Merito alla generosità degli Amici degli Uffizi. Il Museo fiorentino presenta la sala Michelangelo dopo un restyling da 130.000 euro. Un gioiello rosso, donato alla città
Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento della Sala 35 della Galleria degli Uffizi, conosciuta come “Sala Michelangelo”, alla presenza del Soprintendente Cristina Acidini, del direttore del museo Antonio Natali e di Maria Vittoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi. Il nuovo assetto dello spazio, di colore rosso vibrante, identificativo […]
Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento della Sala 35 della Galleria degli Uffizi, conosciuta come “Sala Michelangelo”, alla presenza del Soprintendente Cristina Acidini, del direttore del museo Antonio Natali e di Maria Vittoria Rimbotti, presidente degli Amici degli Uffizi.
Il nuovo assetto dello spazio, di colore rosso vibrante, identificativo per le opere del XVI secolo, pone al centro dell’attenzione un confronto elegante e raffinato tra il Tondo Doni del 1508, unica opera pittorica mobile certificata di Michelangelo, e l’imponente blocco marmoreo dell’Arianna addormentata, realizzato nel II secolo d.C. per il giardino di Villa Medici sul Pincio, a Roma, già a Firenze dal 1790. A condividere la parete che ospita il capolavoro su tavola di Michelangelo ci sono due dipinti dell’amico Francesco Granacci, mentre il resto della sala espone le opere dei maestri che nella Firenze del primo Cinquecento dettero inizio alle due principali scuole pittoriche, quella di San Marco con Frà Bartolomeo e Mariotto Albertinelli e quella dell’Annunziata con Andrea del Sarto e Franciabigio.
A sostenere il progetto, con una donazione di 130.000 euro, è stata l’associazione degli Amici degli Uffizi, una onlus privata, indipendente e non profit, che dal ’93 raccoglie fondi per contribuire ad accrescere le collezioni del museo, per migliorarne la fruizione e per incrementare le attività culturali ed espositive.
Un bel traguardo, quello di oggi, per il museo fiorentino, che realizza un progetto antico. Così ha commentato Antonio Natali: “Da anni esprimo il convincimento che negli Uffizi di domani un requisito debba essere privilegiato: gl’intervalli, le sospensioni, il riposo, fra un’opera e l’altra: alla maniera moderna“. Ancora una volta, grazie all’intervento dei privati, un gioiello del patrimonio storico nazionale riceve adeguate cure. Che siano imprenditori, con una convenienza di immagine, o che siano anonimi mecenati, con la sola voglia di sostenere i tanto celebrati beni comuni del Paese, il loro ruolo si conferma prezioso in un panorama politico-amministrativo che è sempre più orientato a dure strategie di austerity, ma anche, purtroppo, a clamorosi vuoti di gestione ed attenzione.
– Gino Pisapia, Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati