Il bivio magico di Ruby Sparks
Impossibile dimenticarsi di Little Miss Sunshine, impossibile dimenticarsi di Ruby Sparks. Jonathan Dayton e Valerie Faris partoriscono un capolavoro di cui potremmo stare a parlare per ore in una notte non necessariamente buia e tempestosa. Un gioco egocentrico, sadico quanto autolesionista e difficile da spiegare è il rapporto tra lo scrittore (aka Calvin) e le sue creazioni.
Lo scrittore Calvin (Paul Dano) rende reale la sua protagonista e l’amore che prova nei suoi confronti, lui che è bloccato nel labirinto di un successo creato dal suo primo libro e quindi intrappolato nell’ansia di non riuscire a produrre un romanzo altrettanto sensazionale.
Nel rinomato blocco dello scrittore arriva lei, Ruby Sparks (Zoe Kazan), la marionetta nelle mani del narcisista e ingenuo creatore, una vera pietra grezza con uno stile inconfondibile. È un po’ gipsy e un po’ Anni Settanta con i suoi collant prima fucsia, poi violacei e dopo rossi con un paio di simil maryjanes nere con tacco modesto. Lui ha uno stile lievemente preppy e da intellettuale trasandato che non ha amici, un perfetto scrittore incompreso. Se scrivere è un atto di magia, la storia di Calvin e Ruby fa innamorare tra un salto in discoteca, pasti fugaci, baci intensi, tuffi in piscina e visite dalla madre tutt’altro che noiose dove ci scontriamo con un Antonio Banderas tremendamente funny.
Musica francese in sottofondo (elemento fondamentale per la coppia Dayton/Faris poiché nascono proprio da essa e con essa rendono vivi i loro film) mentre il nostro scrittore si arrovella sulla peripezia giusta da adottare per non lasciarsi abbandonare dalla dolce metà, scoprendo di avere il totale controllo sulla vita di lei attraverso una storica macchina da scrivere che verrà ahimè rimpiazzata sul finale, da un attualissimo MacBook Pro.
Ruby Sparks è un piacevole bivio. A destra una storia d’amore, magicamente ossessiva e controversa, ricca di dolci cliché come il “dobbiamo trascorrere del tempo lontano” e dove la parte maschile vuole avere il controllo su quella femminile ricordandoci vagamente uno dei film meno riusciti con Nicole Kidman, La donna perfetta di Frank Oz. A sinistra, c’è l’intenso e intimo rapporto che un artista ha con la propria opera: a nessuno è permesso entrare e nessuno può capirlo perché rasenta la magia, una magia chiusa all’interno di un guscio sacro come le pareti bianche dell’appartamento minimalista.
Valentina Veneziano
Jonathan Dayton & Valerie Faris – Ruby Sparks
USA | 2012 | 104’
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