiesa di San Barbaziano sta per intraprendere una nuova fase della sua storia. Memore di tutto il suo incredibile passato

Tra fine gennaio e inizio febbraio, in occasione degli eventi di ART CITY Bologna 2025 e Arte Fiera, i Musei Nazionali di Bologna hanno aperto al pubblico per dieci giorni l’ex Chiesa di San Barbaziano, nel centro storico bolognese. Restaurato a partire dal 2019 dallo Studio Poggioli, vincitore del concorso a inviti promosso dalla Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, l’edificio progettato dall’architetto Pietro Fiorini nel 1608 e in origine destinato al culto, ha accolto l’installazione La Strage degli Innocenti dell’artista Per Barclay (Oslo, 1955). Una vasca con olio di lino nero è stata collocata nella navata, generando una superficie compatta e lucida su cui veniva riflessa la riproduzione dell’omonima opera di Guido Reni, conservata alla Pinacoteca nazionale di Bologna e coeva alla chiesa stessa.

A Bologna rinasce una rovina urbana: restaurata l’ex Chiesa di San Barbaziano
Misurandosi con questo intervento artistico, concepito dall’autore come un invito a ragionare su fragilità e vulnerabilità del presente, bolognesi e visitatori hanno avuto l’opportunità di partecipare al primo atto nel processo di riappropriazione di un bene architettonico sottratto, per decenni, a forme di fruizione degne della sua origine. Durata quattro secoli, la storia l’ex Chiesa di San Barbaziano si avvia oggi verso una fase inedita della quale il recente restauro costituisce il fondamentale preludio. Negli stessi ambienti impiegati, dopo la sconsacrazione, come fienile, magazzino militare, officina meccanica e autorimessa (funzione cessata nel 1994), tra diversi passaggi di proprietà, si insedierà per 15 anni la no-profit AICS – Associazione Italiana Cultura Sport: aprirà e gestirà qui l’Arca – Accademia rigenerata circo e arte, il cui allestimento verrà curato da Diverserighestudio. Con l’indicazione ministeriale di preservarne la facies di rovina urbana, il restauro conservativo dell’immobile completato in circa cinque anni dallo Studio Poggioli (con un investimento pubblico di circa 400mila euro) restituisce alla comunità bolognese un “edificio-racconto”. Un luogo in grado di comunicare sé stesso attraverso i segni – non celati sotto fittizie scenografie – delle destinazioni d’uso susseguitesi nel tempo, delle tracce degli eventi nefasti (come l’incendio del 1922) e delle spontanee espressioni di quanti qui hanno transitato, pregato, lavorato, cercato riparo, perfino abitato.













“Un progetto del tempo” dello Studio Poggioli nel centro di Bologna
Non è dunque un caso che, per spiegare l’approccio adottato in questo restauro, la dimensione del tempo venga esplicitamente citata dagli architetti Poggioli. Sorella e fratello nati a Bologna, dopo distinte esperienze di formazione in architettura in Italia e all’estero, hanno scelto di tornare nella loro città, fondando il loro studio dieci anni fa. Attivi su tutti i fronti della pratica architettonica, senza disdegnare il product design, il graphic design e la direzione artistica, riconoscono in questo recente restauro un episodio rilevante del loro iter professionale, che tuttavia proseguirà in più direzioni, com’è fin qui stato. “Il nostro punto di forza è l’attitudine alla sperimentazione. Agiamo su piattaforme diverse e ci piace metterci sempre alla prova con nuove sfide, puntando a risultati ottimali” raccontano, dettagliando poi le peculiarità dei lavori eseguiti nella dismessa chiesa. “Cerchiamo di uscire dalla comfort zone il più spesso possibile” e questa recente opera li ha spinti in vari momenti a oltrepassare alcune “soglie critiche”. Dalla scelta di non voler occultare le eredità visive e materiche del passato ad avere la forza di introdurre inequivocabili testimonianze della nostra epoca, spendendosi anche in prima persona per assicurare alla futura accademia circense “un’area di rispetto” che preservi, a livello urbano, l’integrità de volume architettonico.

Innesti contemporanei nell’ex Chiesa di San Barbaziano
Già oggetto di lavori di consolidamento e miglioramento sismico, successivi ai danni strutturali conseguenti al sisma del 2012, l’ex chiesa di San Barbaziano svela la sua stratificata identità oggi arricchita da misurati e sofisticati innesti contemporanei, leggibili con immediatezza. I rinnovati infissi non tradiscono il passato (anche) industriale dell’edificio, mentre gli elementi in corten e ottone brunito, tra cui i rivestimenti dei gradini dell’accesso laterale, immettono un’inedita componente di raffinatezza nell’equilibrio tra epoche di questo spazio unico per la città di Bologna. Un “edificio-racconto”, appunto, in cui i materiali di un tempo passano simbolicamente il testimone a quelli contemporanei. Con il laterizio del paramento murario e l’arenaria, presente in tutti gli elementi architettonici della chiesa, che hanno ispirato colori e finiture scelti nel restauro.
Valentina Silvestrini
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